Quando agli inizi del Novecento la pittura italiana volge lo sguardo in Europa incontra Cézanne.
Fino al 2 febbraio 2014, sarà visibile al Complesso del Vittoriano, una splendida mostra dedicata a Cézanne il grande maestro francese, considerato il padre dell’arte moderna, a confronto con i maggiori pittori italiani del Novecento che maggiormente subirono il fascino della sua lezione.
La mostra comprende 100 opere, selezionate dalla curatrice Maria Teresa Benedetti e provenienti da musei prestigiosi come l’Ermitage di San Pietroburgo, il museo d’Orsay di Parigi, i Musei Vaticani, di cui 20 opere di Cézanne e 80 dei pittori italiani più importanti, come Morandi, Boccioni, Soffici, Sironi, Carrà, Pirandello e molti altri. Scopo della mostra è capire e documentare l’influenza che ebbero le sue idee sulle nuove correnti post-impressioniste e le avanguardie futuriste.
Cézanne muore nel 1906. Un anno dopo Picasso realizzerà il celebre dipinto Les Demoiselles d’Avignon precursore del cubismo.
Ma il percorso artistico di Cézanne fu lungo e travagliato.
Nato ad Aix en Provence nel 1839, legato agli impressionisti, sotto l’esempio dell’amico Jacob Camille Pissarro autorevole rappresentante del movimento, inizia a dipingere all’aperto, “en plein air” a rappresentare obiettivamente lo spettacolo naturale, con la costruzione delle immagini attraverso pennellate di luce e di colore. Ma successivamente cercò di superare il naturalismo di fine ottocento per dedicarsi alla ricerca costante di una rappresentazione geometrica della realtà da riprodurre sulla tela in maniera oggettiva e leggibile, fino ad arrivare alla scomposizione e disintegrazione delle immagini, al superamento delle prospettive tradizionali per approdare ad un nuovo linguaggio pittorico.
Egli propone infatti un modello di spazio basato sulla sensibilità dell’artista, sul suo modo personale di percepire la realtà. Nei dipinti degli ultimi anni Cézanne costruisce una sintesi di tutti gli elementi plastici, non si distinguono più i volumi, le forme sono suggerite da colori e linee intrecciate e sovrapposte su spazi non definiti, e il tutto diventa fluido, astratto, avvolgente. E’ stato detto infatti da storici dell’arte che il maestro francese opera una sorta di classicismo moderno, per il suo desiderio di penetrare l’essenza delle cose e una visione del mondo concreta e strettamente individuale.
La mostra divisa in quattro sezioni tematiche, ritratti, paesaggi, nature morte e nudi, permette di cogliere le affinità e i rapporti tra Cézanne e i protagonisti del Novecento italiano. Straordinaria infatti è la somiglianza cromatica che unisce, pur in soggetti diversi, il capolavoro di Cézanne Paesaggio Blu con il Ritratto del maestro Busoni, opera fondamentale di Umberto Boccioni che esce dall’esperienza futurista attraverso il contatto con Cézanne e la sua esaltazione della pennellata di luce.
Giorgio Morandi, anche lui impegnato nella negazione dei valori prospettici guarda al maestro di Aix fin dalla sua prima formazione.
In mostra, di Morandi, oltre ad alcune nature morte e paesaggi, ci sono le Bagnanti che hanno la medesima struttura compositiva di quelle dipinte da Cézanne e conservate nella collezione Fabbri a Firenze, tema molto amato dal pittore francese per esprimere l’armonia che lega l’uomo alla natura.
In tutte le opere presenti è riconoscibile l’impronta e l’insegnamento del grande maestro: in Neofiti di Corrado Cagli, La Famiglia di Franco Gentilini, Nudo di Felice Carena, Concerto di Felice Casorati, Il Bagno, Natura morta con le mele e Bagnanti di schiena di Fausto Pirandello.
Il merito di questa mostra è farci gustare la bellezza di Cézanne che ha saputo indicare una strada per l’evoluzione della pittura nel Novecento, diventando una guida per coloro che hanno saputo interpretare lo spirito rivoluzionario delle sue opere.