Il fotografo ungherese Robert Capa è ritenuto da parecchi il padre del fotogiornalismo, soprattutto perché le sue opere hanno saputo raccontare con grande forza e talento le maggiori guerre del secolo scorso.
Capa, infatti, pur non essendo un soldato, trascorse la maggior parte della sua vita nei campi di battaglia, avendo modo di seguire così i cinque maggiori conflitti mondiali, ovvero la guerra civile spagnola, quella sino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la guerra arabo-israeliana del 1948 e la prima guerra d’Indocina. Inoltre, sempre durante il secondo conflitto mondiale, si spostò fra Londra, il Nord Africa e l’Italia, documentando pure il celebre sbarco in Normandia e la liberazione di Parigi.
Una delle più famose foto di Capa è senz’altro quella scattata a Cordova, dove viene immortalato un soldato dell’esercito repubblicano colpito a morte da un proiettile sparato dai franchisti (tuttavia, per essere precisi, tale foto è stata per lungo tempo al centro di una diatriba riguardo alla sua presunta non autenticità).
Nel corso della sua vita ha collezionato più di settantamila foto, che oggi sono custodite all’International Center of Photography di New York. Da questo imponente patrimonio, il fratello Cornell assieme al biografo di Capa, Richard Whelan, ha selezionato 937 foto, fra le più caratteristiche e rilevanti che hanno dato vita a tre serie identiche, le master Selection I, II e III, ognuna completa di tutte le immagini, conservate a New York, Tokyo e Budapest.
Una selezione di 78 fotografie saranno, invece, ospitate dal 3 ottobre 2013 al 6 gennaio 2014, presso il Museo di Roma Palazzo Braschi, nella mostra intitolata “Robert Capa in Italia 1943 – 1944”. Qui, per l’occasione, verranno utilizzati i nuovi ambienti espositivi, rivolti unicamente alle mostre temporanee. Una volta finiti i lavori di allestimento di tutti gli spazi di recente restaurati, le sale espositive del palazzo saranno 58, distribuite su tre piani.