Il regista visionario sposa tradizione e futuro, in un film dove i buoni sentimenti nascono da una riflessione sociale, e scenari antichi vengono illustrati con tecniche super-moderne.
Un grande successo per grandi e piccoli firmato Disney, che ad appena una settimana dall’uscita è già al primo posto della classifica dei film più visti.
Il regista ha già applicato questa tecnologia ad altri due suoi successi, Polar Express e Beowulf, ma Christmas Carol è un vero e proprio trionfo del 3D, affiancato, però, va detto, da una sapiente regia e dal talento di attori come Gary Oldman, Bob Hoskins e Jim Carrey, che in quanto a mimica facciale e versatilità non ha rivali.
A Christmas Carol, è un racconto ottocentesco di Charles Dickens, ambientato a Natale nella Londra vittoriana.
Il protagonista, Ebenezer Scrooge, è un uomo duro e cinico, che si rifiuta di fare l’elemosina ai poveri e di dare un giorno libero al proprio dipendente persino a Natale. Una sera, però, appena tornato a casa, si trova faccia a faccia niente di meno che con uno spirito, e avrà di che pensare sul proprio egoismo e sulla propria avarizia.
La riflessione cui sarà costretto Scrooge, ha fatto sì che A Christmas Carol sia stato spesso interpretato come una novella sullo spirito natalizio, ma non bisogna dimenticare che quella di Dickens fu anche una denuncia sociale contro la povertà, l’analfabetismo e lo sfruttamento.
Ed è proprio a quest’ultimo aspetto che si rifà Zemeckis, ambientando il film nella Londra della rivoluzione industriale, quando la città, in nome della produzione e del profitto, sembra quasi divorare parte dei suoi abitanti nel proprio ventre.
Scenari gotici accompagnano il travaglio sociale, non mancando di sottolineare il dissidio psicologico dei protagonisti.
Indubbiamente, la prospettiva è più dickensiana che fiabesca, d’altra parte, ammette il regista:’A Christmas Carol è una delle mie storie preferite, soprattutto in tema di viaggi temporali.’
Certo siamo lontani dallo spirito buffo e leggero di Shrek o dell’ Era Glaciale, ma il film ha il merito di aver tradotto un grande classico nel linguaggio del futuro, rischiarando l’ambientazione gotica con una dose incredibile di inventiva e innovazione.
Cimentarsi in una produzione che conta già decine di versioni non era comunque un’impresa facile, in cui poteva riuscire solo un visionario con un progetto ambizioso: portare l’animazione ancora un passo più in là in quanto a tecnica ed effetti speciali.
Scommessa vinta, si può dire, stando ai commenti all’uscita del cinema.
I più piccoli, sognano di volare sui tetti di Londra come nella scena iniziale, i più grandi, sono stupefatti da una tecnica visiva davvero incredibile.
Tutti, hanno negli occhi i bambini che giocano tra le strade innevate, gli spazzacamini e i focolai domestici, e nel cuore l’immancabile lieto fine di questo film di Natale, dove i buoni sentimenti si scontrano con le ingiustizie che esistono da sempre, e dove tradizione fa rima con innovazione.