Al Museo dell’Ara Pacis, dall’8 febbraio al 28 aprile si svolge la prima grande mostra multimediale dedicata a Vittorio De Sica ,il celebre mito del cinema italiano.
La mostra promossa da Roma Capitale e prodotta dalla Fondazione Cineteca di Bologna, nel parafrasando Pirandello nel titolo, vuole dare un’immagine completa del grande attore, regista, sceneggiatore: centomila vite e centomila personaggi e padre affettuoso dei figli Christian, Emi e Manuel che hanno collaborato con i loro ricordi alla realizzazione.
La mostra è articolata in dodici sezioni, per ripercorrere il cammino artistico e umano di una delle figure più rappresentative della cultura e della cinematografia italiana del Novecento e del cinema mondiale di sempre. Insieme a Federico Fellini fu il regista più premiato a Los Angeles per il miglior film straniero. Vinse quattro Oscar con gli indimenticabili Sciuscià, Ladri di biciclette, Ieri, oggi,domani, Il giardino dei Finzi Contini.
Tutti i volti e i personaggi li ritroviamo, nelle foto, negli oggetti, nei costumi originali, nei manifesti. Le foto lo ritraggono sul set e fuori, sul palcoscenico e con le due mogli e i figli, a fianco di famosi registi come Cesare Zavattini, con il quale collaborò per oltre 30 anni creando il sodalizio più straordinario del cinema italiano. Della loro intesa e della loro diversità ne parla una delle sezioni della mostra.
Il percorso espositivo procede cronologicamente, attraverso i vari momenti della sua lunga carriera, documentati da abiti indossati sul set, lettere private, copertine di riviste, ritagli di giornali, poster di film dai colori vivaci, la bicicletta e l’Oscar vinto per l’omonimo film, oltre cento brani musicali, spezzoni di film, interviste provenienti dagli archivi personali dei figli e degli amici. Fu il primo grande divo moderno, attore di cinema e di rivista ma anche cantante (nessuno può dimenticare la sua voce suadente e appassionata in Parlami d’amore Mariù).
Il De Sica maestro del Neorealismo fu sicuramente il più sensazionale, con i suoi numerosi e bellissimi film, intrisi di verità e di passioni. De Sica faceva recitare attori non professionisti, presi dalla strada, che meglio potevano rappresentare davanti alla macchina da presa, i sentimenti, le emozioni, i problemi dolorosi della gente che usciva da una guerra ingiusta e devastante.
Una sezione è dedicata a Sophia Loren che De Sica diresse in L’oro di Napoli, Matrimonio all’italiana, la Ciociara, film capolavoro del 1960. Tratto dal romanzo di Alberto Moravia per la sua magistrale interpretazione a rendere il dramma umano di una madre travolta dalle barbarie della guerra, l’attrice si consacrò a stella del cinema . Chi può dimenticare, poi, la figura del maresciallo Carotenuto, in Pane, amore e fantasia con il quale De Sica s’impose con una recitazione leggera e divertente.
La mostra è sicuramente da non perdere ed è rivolta a tutti coloro che con essa, vogliono riscoprire la bellezza e la storia di un paese che ci appartiene.