L’aeropittura atterra trionfante sul suolo della capitale d’Italia. Può apparire a prima vista come un fiero proclama di stampo futurista: si tratta invece dell’inaugurazione della mostra dell’artista toscana Marcella Mencherini, una delle più valide esponenti di questa corrente pittorica.
In programma dal 7 al 23 settembre al Complesso del Vittoriano di Roma, la mostra di Marcella Mencherini propone uno sguardo rinnovato verso l’arte futurista e divisionista, riuscendo a rielaborare le peculiarità di una corrente artistica che ci riporta ai primi anni del secolo scorso.
La pittrice aretina rievoca nei suoi quadri le storiche imprese dei grandi aviatori del passato, veri e propri eroi per la gente dell’epoca: negli anni Dieci e Venti illustri personaggi come i veneti Arturo Ferrarin e Mario Calderara, Fulco Ruffo di Calabria e il toscano Carlo Del Prete, venivano quasi venerati come divinità in grado di raggiungere traguardi impensabili fino a pochi anni addietro.
Ad esprimere nel migliore dei modi il concetto di aeropittura è l’opera “La crociera aerea delle due Americhe”, che raffigura l’impresa dell’aviatore napoletano Francesco De Pinedo, in grado di trasvolare l’Oceano Atlantico dal continente europeo fino a Buenos Aires, capitale argentina, atterrando in seguito in Arizona, nel sud-ovest degli Stati Uniti. Ciò che salta subito all’occhio è l’aereo, che si fonde e si confonde in volo con la sua stessa traiettoria, componendo figure deformate e schiacciate su se stesse: aria e acqua sembrano rimescolarsi in un turbinio incessante che rappresenta la pericolosità dell’impresa e la precarietà del volo, nonché l’esaltazione della velocità, tipica del futurismo.
Nell’aeropittura la scelta del colore risulta fondamentale. Le diverse gradazioni di colore vanno a creare un caleidoscopio immaginifico, quasi ultraterreno: l’artista punta decisa sul blu, ideale trait d’union tra cielo e mare, ma dà spazio anche al rosso infuocato del sole al crepuscolo e al giallo accecante della luce diurna. Nell’opera “Ferrarin – Del Prete – Record di distanza in volo rettilineo”, questi tre colori paiono collidere, componendo forme sinuose e dando l’impressione visiva della vibrazione che si percepisce in volo.
La Mencherini non si limita però all’aeropittura. La mostra romana espone altri suoi quadri che raffigurano alcune città italiane, come ad esempio Roma, Firenze e Venezia, non seguendo lo stile classico: ognuna delle rappresentazioni tende a connotare le città con stile e colori conformi al loro retaggio culturale. Queste opere sembrano presepi raccolti su stessi, come il quadro dedicato a Firenze: scorci e monumenti della città toscana si sovrappongono l’uno sull’altro creando illusioni ottiche confuse tra il giorno e la notte.
Altre opere intriganti sono “L’isola” e “Notturno milanese”. Prevalenza dell’azzurro nella prima, nella seconda spicca invece una calda tonalità di blu scuro. Ma ciò che colpisce sono i possibili riferimenti cinematografici: ne “L’isola” vengono raffigurati degli abitanti sconosciuti che ricordano in maniera sorprendente gli Avatar del film capolavoro di James Cameron del 2009; nel “Notturno milanese” le forme squadrate dello skyline urbano rievocano l’ambientazione di “Metropolis”, uno dei film muti più celebri degli anni Venti, girato dal regista Fritz Lang in bianco e nero. La futuristica metropoli milanese di Marcella Mencherini potrebbe essere considerata una versione più vivace e “colorata” della tenebrosa e distopica Metropolis del film tedesco.
La mostra “Visioni” è quindi un ritorno alle origini del secolo scorso, quando l’impeto futurista e l’entusiasmo per le nuove scoperte scientifiche trasformavano in ottimista anche il più convinto dei pessimisti.
Proprio da ciò prende le mosse l’ispirazione artistica della pittrice Mencherini. Una mostra intensa ed emozionante, per chi vuole tornare a sognare con lo sguardo degli eroici aviatori, che con il loro coraggio e ardore aprivano uno spazio infinito all’immaginazione.