Giovedì 17 e lunedì 21 dicembre alle ore 21.30, nell’ambito della rassegna La rete dei teatri per il programma Rossellini in streaming sulla piattaforma ATCL Magazine nella sezione LIVE va in scena “La storia di Re Lear”
la nuova produzione di Argot Produzioni e Pierfrancesco Pisani.
Lo spettacolo è stato selezionato tramite l’Avviso volto alla ricerca di progetti di spettacolo dal vivo, di animazione artistica e culturale delle Associazioni del Lazio – #LAZIOInscena – promosso da ATCL Circuito Multidisciplinare dello spettacolo dal vivo della Regione Lazio.
Lo spettacolo con Vanessa Scalera accompagnata dalle sonorizzazioni live di Antonello Aprea, per la regia di Francesco Frangipane, realizzato sul palco dello Spazio Rossellini, è tratto dal testo di Melania Mazzucco – autrice di numerosi libri, tradotti in 27 Paesi – che ricerca le radici della vicenda, risalente agli anni in cui Romolo tracciò con l’aratro il solco sul colle Palatino per fondare Roma, fino al momento in cui William Shakespeare la rielaborò per comporre il capolavoro conosciuto.
La storia di Re Lear e delle sue tre figlie viene da molto lontano, dalla notte dei tempi, si potrebbe dire… Una storia che hanno raccontato un po’ tutti: dai menestrelli alle corti dei principi alle nonne davanti al camino. Con il passare del tempo le persone smisero di credere alle favole, ma un bel dì arrivò Shakespeare e capì che in questa barbara vicenda di re, conti, principi e principesse, mancava il coro, cioè una persona semplice, che dicesse parole in cui gli spettatori potessero riconoscersi, insomma la verità e così riscrisse tutto.
Raccontò Re Lear a modo suo, e lo fece così bene e con parole così giuste che, dopo, se qualcuno avesse voluto raccontare Re Lear, avrebbe dovuto prendere la sua versione. Da allora, Re Lear ha avuto un’infinità di rappresentazioni, traduzioni, riduzioni e adattamenti e questa è una di quelle.
Le due repliche andranno in scena sulla piattaforma ATCL Magazine nella sezione LIVE e saranno visibili gratuitamente.
Spazio Rossellini, Polo Culturale Multidisciplinare della Regione Lazio, animato da ATCL Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio con il coordinamento artistico progettuale di Katia Caselli.
Giovedì 17 e lunedì 21 dicembre – ore 21.30
In streaming su atclmagazine – sezione LIVE
LA STORIA DI RE LEAR
Di Melania G. Mazzucco
Con Vanessa Scalera
Sonorizzazioni e live electronics Antonello Aprea
Regia Francesco Frangipane
Scenografia Katia Titolo
Costumi Francesca Di Giuliano
Responsabile tecnico Raffaele Basile
Organizzazione Marcella Santomassimo
Produzione Argot Produzioni e Pierfrancesco Pisani
In coproduzione con Estate Veronese
…………………………………………….
Vanessa Scalera – attrice con un solido background teatrale, interprete cinematografica per grandi registi come Marco Bellocchio, Michele Placido, Nanni Moretti, Marco Tullio Giordana e tra le più amate per la sua formidabile interpretazione del sostituto procuratore Imma Tataranni nell’omonima fiction di Rai Uno.
Si diploma come attrice alla scuola teatrale “La Scaletta” e inizia il suo percorso debuttando a teatro con Johnny Dorelli e poi con Massimo Dapporto. Nel 2000 fa la sua prima apparizione cinematografica con il film “Mari del Sud” di Marcello Cesena. Decisivo nella sua carriera è l’incontro con il regista Marco Bellocchio che la dirige nei film “Vincere” del 2008, “Bella Addormentata” del 2012 e nel cortometraggio “Per una rosa”, e che scrive lo spettacolo teatrale “Oreste”, nel quale la Scalera recita diretta da Filippo Gili. Per il teatro collabora assiduamente per molti anni con Filippo Gili e Francesco Frangipane che firmano le regie di spettacoli di grande successo di cui è protagonista come “Prima di andar via”, “Dall’alto di una fredda torre” e “Sistema Cechov”.
Al cinema lavora anche con Nanni Moretti nella pellicola “Mia madre” in cui interpreta il ruolo di Francesca.
Nel 2015 è la protagonista del film per la televisione “Lea” per la regia di Marco Tullio Giordana con cui riscuote grande successo e numerosi riconoscimenti sia in Italia che all’estero interpretando Lea Garofalo, testimone di giustizia italiana, vittima della ‘ndrangheta. Successivamente viene diretta nuovamente da Marco Tullio Giordana nel film “Nome di donna” e sempre per il cinema da Guido Lombardi nel film “Il ladro di giorni”. A teatro dal 2016 al 2018 è la coprotagonista di Silvio Orlando in “Lacci” opera scritta da Domenico Starnone. Nel 2019 porta in scena un altro testo di Domenico Starnone, “Autobiografia erotica” con la regia di Andrea De Rosa che la vede sul palco insieme a Pier Giorgio Bellocchio. Nel 2019 arriva il grande successo con la nuova serie Rai “Imma Tataranni – sostituto procuratore” tratto dai romanzi di Mariolina Venezia per la regia di Francesco Amato. Il 2020 vede anche la sua partecipazione nella serie tv per Sky di Matteo Rovere “Romulus”, nel ruolo di Silvia.
Nell’estate del 2020 torna al teatro debuttando al Festival Shakesperiano di Verona con la Storia di Re Lear, riscrittura di Melania Mazzucco diretta da Francesco Frangipane.
LA RECENSIONE (tratta da Sipario.it)
Che il commediografo William Shakespeare ci avesse abituato a testi teatrali fatti di forme poetiche di una certa eleganza e di una consistente genialità, costruite con linguaggio sciolto e molteplici sfumature lo sapevamo. Come si sa che la sua produzione rientra nel più classico dei repertori, è il teatro classico per eccellenza. Nessuna delle sue commedie o tragedie fa eccezione, certamente nemmeno il “Re Lear”, del quale ci offre una lettura scenica particolare, una riscrittura del dramma la scrittrice Melania G. Mazzucco. “La storia di Re Lear” si differenzia dal Lear narrato più volte e messo in scena da più parti in tutto il mondo anche se lo fa rimanendo sui tratti fondamentali, sui binari principali del dramma, mettendo al centro secondo cardini precisi significato e valore dell’opera. Lo spettacolo scritto dalla Mazzucco, portato in scena dal regista Francesco Frangipane con grande efficacia, con Vanessa Scalera protagonista – lettrice, si avvale di accorgimenti originali e trovate frizzantine che iniziano dall’ingresso in scena della Scalera e del suo fido compagno Antonello Aprea, in qualità di fondamentale music maker, che posizionano leggìo e sistemano le proprie cose prima di iniziare lo spettacolo. T-shirt bianca sotto la giacca nera subito levata, pantaloni neri e scarpe da tennis, la sbarazzina Scalera si avventura pian piano nei meandri narrativi del Lear della Mazzucco, nelle pieghe incontrastate di una drammaturgia sincera, per alcuni versi apocalittica ma pronta a riscattarsi in nome di un significativo riscatto, di una saggezza che proprio perché narra la tragedia porta a galla il buono che c’è dentro essa. E lo fa passando con sicurezza alternandosi tra movimenti duri e impegnativi fino ai più soft e persino voluttuosi, ironici. È un inizio scoppiettante, ben dosato da una regia attenta e che non fa sfuggire un solo verso del testo. Vanessa Scalera, attrice di notevole brio e capacità, interpreta a voce (ma anche con le giuste, indiavolate movenze) tutti i personaggi del Lear, con una forza e un attaccamento ad essi quasi a voler prendere da ognuno il meglio, e probabilmente anche il peggio. L’uno e l’altro così si affiancano e si sormontano, si accavallano continuamente. I personaggi sono tutti pieni di un certo pathos e non potrebbe essere altrimenti, ma sono giustamente trattati con uno sguardo incline all’ironia che va comunque verso la metafisica poetica del testo shakesperiano. Va da sé dunque che la lettura scenica scorre veloce, puntuale, portandosi dietro la vita del re e dei personaggi che lo circondano, dalle tre figlie Goneril, Regan e Cordelia, al fido clown, ai duchi, e compagnia bella. Man mano che passano i minuti di quest’ora e dieci tutta vissuta con adrenalina, i personaggi che Scalera interpreta con grande energia mettendoci tutta sé stessa assumono sempre più sgargianti colori, diventano onde che si infrangono sugli scogli, beltà, speranza, monito. La storia rivissuta e rinarrata di Lear è quanto di più sorprendentemente viva, fresca, si dipana tra mille avventure che arrivano dall’eco dei tempi, e si consuma portando in dote insegnamenti dotti, arcani tipici e anche un fascino, una grazia irriverente. Lo spettacolo è uno di quelli da godere appieno, tra una consolle e un muro con vecchie locandine strappate, musiche che fanno capolino e occhiolino e non solo contorno. Spuntano poi cuffie per meglio ascoltare, un microfono dove gridare tutta la propria aderenza interpretativa, occhiali da sole sgargianti che si affiancano alle disgrazie, agli abbandoni, alle crudeli sorti della storia raccontata, uniti ai vivaci, divertenti balli che Vanessa Scalera esercita, il tutto in un riuscito dosaggio di luci. Il pubblico si diverte, e acclama con calore finale una storia che invita fortemente anche a prendere direzioni fantasiose, per non lasciar nulla di sopito.
……………………………………
SPAZIO ROSSELLINI – Via della Vasca Navale 58 – Roma
INFO: tel: 345 2978091
Ufficio stampa: Fabiana Manuelli
Ufficio stampa Argot Produzioni: Edoardo Borzi/Theatron 2.0
Fonte: Theatron 2.0 Press Office – Edoardo Borzi