APPIA NEL MITO Echi di voci e suoni dal passato per raccontare il presente. I EDIZIONE 18 GIUGNO-30 LUGLIO, CHIESA S. NICOLA (Roma) VILLA TORLONIA (Frascati)
Direzione Artistica
Alessandro Machìa – Fabrizio Federici
Con il contributo della Regione Lazio
13 spettacoli, 5 debutti assoluti tra teatro e danza, laboratori e circa 30 artisti presenti tra cui:
VIOLA GRAZIOSI- MASSIMO POPOLIZIO-VINICIO MARCHIONI-ROBERTA CARONIA- ANDREA TIDONA-MELANIA GIGLIO-ALESSANDRA FALLUCCHI-AURELIO GATTI- DANIELE SALVO- VINCENZO ZINGARO-GIUSEPPE PESTILLO-LUDOVIC PARTY-WALTER MALOSTI- FABRIZIO SINISI
Una moderna epicità, una riscoperta dei classici che rivelano una dirompente contemporaneità, che ci parlano di oggi e ci spiegano il presente, un coro di echi, voci e suoni dal passato per raccontare il presente lungo il percorso della celebre via Appia: questo è il senso della prima edizione di “Appia nel Mito”, rassegna che dal 18 giugno al 30 luglio abiterà e popolerà la Chiesa di S.Nicola a Roma e Villa Torlonia a Frascati con 13 spettacoli, di cui 5 debutti assoluti, e circa 30 artisti, tra danza e teatro.
Il progetto nato dall’idea di Alessandro Machìa e Fabrizio Federici della Compagnia teatrale Zerkalo, con il contributo della Regione Lazio, si pone l’obiettivo di riconnettere teatro e pubblico, artisti e comunità, dopo questo periodo di isolamento. Un incontro che è un prendersi cura, delle persone e dei luoghi, che rimette al centro i luoghi simbolo della via Appia, li abita, li riattiva, li pensa ma come soggetti vivi, frammenti di una narrazione mitica che continua potente fino ai nostri giorni.
«Abbiamo voluto intitolare questa prima stagione “RICORDARE IL PRESENTE”- annota il direttore artistico Alessandro Machìa. “ Questo ossimoro che contiene apparentemente un’impossibilità, una contraddizione, ci è sembrato risolvesse in sé non soltanto quella propria del mito, della tragedia antica e della nostra realtà – come capisce Shakespeare quando fa dire alle streghe del Macbeth “Il bello è il brutto e il brutto è il bello”; ovvero l’ambiguità, la duplicità della verità che il mito racconta, che è e non è. “RICORDARE IL PRESENTE” significa anche far emergere quella linea invisibile che connette il mito al nostro presente: al di sotto dei nostri progetti di razionalità, delle “magnifiche sorti e progressive”, agisce ancora potente il mito. E ci parla. Ci parla oggi. E dunque ricordare il presente è ricordare il mito nel presente, interrogarlo come facevano Omero e Esiodo, che chiedevano la parola alle Muse per comprendere il proprio tempo e l’enigma che siamo. In questi nostri tempi bui, in cui il pensiero sembra aver ceduto il passo al tifo e alla falsa contrapposizione delle opinioni dove tutto si annulla, abbiamo bisogno di parole autentiche, di parole che vengono da lontano, dal Mito. E di ascoltarle insieme, come comunità. Queste parole le chiediamo agli artisti presenti in questa prima edizione: se l’uomo, come dice Heidegger, è il parlante e il mortale perché ha la facoltà del linguaggio e fa esperienza personale della morte, l’artista è doppiamente mortale e parlante perché può giocare la morte, nel teatro nella danza, reinventa la parola, ce la restituisce. E la parola dell’artista è sempre parola autentica. Dedichiamo, inoltre, la prima edizione di APPIA NEL MITO alla memoria di un attore straordinario scomparso da poco, uno dei più grandi che abbiamo avuto e forse non sufficientemente omaggiato; col quale ho avuto l’onore di lavorare, di percorrere un piccolo tratto di strada al suo fianco: PAOLO GRAZIOSI. Paolo era un attore immenso, asciutto, modernissimo, generoso, che da attore straordinario conosceva bene quella ambiguità della parola che il mito ci porta ancora oggi. Vogliamo dunque dedicare questo festival a lui».
Seguendo il fil rouge “RICORDARE IL PRESENTE”, la rassegna si snoda in un percorso di spettacoli site-specific che hanno al centro il Mito: una via nel mito che dal passato giunge fino a noi, attraverso il nostro modo di rappresentarci nel tempo e nella storia. Una anàbasi, una risalita da due anni drammatici che parte dall’origine della nostra civiltà: il mito, la classicità, il tragico; per come ci parlano oggi, nella nostra società complessa, attraverso le riscritture e le diverse modalità di rielaborazione nel teatro e nella danza.
APPIA NEL MITO è anche un ritorno all’origine della nostra civiltà con un nuovo modo di guardare all’antico e alla tragedia per come ci parlano oggi, attraverso le diverse modalità di rielaborazione del teatro e della danza.
Grandi artisti e giovani compagnie si alterneranno per un mese e mezzo di programmazione, dal 18 giugno al 30 luglio, in diverse location immerse nella Storia e nel verde, tra Roma (Chiesa S. Nicola) e Frascati (Villa Torlonia), con spettacoli di teatro e danza, reading, laboratori gratuiti di teatro, danza e giocoleria. Tra gli artisti presenti: Massimo Popolizio, Vinicio Marchioni, Daniele Salvo, Viola Graziosi, Andrea Tidona, Melania Giglio e Roberta Caronia.
Si inizia il 18 giugno alla Chiesa di San Nicola con CLITENNESTRA di Luciano Violante interpretata da Viola Graziosi, la quale intesse un viaggio dal mito alla contemporaneità sorretta da un fraseggio tragico che scolpisce le parole sulla declinazione di una storia di un esilio perpetuo post mortem, e con IFIGENIA IN CARDIFF (19 giugno) di Gary Owen con Roberta Caronia e la regia di Valter Malosti, un delirio monologante denso di lucidità che si rivela a poco a poco, ribaltando gli equilibri del senso comune e scardinando moralismi e perbenismi vari.
Si continua il 24 giugno con EDIPO… SEH! con Andrea Tidona e la regia di Carla Cassola, uno scherzo intelligente e raffinato per “raccontare” con leggerezza una delle più grandi tragedie della storia del teatro, e il 29 giugno con la danza di Aurelio Gatti, che traspone una sua versione del mito di DAPHNE.
Seguirà il 30 giugno CIRCE. Le origini con Alessandra Fallucchi e la regia di Manuela Favilla a delineare il ritratto di una figura ambivalente: crudele ma anche pietosa, ostile ma anche amica. Circe è Donna, Ninfa, Maga, Amante ma anche Moglie, racchiude le molte potenzialità del femminile, mentre il 1 luglio Melania Giglio e Daniele Salvo indagano la figura di Saffo, una delle poetesse più famose del mondo antico, con INNO AD AFRODITE- Serata per Saffo, in prima nazionale.
Grande attesa per Vinicio Marchioni e il suo IN VINO VERITAS, il 2 luglio a Villa Torlonia (Frascati), un meraviglioso itinerario nella letteratura, nella musica e nell’umanità che si è sviluppata intorno al culto del vino e a tutto quello che il vino rappresenta: incontro, amicizia, andare oltre i limiti del concesso, creazione, disperazione e gioia di vivere; da Dioniso a Charles Bukowski, passando da Hemingway all’opera lirica, da Omero ad Alda Merini; mentre Giuseppe Pestillo il 10 luglio darà corpo e voce a ONISIO FURIOSO, diretto da Luca Mazzone, il quale affronta il tema della modernità del mito e lo fa costruendo un personaggio che si muove a un ritmo sul crinale tra la poesia e l’epopea, tra la parola tragica e la quotidianità.
Venerdì 15 luglio (Frascati) sarà la volta della nuovissima produzione PASOLINI. UNA STORIA ROMANA di e con Massimo Popolizio che intreccia il racconto biografico di Pasolini, dal suo arrivo nella città eterna nei primi anni cinquanta fino alla sua tragica morte nel 1975, con i più celebri testi dell’autore, accompagnato dalle melodie eseguite dal vivo di Giovanna Famulari.
A seguire sabato 23 luglio appuntamento con LE DONNE DI SAMO di Menandro, rito teatrale in maschera che conserva tutto il suo fascino, diretto da Roberto Zorzut, e il 24 luglio con MOSTELLARIA, una delle commedie più divertenti e significative di Plauto, con la regia di Vincenzo Zingaro.
Il 26 luglio Ludovic Party tratteggia le coreografie di PROMETHEUS, uno spettacolo tra danza e video mapping. Il mito di Prometeo da sempre ha affascinato donne uomini, pensatori ed artisti di ogni secolo e di ogni disciplina, e questo probabilmente perché ha simboleggiato nel tempo la lotta delle forze amiche del progresso umano, e delle civiltà contro ogni forma di potere.
Chiude la rassegna il 30 luglio (Villa Torlonia), IFIGENIA IN AULIDE con Andrea Tidona tra i protagonisti e la regia di Alessandro Machìa, che offre una visione del tutto nuova dell’ultima tragedia di Euripide trasfigurandola in dramma borghese.
Parallelamente agli spettacoli prenderanno vita una serie di laboratori come quello di giocoleria a cura di Leonardo Angelini, uno dei responsabili del settore circo e clowneria in Italia, che presenterà e racconterà la giocoleria come una tecnica a disposizione di tutti, per giocare e per migliorare il proprio benessere psicofisico., e quello su “La pedagogia dell’espressione per tutti” condotto da Gilberto Scaramuzzo. Il lavoro prevede la presentazione teorica e la sperimentazione pratica degli elementi fondamentali della Pedagogia dell’Espressione e una applicazione di questi principi nell’ambito della relazione educativa, in qualunque contesto questa si trovi a essere sviluppata.
Una introduzione al Teatro della relazione e al Metodo Mimico di Orazio Costa Giovangigli, così come sono stati sviluppati dall’attività di ricerca del MimesisLab – il Laboratorio di Pedagogia dell’Espressione del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università Roma Tre.
Le attività della classe sono strutturate in maniera tale da poter essere fruite da ciascuno dei partecipanti in maniera organica al proprio livello di preparazione.
APPIA NEL MITO
Dal 18 giugno al 30 luglio 2022
CHIESA S. NICOLA :
CLITEMNESTRA
di LUCIANO VIOLANTE
con VIOLA GRAZIOSI regia di GIUSEPPE DIPASQUALE
Produzione TEATRO STABILE D’ABRUZZO
DEBUTTO REGIONALE
CASTRUM CAETANI
SAB 18 giugno 2022 – ore 21.15
“Ho dimestichezza con l’odore della morte e del sangue…” Così incomincia la narrazione al pubblico contemporaneo di Clitemnestra, regina di Micene e assassina di Agamennone suo marito, scritta per il Teatro Stabile d’Abruzzo da Luciano Violante. Assassina per vendetta o assassina per giustizia?
E’ la questione posta da Violante nel disegnare la sua Clitemnestra che viaggia dal mito alla contemporaneità sorretta da un fraseggio tragico che scolpisce le parole sulla declinazione di una storia di un esilio perpetuo post mortem. E’ un canto nel dolore di una madre che ha subito l’ingiusto sacrificio di Ifigenia per mano dell’ambizioso padre, è un canto della purificazione perché condannata a vagare nell’eterno nulla al fine di emendare un omicidio non accettabile nell’alveo del moderno patriarcato occidentale. Luciano Violante, da tempo studioso del mito classico e del suo messaggio alla modernità, ha dato vita ad un testo poetico di grande bellezza, il racconto di una donna che attende il momento del riscatto (o della vendetta?) con pazienza e fermezza per un tempo così lungo da essere inconcepibile per il pensiero maschile. A dare voce al personaggio sarà Viola Graziosi, interprete di grande sensibilità e talento, protagonista di importanti spettacoli di teatro classico e contemporaneo, premio Actress of Europe 2020 con “Ofelia Suite”, diretta dal regista Giuseppe Dipasquale.
IFIGENIA IN CARDIFF
di GARY OWEN
con ROBERTA CARONIA regia VALTER MALOSTI
Produzione TEATRO DI DIONISO
CASTRUM CAETANI
DOM 19 GIUGNO 2022 – ORE 20.30
Effie vive in un Galles di periferia, a sud di Cardiff, dove conduce un’esistenza irregolare senza progetti, senza futuro. Vive di niente. Qualche spicciolo dall’assistenza sociale e i soldi che la nonna le lascia sul tavolo sbattendo la porta. Come in un film di Ken Loach, Effie è uno dei tanti relitti di umanità, una donna ai margini, cui nessuno si interessa. La sua identità Effie la cancella tutte le sere distruggendosi con l’alcol. Un incontro, in una notte alcolica e folle, un uomo diverso dagli altri, un soldato tornato dall’Afghanistan, segnerà l’inizio di una trasformazione. Ifigenia in Cardiff di Gary Owen (dall’originario Iphigenia in Splott) è un delirio monologante denso di lucidità che si rivela a poco a poco, ribaltando gli equilibri del senso comune e scardinando moralismi e perbenismi vari. Con un linguaggio abrasivo pieno d’ironia tagliente, Owen affonda il coltello nelle maglie sconnesse della contemporaneità, consegnandoci il ritratto al vetriolo di un’Ifigenia moderna che non ci sta ad essere la vittima sacrificale di un sistema già scritto, e pertanto reagisce, opponendo al Fato, che la vorrebbe vendicativa e miope, la sua intelligenza feroce, il ghigno beffardo, la più inaspettata compassione. Effie non è un capro espiatorio, ma testimone ferale e voce d’accusa contro un potere che, con la sua ingombrante ingordigia, divora le vite degli altri.
EDIPO… SEH!
Con ANDREA TIDONA regia di CARLA CASSOLA
Produzione SPAZIO TEATRO FABER
CHIESA DI S. NICOLA
VEN 24 GIUGNO 2022 – ORE 20.30
Uno scherzo intelligente e raffinato per “raccontare” con leggerezza una delle più grandi tragedie della storia del teatro. Giorgio Strehler, nell’aldilà, dirige una prova aperta dell’Edipo re di Sofocle. Gli attori a cui ha affidato i ruoli principali sono tutti grandi interpreti, anche loro trapassati, che hanno fatto la storia del teatro e del cinema italiano. La maggior parte di loro, però, non ha mai avuto a che fare con la tragedia classica. Una per tutte: Tina Pica nel ruolo di Giocasta. Tutto questo, va da sé, genera un sentimento del contrario che suscita grande ilarità fra gli spettatori, senza intaccare comunque, nei momenti più intensi, la forza tragica del testo.
DAPHNE
dalle Metamorfosi di OVIDIO
regia e coreografia AURELIO GATTI
con Lucia Cinquegrana, Luca Piomponi, Lucrezia Serafini
produzione MDA PRODUZIONI DANZA, coproduzione Circuito Danza Lazio, in collaborazione con Teatri di Pietra
CHIESA DI S. NICOLA
MER 29 GIUGNO 2022 – ORE 20.30
Il mito di Apollo e Dafne è la storia di un amore mai realizzato., ma anche di un paradosso: Proprio il dio protettore delle arti mediche non riesce a trovare un farmaco per la ferita infertagli da Eros; proprio il nume che conosce presente, passato e futuro, lascia che la sua mente onniveggente sia offuscata dalla tenace passione per la bellissima Dafne, figlia del fiume Peneo e di Gea.
Apollo, nel vederla, se ne innamora, ma la fanciulla, nel vedere il dio, fugge ed egli la invoca …«Ninfa penea, férmati, ti prego: non t’insegue un nemico; férmati! Così davanti al lupo l’agnella, al leone la cerva, all’aquila le colombe fuggono in un turbinio d’ali,
così tutte davanti al nemico; ma io t’inseguo per amore! Ahimè, che tu non cada distesa, che i rovi non ti graffino le gambe indifese, ch’io non sia causa del tuo male! Quando ormai sta per essere ghermita, Dafne, esausta, rivolge una preghiera al padre (o alla madre), affinché la sua forma, causa di tanto tormento, sia tramutata in qualcos’altro. In pochi istanti la giovinetta si irrigidisce, i piedi divengono radici, le braccia rami, il corpo si ricopre di una ruvida scorza: si sta trasformando in un albero di alloro . Apollo la raggiunge, ma è troppo tardi; riesce appena a rubarle un bacio, prima che anche la sua bocca sia ricoperta dalla corteccia. Questo il mito, narrato da Ovidio nelle Metamorfosi. Viene naturale prendere le parti di Dafne, che fugge da un accanito e possessivo spasimante, forse intento a soddisfare la sua passione senza tener conto della volontà dell’amata, eppure merita una attenzione la sofferenza di Apollo, il dolore di chi ama senza essere ricambiato Il dio potrebbe avere tutte le fanciulle che vuole, ma desidera Dafne, non per un capriccio, ma perché è stato ferito dalla freccia d’amore di Eros. … Non si sceglie di amare e chi amare. Perchè innamorarsi di una creatura che susciterà di certo dolore e rifiuto? Apollo, che può conoscere il futuro, avrebbe potuto prevedere le tragiche conseguenze della sua passione eppure, insegue Dafne. Egli è il dio dell’ordine e del raziocinio, eppure compie atti irrazionali per amore. La ragione viene sconvolta per colui o colei che si desidera ardentemente. L’amore, suscita un sentimento di totalità e interezza, trasfonde nell’idea di armonia, idealizza la vita futura accanto alla persona amata a tal punto da idealizzare l’altro : il rifiuto è quasi un omicidio; è come se la persona amata, respingendo, uccidesse l’immagine ideale che di lei ci si è costruiti,… Il rifiuto è ingiusto. Saffo, nella celebre ode ad Afrodite, invoca la dea perché ristabilisca gli equilibri e faccia rispettare la legge cosmica dell’amore, secondo la quale chi è amato ha il dovere di ricambiare con altrettanto amore. Il rifiuto costituisce un atto di ingiustizia (adikia). Nella realtà, però, non c’è alcuna legge che obblighi ad amare. Se Dafne è una vittima, Apollo non va certo giustificato, ma compatito. Il grande sgomento è che una corsa straordinaria, rocambolesca, meravigliosa viene interrotta – per sempre . Se non importano le ragioni e i disegni di Apollo, ugualmente vale per quelle del rifiuto di Dafne. La corsa di Dafne si è fermata nella preghiera di metamorfosi, di sottrazione della forma , ma anche di sviluppo e dinamica …. e la ninfa che correva ora è solo tronco immobile.Una danza per un mito che, malgrado gli usi e gli abusi funzionali alle diverse mode o epoche, ripropone – integro e autentico il mistero dell’eros.
CIRCE. Le origini
Tratto da fonti letterarie classiche e contemporanee
Drammaturgia di Fallucchi/Favilla
con ALESSANDRA FALLUCCHI
regia MARCELLA FAVILLA
Produzione AC ZERKALO DEBUTTO REGIONALE
GIO 30 GIUGNO 2022 ore 20.30
Circe è la figlia di Elios, Dio del Sole, e dalla Ninfa Perseide: ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli Dei. Quando a causa di questa sua natura eccentrica viene esiliata nell’Isola di Eea, non si perde d’animo, studia le virtù delle piante, impara ad addomesticare le bestie selvatiche, affina le sue arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amori, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia, accompagnano gli innumerevoli incontri e scontri che le riserva il destino…finché non più solo maga ma anche amante dovrà scegliere una volta per tutte se appartenere al mondo divino o a quello dei mortali che ha imparato ad amare. La Circe greca è figura ambigua e ambivalente: crudele ma anche pietosa, ostile ma anche amica. Circe è Donna, Ninfa, Maga, Amante ma anche Moglie, racchiude le molte potenzialità del femminile e di queste ci interessa parlare.
INNO AD AFRODITE – SERATA PER SAFFO.
con MELANIA GIGLIO
a cura di DANIELE SALVO
Produzione FAHRENHEIT 451 TEATRO
READING
VEN 1 LUGLIO 2022 ORE 20.30
Melania Giglio e Daniele Salvo indagano la figura di Saffo, una delle poetesse più famose del mondo antico. La prima poetessa dell’eros al femminile.
La sua opera è ritenuta una pietra miliare senza tempo di tutta la cultura occidentale.
La serata sarà arricchita da musiche e canti dal vivo.
Nessuno ha indagato il mondo dell’eros come ha fatto Saffo: eros come strumento multiforme di conoscenza. Conoscenza di se stessi e del mondo.
Nessuno ha parlato d’amore come Saffo: parole piene di passione e di vita che ancora oggi ci toccano con una forza sconvolgente.
VILLA TORLONIA (FRASCATI) :
IN VINO VERITAS
di e con VINICIO MARCHIONI
mise en éspace MILENA MANCINI
Produzione ANTON ART HOUSE
SAB 2 LUGLIO 2022 ore 21.15
Cos’è il vino? Da dove nasce, quanti miti, quanta umanità, quanta arte, quanta letteratura e quanti amori sono stati ispirati all’ebbrezza, alla gioia e in nome del vino? Sul palco Vinicio Marchioni alterna racconti personali, poesie, massime, storie riprese dai miti classici ispirati al vino intervallati da dischi d’epoca, portando il pubblico in una dimensione “altra” attraverso l’arte del racconto. Un viaggio meraviglioso nella letteratura, nella musica e nell’umanità che si è sviluppata intorno al culto del vino e a tutto quello che il vino rappresenta: incontro, amicizia, andare oltre i limiti del concesso, creazione, disperazione e gioia di vivere; da Dioniso a Charles Bukowski, passando da Hemingway all’opera lirica, da Omero ad Alda Merini. Un omaggio al vino, leggero e poetico, come una cena tra vecchi amici che si dilunga nella notte.
ONÍSIO FURIOSO
di LAURENT GAUDÉ
con GIUSEPPE PESTILLO
regia di LUCA MAZZONE
Produzione TEATRO LIBERO DI PALERMO PRIMA REGIONALE
DOM 10 LUGLIO 2022 – ORE 21.15
Onìsio Furioso affronta il tema della modernità del mito e lo fa costruendo un personaggio che si muove a un ritmo sul crinale tra la poesia e l’epopea, tra la parola tragica e la quotidianità. È un compito difficile quello che Gaudé si è dato nella riscrittura di una figura mitologica così simbolica e carica di rimandi, Dioniso, divinità crudele e cruenta e allo stesso tempo così vitale. Segno di morte e di vita. La dimensione simbolica, che fa da controcanto a una parola concreta, seppur poetica, qui vede un personaggio che è allo stesso tempo uomo e donna, giovane e vecchio; uno degli ultimi dei ad entrare nel pantheon greco, in empatia con coloro che lo venerano e allo stesso tempo di una grande violenza, attraente e respingente. Dioniso è il dio dei mendicanti, dei senza nome, di quelli che non hanno nemmeno una storia, Gaudé, nella scelta del nome, compie un gesto significativo e carico di rimandi simbolici utili alla definizione del personaggio teatrale, della sua essenza e del suo profilo, fa saltare le prime lettere che ne richiamano la dimensione divina, lasciando alla sua scrittura e alla scena, quella terrena; Onysos è così uomo, i suoi impulsi sono i nostri: amore, tristezza; riparte dalla strada per dare una definizione e un volto a questa divinità oggi scesa in terra. Da una qualsiasi strada di una metropoli occidentale il nostro “uomo” inizia il suo racconto…
PASOLINI. UNA STORIA ROMANA
di e con MASSIMO POPOLIZIO
con musiche eseguite dal vivo al violoncello da GIOVANNA FAMULARI
Produzione COMPAGNIA ORSINI
DEBUTTO REGIONALE
VEN 15 LUGLIO 2022 ore 21.15
La magistrale interpretazione di Popolizio intreccia il racconto biografico di Pasolini, dal suo arrivo nella città eterna nei primi anni cinquanta fino alla sua tragica morte nel 1975, con i più celebri testi dell’autore. Attraverso Ragazzi di Vita e Una Vita Violenta abitiamo la realtà post-bellica delle borgate romane e dei ragazzi che le popolano, siamo immersi in uno spaccato di periferia intrisa di povertà assoluta ma anche di geniali ed esilaranti espedienti per tirare a campare tipici dello spirito goliarda e spensierato dei suoi abitanti. Ascoltando poi le poesie e i brani dalle raccolte Religione del mio Tempo e Scritti Corsari rimaniamo sopraffatti perché il poeta “profeta”, da immenso intellettuale qual è stato, attraverso la critica al perbenismo e conformismo del suo tempo individua in maniera lucida e spietata le responsabilità del degrado culturale che ancora oggi ci circonda. In Pasolini però il senso del tragico e quello del comico non si oppongono mai ma si trasformano ed è grazie a questo miracolo e all’aiuto dello struggente violoncello di Giovanna Famulari che possiamo assistere ad una serata veramente irripetibile.
LA DONNA DI SAMO
di MENANDRO
con SIMONE DESTRERO, BRUNO GOVERNALE, ALESSANDRA CAVALLARI, , MARIANNA CUTRARO
regia ROBERTO ZORZUT
Seven Cults produzione e Rosae Open Art
SAB 23 LUGLIO 2022 ore 21.15
Menandro, autore ateniese del terzo secolo a.C., popolarissimo in tutto il bacino mediterraneo.
“La donna di Samo” vive di intrecci complessi giocati sulla sorpresa e improvvisi cambiamenti di situazione. Commedia ricca di riconoscimenti improvvisi, rapimenti e situazioni complicate che girano intorno al tema dell’amore. Gli innamorati, divisi da iniziali ostacoli si trovano ad affrontare numerose difficoltà e peripezie, fino a coronare il loro amore e ricomporre la felicità iniziale che per un equivoco o errore era stata turbata. Il valore della commedia sta nell’ineguagliabile capacità di presentare “caratteri”, personaggi di una convincente credibilità psicologica e sentimentale. Un rito teatrale in maschera che conserva tutto il suo fascino.
MOSTELLARIA (La commedia del Fantasma)
di Tito Maccio PLAUTO
con PIERO SARPA, UGO CARDINALI, ROCCO MILITANO, FABRIZIO PASSERINI, RICCARDO GRAZIOSI, ANNALENA LOMBARDI, LAURA DE ANGELIS
adattamento e regia VINCENZO ZINGARO
Produzione TEATRO BELLI
DOM 24 LUGLIO 2022 ore 21.15
Una delle commedie più divertenti e significative di Plauto, in cui è possibile riscontrare tutti gli elementi che hanno determinato la sua fortuna nei secoli. In essa esplode la forza dirompente dei personaggi plautini: popolari, colorati, caratterizzati all’estremo; maschere capaci di valicare i secoli, prototipi di tipologie senza tempo. Fra tutti, spicca l’emblematico personaggio del servus callidus, il servo astuto, motore dell’azione e inventore di mille furbesche trovate esilaranti. La commedia ci offre un emblematico esempio di “rovesciamento sociale”, che sta alla base del teatro plautino: giovani e servi, rispettivamente sottomessi alla potestà dei padri e dei padroni nella vita, sulla scena prendono il sopravvento, ribaltando ruoli e rompendo schemi.
PROMETHEUS
Ideazione e coreografia LUDOVIC PARTY
Interprete ANTONINO FILARDO
Video-mapping e luci ALICE FELLONI
Voce off Mauro Toscanelli
Produzione IMAGO
PRIMA NAZIONALE
MAR 26 LUGLIO 2022 – ORE 21.15
Il mito di Prometeo da sempre ha affascinato donne uomini, pensatori ed artisti di ogni secolo e di ogni disciplina, e questo probabilmente perché ha simboleggiato nel tempo la lotta delle forze amiche del progresso umano e delle civiltà contro ogni forma di potere.
Si delineano per noi due temi importanti legati alla storia di Prometeo:
1. Il Potere 2. La Libertà Per parlarne ci siamo ispirati ai lavori della filosofa politica tedesca Hannah Arendt, per la quale il potere riposa necessariamente sul consenso degli attori politici, sulla libertà di cittadini impegnati in un mondo comune, altrimenti, appunto, meglio parlare di coercizione che, come tale, non è una categoria della politica ma strumento di moltiplicazione della forza naturale, essenza neutra e disumana, potere di asservimento dell’unico o del gruppo. Hannah Arendt dice che l’invenzione della libertà è in concomitanza con l’invenzione della politica, ma la politica non è necessaria, quello che è sempre esistito è il potere. Ciò che distingue la vita comune degli uomini nella polis da tutte le altre forme di comunità umana con cui i greci erano familiari, è la libertà. Gli schemi mentali di potere e libertà sono particolarmente materialistici e negano il potere e la libertà inerenti alla nostra stessa esistenza. È il culto del confronto e dell’apparenza che ci fa rivolgere ai poteri. In questa pièce danzata da un uomo solo, vogliamo fare un parallelo tra l’incatenamento di Prometeo, quindi di tutti gli uomini e indagare la privazione della libertà da un potere divino e da un potere politico; il desiderio di libertà e quindi la libertà mentale nonostante le catene, per liberarsene affrontando un viaggio tra le emozioni e il vissuto di un titano dei giorni nostri, che si scioglierà in una estasi liberatoria. Per questo useremo il video 3D o video mapping* per sostenere il viaggio del nostro “eroe”, e rendere visibili le sue emozioni.
IFIGENIA IN AULIDE
di EURIPIDE
adattamento di FABRIZIO SINISI
regia ALESSANDRO MACHÌA
con ANDREA TIDONA, MASCIA MUSY, ESTER PANTANO, ALESSANDRA FALLUCCHI, ROBERTO TURCHETTA
Produzione AC ZERKALO
DEBUTTO REGIONALE
SAB 30 LUGLIO 2022 ore 21.15
Ultima della tragedie euripidee, rappresentata postuma nel 399 a.C. in un periodo di profonda crisi del modello della pòlis greca – di lì a poco ci sarebbe stata la disfatta di Atene contro Sparta e la fine di un modello politico e democratico; Ifigenia in Aulide è una tragedia ambigua in cui, come nell’Alcesti, si mette in scena un sacrificio e una morte che poi si rivelerà apparente. Gli dèi di fatto non ci sono più, il tragico sembra sfarinarsi per assenza di eroi che in Euripide sono solo uomini lacerati, deboli, mutevoli, che agiscono in base ai loro desideri e alle loro paure, lontani anni luce sia dal modello omerico che da quello eschileo. A dominare è la ragione strumentale e il discorso politico del potere. Emblematico, in questo senso, è il trattamento che Euripide fa di Achille, eroe demitizzato, quasi un personaggio comico, incapace di corrispondere al suo stesso mito originario, che non agisce, evita lo scontro con i soldati, facendosi sofisticamente paladino della persuasione e del dialogo, pur ripetendo – quasi volesse essere quell’Achille omerico che Euripide non gli permette di rappresentare – che lui salverà Ifigenia. Come quando dice a Clitemnestra: « Ti sono apparso come un dio e non lo ero. Ma lo diventerò ». La crisi del sacro in Euripide emerge anche dalla figura dell’indovino, qui considerato dai protagonisti alla stregua di un volgare ciarlatano, di un imbonitore funzionale a tenere a bada la massa.
Zerkalo è un’associazione culturale e una compagnia teatrale nata nel 2008. Attiva a livello nazionale, si occupa prevalentemente di produzione di spettacoli, formazione teatrale e coreutica professionale, organizzazione di eventi culturali come rassegne teatrali, cinematografiche, coreutiche e letterarie. Il suo direttore artistico, Alessandro Machìa, è regista teatrale e organizzatore, collabora con i maggiori teatri italiani e si occupa prevalentemente di tragedia greca, classici e drammaturgia contemporanea. Ha diretto attori del calibro di Paolo Bonacelli, Edoardo Siravo, Paolo Graziosi, Enrico Lo Verso e Mascia Musy. La sua vice-direttrice artistica, Alessandra Fallucchi, è attrice e pedagoga teatrale di livello nazionale. Il responsabile danza Fabrizio Federici è coreografo e ballerino con partecipazioni in programmi televisivi di successo e festival nazionali e internazionali e direttore artistico del neonato SPAZIO TEATRO FABER a Frascati.
Biglietti:
Spettacoli Chiesa San Nicola 7 euro
Spettacoli Villa Torlonia-Frascati 20 euro / 15 euro
Prenotazioni: tel. 3516853330
Ufficio Stampa
Maresa Palmacci
Ass. Cult. Zerkalo
direzione artistica : Alessandro Machìa
Fonte: Ufficio Stampa – Maresa Palmacci