Il dinamico panorama artistico della capitale accoglie una nuova affascinante mostra presso la Von Buren Contemporary, situata nello storico quartiere di Via Giulia. Si tratta di “EVOKE NOT PROVOKE” di Agostino Rocco, un omaggio alla potenza evocativa dell’arte che invita all’esplorazione del ritratto sotto una luce inusitata. Questa esposizione, aperta dal 22 marzo fino all’11 aprile 2025, promette di sorprendere e di coinvolgere i visitatori con un dialogo profondo tra provocazione e evocazione artistica.
La scelta evocativa di Agostino Rocco
Agostino Rocco, nato a Padova nel 1971, si presenta al pubblico romano con una serie di tredici opere che riflettono un profondo legame con la tradizione ritrattistica. L’artista autodidatta, noto per la sua ricerca nei confronti della storia dell’arte e per l’ammirazione verso i maestri del XV e XVII secolo, offre una reinterpretazione moderna dei temi classici. Rocco riesce a fondere passato e presente attraverso la sua tecnica, che combina manipolazione digitale e pittura manuale, dando vita a opere che sembrano vibrare di un’intensità unica.
Il titolo della mostra, “EVOKE NOT PROVOKE” (Evocare non provocare), non è casuale. Rocco sceglie di esprimere un punto di vista critico sull’attuale scena artistica, spesso dominata da provocazioni fine a sé stesse. L’artista, nel gioco verbale tra l’infinito e l’imperativo, sfida l’arte a riscoprire la profondità evocativa, opponendosi a un contesto culturale sempre più abituato alle provocazioni. Attraverso l’uso sapiente di colori vibranti come azzurri, viola e gialli, Rocco non solo cattura l’attenzione, ma convoglia un messaggio di influenza e bellezza dirompente, rievocando la vita in tutta la sua forza.
La dualità dei ritratti di Rocco
Uno degli aspetti più distintivi delle opere di Rocco è l’apparente staticità dei volti che riescono a trasmettere un’intensità sorprendente. Questa tensione tra immobilità e dinamismo si traduce in una resa pittorica che sottolinea la sensibilità dell’artista per il dettaglio e la sua capacità di evocare emozioni profonde. I ritratti non sono semplici rappresentazioni, ma descrizioni complesse della condizione umana, in cui la superficie della pelle diviene un campo di gioco per luci e ombre, creando illusioni di realismo e profondità.
L’influenza dell’estetica della moda è palpabile nelle sue opere e contribuisce a un’espressività ricca e intensa. È qui che accenni di deformazione fisiognomica trovano spazio, producendo una dialettica continua tra bellezza classica e contemporaneità. Questo permette a Rocco di esplorare e rappresentare l’essenza dei suoi soggetti senza tradire le intensità emotive che caratterizzano il suo stile.
Agostino Rocco: un’arte senza provocazione
Dietro ogni ritratto di Rocco si cela una storia, una narrazione sottile che rivela l’anima del soggetto ritratto. Nei suoi lavori, l’artista invita lo spettatore a superare la superficie e a lasciarsi permeare dall’emozione che ogni volto emana. Ogni opera rappresenta una sfida alla superficialità dell’atto provocativo, richiamando l’osservatore a una più profonda riflessione sull’arte.
Il valore della mostra “EVOKE NOT PROVOKE” va oltre la contemplazione estetica. Michele von Büren, curatore dell’evento, insieme ad Anna Gasperini, che ha redatto il testo critico, hanno sapientemente orchestrato un’esposizione che stimola il dialogo e interroga il pubblico sul vero potere dell’arte. Agostino Rocco sostiene che ora più che mai, l’arte debba essere il riflesso di un’identità profonda, capace di evocare più che di provocare, superando le consuete dinamiche comunicative della società contemporanea.
Info utili
La mostra “EVOKE NOT PROVOKE” sarà visibile presso il Von Buren Contemporary, Via Giulia 13, Roma, dal 22 marzo fino all’11 aprile 2025. Gli orari di apertura sono dal lunedì al sabato, dalle 11:00 alle 13:30 e dalle 15:30 alle 19:30. Il vernissage avrà luogo il 22 e 23 marzo, dalle 18:00 alle 21:00.
(Fonte e immagine: Alessandra lenzi – Ufficio Stampa)