Fino al 26 aprile 2009
c/o Complesso del Vittoriano, via di San Pietro in Carcere
Orario: dal lunedì al giovedì dalle 9.30 alle 19.30; venerdì e sabato dalle 9.30 alle 23.30; domenica dalle 9.30 alle 20.30
Biglietti: ingresso libero
Informazioni: tel. 06.6780664
La mostra, che riprende il tema centrale del celeberrimo "ratto delle Sabine", dal titolo "I Sabini popolo d'Italia, dalla storia al mito", sarà esposta fino al 26 aprile 2009 ed aperta al pubblico ad ingresso gratuito.
Le oltre 120 opere esposte, si compongono di codici, manoscritti, miniature, disegni, oli su tela, sculture, reperti archeologici, antiche carte geografiche, che celebrano il famoso avvenimento nell'arte a partire dall'epoca in cui avvenne, per poi toccare il Medioevo, il Rinascimento, il Barocco, il Neoclassicismo fino a giungere a testimonianze di arte contemporanea. Molti dei reperti provengono direttamente da musei e gallerie della Sabina.
La mostra si articola in quattro sezioni, ed è introdotta da un filmato di Michele Placido che racconta il mito attraverso aneddoti e curiosità.
Le 4 sezioni sono:
STORIA DEI SABINI: descrizione del popolo dei Sabini, del loro incontro- scontro con i Romani e del ruolo che hanno avuto nella fondazione della città eterna.
ARCHEOLOGIA DEI SABINI: esposizione di numerosi oggetti rinvenuti nei principali siti archeologici della zona (provincia di Rieti).
IL RATTO DELLE SABINE NELLA PITTURA: dedicata all'arte pittorica che celebra l'episodio del rapimento. Tra le tante opere in mostra, lavori di Sodomia, di Giambologna, Poussin, Giordano, Tiepolo, oltre ad alcune di artisti contemporanei quali Arturo Martini, Primo Conti e Franco Gentilini.
IL RATTO DELLE SABINE NEL TEATRO, NEL CINEMA E NELLA LETTERATURA: la quarta ed ultima sezione è basata sulla rappresentazione del mito in queste tre arti. Numerosi drammi musicali e letterari si sono ispirati al rapimento delle Sabine, soprattutto nel XVII e XVIII secolo, come il celberrimo "Romolo ed Ersilia" di Metastasio. In letteratura la leggenda ha ispirato il racconto "Sette sposi per sette fratelli" di Stanley Donen e "Sotto il segno dello scorpione" dei fratelli Taviani. Ultima ma non ultima, la trasposizione cinematografica, con l'esempio di Mario Bonnard che ha come protagonista Totò.