Il più
Sovrano Maestro stato in dipintura.
Così ce lo riporta Giovanni Villani nella sua opera Cronica del 1340. Figura di spicco del Medioevo, artefice di
significativi cambiamenti per l'arte del nostro Paese, emblema di una svolta epocale
nelle tecniche di esecuzione pittorica: a Giotto è dedicata un'imponente
rassegna inauguratasi lo scorso 6 marzo presso il Complesso del Vittoriano, che
si protrarrà fino al 29 giugno 2009.
Dopo circa settant'anni dall'ultima mostra intorno
alle opere del grande artista svoltasi nella Galleria degli Uffizi di Firenze,
l'atteso ritorno prevede un'esposizione di oltre centocinquanta opere, di cui
venti capolavori del Maestro, attraverso i quali, oltre a ripercorrere le tappe
fondamentali della sua vita, si compie un excursus
sulla storia artistica italiana tra la fine del duecento e la prima metà del
trecento. Si pone l'accento, inoltre, sul grande influsso che Giotto esercitò
sui suoi discepoli ma soprattutto sull'arte figurativa, architettonica e scultorea
di quel tempo, dando inizio ad un nuovo concepimento dello sfruttamento dello
spazio, per mezzo dell'introduzione dei concetti di profondità, prospettiva, tridimensionalità
e plasticismo, veri capisaldi della sua innovazione.
Al centro della rappresentazione espositiva il
cosiddetto "percorso giottesco" che attraversa i luoghi di formazione dell'artista,
le principali regioni che hanno risentito del suo influsso e che hanno per così
dire "coniato" il suo stile, attraverso un lungo e profondo apprendistato;
Lazio, Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Umbria, Marche e Campania:
questi i siti che hanno contribuito ad alimentare la fama di Giotto e dove egli
ha elaborato le sue opere più importanti.
L' "Italia di Giotto" fa da corollario alla mostra:
si tratta di una sezione espositiva informativa che offre una lettura più
completa della vita del Maestro e che cerca di creare un contesto esaustivo
della sua produzione; non solo, scopo della ricostruzione geografica che
affianca l'esposizione è anche quello di risaltare, attraverso la promozione
delle risorse artistiche, i territori italiani, rivalutando e conferendo una
maggiore notorietà alla loro immagine. In questa direzione, il contributo
dell'Enit – Agenzia Nazionale del Turismo all'evento è stato davvero rilevante.
Un filmato concesso dall'Istituto Luce inoltre
viene proiettato continuamente durante la mostra per fornire un racconto
abbastanza dettagliato delle vicende più significative dell'artista.
Altro nodo centrale della rassegna viene considerata
la grande influenza che lo stile di Giotto esercitò sui suoi allievi e sui
contemporanei, oltre che sull'arte in generale; dunque in mostra sono presenti
veri e propri capolavori dei pittori più rappresentativi di quel tempo quali
Cimabue, Simone Martini, Taddeo Gaddi, gli scultori Giovanni Pisano, Arnolfo di
Cambio e tra i miniatori il Maestro del Codice di San Giorgio, uno dei più
fedeli interpreti della lezione giottesca.
L'azione di Giotto si riflette pertanto non solo
sulla pittura, ma anche sulla scultura e sulle arti suntuarie, in special modo manoscritti
miniati e lavori di oreficeria.
Tra le opere di Giotto, oltre ai venti capolavori
esposti tra i quali spiccano il Polittico di Badia, il mosaico con l'Angelo
dalla Navicella di San Pietro e il Polittico Peruzzi, è possibile osservare i
suoi maggiori cicli di affreschi situati nella Basilica di San Francesco di
Assisi e nella Cappella degli Scrovegni di Padova attraverso un'esperienza del
tutto originale che si avvale di una tecnologia altamente innovativa. Grazie
alla presenza di nove monitor con sistema di puntamento touch screen, l'osservatore può selezionare una singola scena
dell'affresco per visualizzarla più dettagliatamente. È consentito quindi
"navigare" all'interno dell'opera attraverso questo sofisticato procedimento di
ripresa fotografica, senza perdita di risoluzione delle immagini.
Si assiste ad un notevole tentativo di ricreare un
quadro il più possibile completo sulla vita e le esperienze artistiche di
Giotto, considerato il primo vero pittore "italiano", nonché sulla storia
dell'arte tra il XIII e il XIV secolo, per celebrare colui che, portavoce di
una nuova tecnica, ha attuato una sintesi della tradizione classica e medievale
e, allo stesso tempo, ha gettato le basi per il Rinascimento.
Teatro di
questa ricca esposizione il Museo del Vittoriano nel cuore di Roma, che ospita
da sempre i capolavori dei più importanti artisti passati alla storia e che con
il suo affascinante passato, l'imponenza della struttura e l'eleganza degli
interni, contribuisce a creare il disegno raffinato nel quale si colloca
l'evento.