L’inteso monologo sull’omofobia debutta in prima assoluta sul palco del Teatro Ivelise, Domenica 9 febbraio.
“Quando vorresti dire tante cose a tuo padre. E poi gliele dici quando è troppo tardi.
Un ragazzo gay e un padre omofobo.
Il senso di colpa.
Una storia vera.”
Il regista Massimo Stinco, dopo aver debuttato sul palcoscenico del Teatro Ivelise con lo spettacolo ‘Maskio Bianco Etero’, presenta il 9 febbraio alle ore 19.00, in prima assoluta, “Chi ha ucciso mio padre”.
Lo spettacolo è un monologo intenso sul tema dell’omofobia che racconta il pregiudizio, l’ignoranza e soprattutto il rapporto conflittuale tra un figlio gay e un padre omofobo.
L’opera, tratta dal romanzo omonimo di Edouard Louis, è interpretata dal giovane attore napoletano Dario di Luccio.
Sinossi
Edouard torna nella casa del nord della Francia (notoriamente una zona povera e chiusa) dove ha vissuto con la famiglia prima di trasferirsi a studiare a Parigi. La casa è vuota. La sua famiglia non abita più lì. Una poltrona davanti alla tv. Quella poltrona dove suo padre sedeva ogni sera per guardare partite di calcio e programmi demenziali.
Edouard parla con lui, con suo padre, come se fosse ancora lì. Trova finalmente, ma troppo tardi, il coraggio di aprirsi, di dirgli tutto, di ricordare episodi del passato quando era poco più che adolescente ed era ignorato da questo padre apparentemente senza cuore e senza sensibilità. Rievoca ricordi, momenti, giornate, cene insieme in quella casa. Fino a quella famosa cena che trasformò tutto in tragedia e in cui suo padre perse la vita. Questo spettacolo prosegue la mia personale “battaglia teatrale” contro l’omofobia e per la difesa di tutti quei giovani gay che ancora oggi soffrono in silenzio perché “colpevoli” di essere attratti da ragazzi dello stesso sesso. Sofferenza che spesso ahimè conduce al suicidio. È il mio modo per dar loro una voce, per dare l’opportunità di potersi immedesimare in situazioni e storie che li riguardano. “Tutto il mondo è paese” si dice.
CAST
Scritto e diretto da
Massimo Stinco
con
Dario di Luccio e la partecipazione di Rafal Minkiewicz
Movimenti coreografici
Johnny Volpicelli e Rafal Minkiewicz
Dedicato a Xavier Dolan