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Una regina moderna in mostra al Vittoriano: Tamara de Lempicka

tamara_de_lempicka_1Un titolo più calzante non ci poteva essere, per una esposizione che celebra una delle pittrici più famose nel mondo.
Stiamo parlando di Tamara de Lempicka, le cui opere sono esposte in una grande mostra al complesso del Vittoriano
.

Classe 1898 Tamara Lempicka ha vissuto in pieno la modernità e tutte le novità del nuovo secolo.
Lei stessa è stata moderna in tutto ciò che ha fatto, sia nell’arte ma soprattutto nella sua vita.
Incerto il luogo di nascita, l’artista ha sempre dichiarato di essere polacca e di essere nata a Varsavia, ma il certificato di matrimonio e morte dicono che è nata a Mosca.
La madre era una polacca di origine francese, mentre il padre era un ricco ebreo russo, che si trasferì in Polonia durante le guerre napoleonica.

tamara_de_lempicka_2Tamara perde il padre a cinque anni, e vive con i fratelli, in Polonia, con la famiglia materna.
Figura chiave della forte personalità di Tamara è la nonna Clementine, che la cresce con il culto della nobiltà e con la convinzione di essere speciale. Con Clementine, Tamara visita l’Italia e Montecarlo, e frequenta il prestigioso collegio di Rydzyna in Polonia.
Questo per spiegare come Tamara, cresciuta in ambiente fortemente stimolante, ha sviluppato sin da subito una personalità forte e determinata.

Il suo nome d’arte è legato al quello del marito Tadeusz Lempicki, un nobile avvocato polacco, che sposò probabilmente intorno al 1916. Durante le nozze conosce un diplomatico siamese con il quale ha una storia non appena tornata dal viaggio di nozze.
Le sue vicende private sono avvincenti come quelle di una diva del cinema d’epoca.
La formazione artistica ufficiale avviene nel 1919, quando si iscrive all’Acadèmie de la Grande Chaumière a Parigi, per poter apprendere una lavoro, visto che il marito, dopo una serie di complicate vicende politiche e personali, è depresso e non ha intenzione di lavorare.

tamara_de_lempicka_3Nel 1920 la troviamo all’Acadèmie Ranson e qui passa il suo tempo a copiare teste e mani dal Louvre. In seguito Tamara comincerà una storia con una donna, Ira Perrot, con cui viaggerà in Italia, e avrà la possibilità di studiare da vicino l’arte italiana.
Inizia una vita fatta di sregolatezza, e nel 1922 espone per la prima volta al Salon d’Automne, dove un  ritratto della sua amante dal titolo, Portrait d’une jeune femme en robe bleue, viene però indicata nel catalogo con un nome maschile Lempitzki.
La sua vita familiare naufraga, decolla invece quella professionale.

Conosce l’avanguardia artistica, e lei stessa diventa l’avanguardia in persona, una innovatrice, che guarda al passato e realizza un modo di dipingere nuovo fortemente scultoreo, ispirato da Ingres, che Tamara adorava.
Cambia il modo di raffigurare la donna,  che ora grazie a Tamara è un essere  libero, trasgressivo, disinibito ed emancipato.  Nasce una nuova corrente  a metà strada tra il cubismo e il classicismo.
Tamara de Lempicka è stata l’artista più cosmopolita della storia, diventando l’ icona dell’Art dèco, grazie alle sue raffigurazioni che sono diventate le specchio folle della società degli anni Venti e Trenta.

Ora  Tamara de Lempicka è celebrata a Roma con questa esposizione curata da Gioia Mori, sotto l’Alto Patronato del Presidente delle Repubblica Italiana, e promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

tamara_de_lempicka_4Nella mostra romana ci sono ben 90 dipinti e 30 disegni, ma ci sono anche 50 fotografie d’epoca, alcune inedite, che vedono Tamara come una diva del cinema. Una delle mostre più complete dedicate a questa artista.
Una donna che ha saputo muoversi sapientemente, diventando artefice di se stessa. Grazie al secondo matrimonio con il barone Kuffner, Tamara approda in America e qui grazie ad un marketing su se stessa, in pochi mesi è ai vertici della vita mondana di Los Angeles.
I suoi dipinti sono ancora attuali e accattivanti, per tutti coloro che vogliono conoscere le avvincenti vicende di questa artista, che ha fatto della inibizione il suo marchio di fabbrica, da non perdere questa mostra al Vittoriano, sino al 10 luglio 2011.

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