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LA STORIA E LA VISIONE: una suggestiva mostra sulla Danza tra passato e presente

orchesticaNell'eleganza
dello scenario della Sala
Santa Rita

di Roma, è possibile assistere, fino al 30 aprile 2009, alla
mostra La
storia e la visione. 60 anni dell'Accademia Nazionale di Danza,

inaugurata lo scorso 10 marzo.

Un'incantevole
esposizione che ripercorre i 60
anni di storia dell'Accademia Nazionale di Danza
,
all'interno di un luogo raccolto, caratterizzato da un particolare
disegno architettonico e, in seguito all'accurato restauro del
2004, sede di attività di vario tipo, mostre, convegni,
spettacoli e le più diverse e prestigiose iniziative
culturali, progetti studiati anche per valorizzare l'aspetto
estetico dell'edificio e degli interni.

La
storia e la visione
nasce
per celebrare l'importanza raggiunta nel corso degli anni dal vero
"tempio
della danza italiana",

per comprenderne meglio i momenti più salienti e le
significative innovazioni che hanno mutato le sorti di questa
affascinante disciplina, e per percorrere una delle storie artistiche
e culturali più interessanti del nostro Paese, quella appunto
dell'Accademia Nazionale di Danza, luogo di preparazione artistica
per eccellenza. Sorta nel 1948 sul colle
Aventino

per volontà di Jia Ruskaja, ha rappresentato sin dall'inizio
il fulcro del legame tra la danza e il Paese italiano, a cui, da
sempre, questa forma artistica è strettamente ancorata.

La
mostra attraversa la storia dell'Accademia servendosi di una serie
di immagini fotografiche

che ci fanno entrare nel vivo delle vicende, nelle sale dove si sono
formati i grandi artisti del passato, negli spettacoli degli anni '50
del all'aperto, con la scenografia naturale del colle
Aventino, nelle coreografie di repertorio e nelle esibizioni più
recenti.

Esposte
42 immagini, in grado non solo di ricreare, per merito della
professionalità di fotografi quali Antonio Agostini e Marco
Mancini, l'atmosfera surreale delle rappresentazioni sceniche come
Il Lago dei
Cigni
e Lo
Schiaccianoci,

ma anche di ritrarre i momenti di duro impegno all'interno delle
aule, accompagnati da determinazione e disciplina, raffigurati nelle
Riflessioni
di
Giovanni Caccamo.

Durante
l'esposizione si può assistere alla proiezione
di un filmato

che si sofferma in generale sull'arte della danza, ma soprattutto
sull'arco di tempo che intercorre tra il 1948 e il 2008, quindi sui
60 anni di storia dell'Accademia, per avvalorare e completare
quanto raccontato già dalle immagini; vengono segnalate le
attività che hanno contribuito ad accrescerne il prestigio e
che si sono rivelate determinanti per lo sviluppo della danza
italiana: i corsi per la formazione di insegnanti e coreografi,
l'affiancamento di materie teoriche a quelle tecniche,
l'istituzione di una biblioteca, la partecipazione di coreografi e
maestri di fama internazionale. Nell'ultimo decennio inoltre
l'Accademia ha assunto il ruolo di facoltà
universitaria

e di Istituto
di Alta

nel comparto Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM) del
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della
Ricerca, ed ha assistito alla riapertura del Teatro all'aperto e al
restauro di quello interno, il cosiddetto Teatro Ruskaja.

Tra
le grandiose personalità che hanno contribuito alla
realizzazione di tutto questo e che si sono succedute alla direzione,
si ricordano Giuliana Penzi, Lia Calizza, Margherita Parrilla,
attuale Direttore dell'Accademia, e Pina Bausch, la quale ha
assunto la Direzione onoraria nel 2006.

E
per finire, completano con grande finezza il repertorio visivo,
l'esposizione dei costumi
di scena
e
una teca di
documenti storici

che testimoniano alcune delle più importanti vicende della
storia della danza italiana.

Chi
nutre una forte passione per la danza certamente non può
mancare un'occasione simile, un'esposizione che mira, oltre a
creare un'eccellente quadro sull'Accademia e sulla storia di
questa disciplina in generale, a fondere due arti che si combinano
sapientemente: la
e la danza,
nello sciogliersi delicatamente l'una nell'altra, creano un
risultato unico nel suo genere, dando vita a rappresentazioni
evocative che ci fanno continuare a sognare, a ripercorrere i grandi
momenti del passato e a idealizzare quanto ancora appartiene al
futuro.

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