Uno degli imperatori più grandi dell’antica Roma, forse addirittura il più importante e questo sia dal lato politico e delle riforme, che su quello prettamente simbolico. Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, conosciuto semplicemente come Augusto, ha segnato appieno la storia dell’impero romano e tutti i documenti in nostro possesso ce lo descrivono come uomo dotato di grande carisma e fermezza, formidabile nella propaganda e con un notevole intuito politico.
Figlio adottivo e pronipote di Cesare, Augusto riuscì a porre fine a decenni di tragiche lotte interne, che avevano caratterizzato la Repubblica romana. Con lui, infatti, prende vita una nuova stagione, l’Impero. Egli rimase al potere fino alla morte avvenuta, a Nola, il 19 agosto del 14 d.C. Ci troviamo, perciò, nel bimillenario della morte di questo celebre imperatore e, per celebrarne il ricordo, ecco una mostra dal titolo “Augusto”, presso lo Scuderie del Quirinale, dal 18 ottobre fino al 9 febbraio 2014.
Si tratta, nello specifico, di una mostra ideata da Eugenio La Rocca ed organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo – Scuderie del Quirinale e i Musei Capitolini di Roma, in collaborazione con la Réunion des musées nationaux – Grand Palais e il musée du Louvre di Parigi.
Sono talmente tanti i materiali e le fonti su questo personaggio storico, che una mostra senz’altro aiuta a ripercorrere le tappe più significative della sua vita. Una vita, la sua, colma di successi, imprese, ma anche contrassegnata da lutti familiari, che lo privarono in pochi decenni di Agrippa, suo luogotenente e genero, e degli eredi designati a succedergli, ossia il nipote Marcello, figlio della sorella Ottavia; Gaio e Lucio Cesari, figli di Giulia e Agrippa.
Una figura di imperatore, dicevamo prima, straordinaria e ciò lo possiamo notare dalle diverse riforme che lui ha voluto realizzare. Ricordiamo, ad esempio, quelle che portarono ad un nuovo sistema amministrativo provinciale, alla riorganizzazione delle forze armate, a politiche a favore delle classi meno abbienti, alla realizzazione di numerosi edifici, all’emanazione di leggi a favore della famiglia, al riordino del sistema monetario.
L’epoca di Augusto ci appare, quindi, piena di prosperità, senza conflitti interni e caratterizzata da nobili concetti come “pax”, “pietas”, “concordia”, cantati da poeti straordinari come Virgilio ed Orazio e da tutti gli intellettuali radunati attorno al circolo cosiddetto di Mecenate (Gaio Cilnio Mecenate fu consigliere dello stesso Augusto e contribuì in maniera significativa ad incoraggiare la cultura e le arti in quel periodo).
Come cercare, quindi, di raccontare al meglio la storia di questo grande imperatore così piena di avvenimenti e di riforme?
Ecco, perciò, la valenza di tale mostra che, per mezzo di un’ accurata selezione di opere di assoluto pregio artistico, fra statue, ritratti, arredi domestici in bronzo, argento e vetro, gioielli in oro e pietre preziose, propone un percorso in grado di intrecciare la vita e la carriera di Augusto con il formarsi di una nuova cultura e di un nuovo linguaggio artistico, tutt’ora alla base della civiltà occidentale.
I biglietti vanno dai 12 euro dell’intero fino a 9,50 di quello ridotto. Per conoscere comunque tutti i dettagli, le agevolazioni e gli orari, visitare il sito delle Scuderie del Quirinale.
I particolari della biografia di Augusto e della sua straordinaria carriera politica ci sono stati trasmessi da parecchi autorevoli storici, quali Svetonio, Tacito e Cassio Dione. Fu proprio Svetonio colui, forse, che meglio descrisse questo imperatore, un uomo certamente di potere, ma che seppe sempre considerare le esigenze del proprio popolo.
“Ma è risaputo che fosse un sovrano più rivolto al bene pubblico che ambizioso, una volta che il popolo si lamentava della mancanza di vino e del suo prezzo, lo rimbrottò severamente dicendo che suo genero Agrippa, avendo costruito molti acquedotti, aveva fatto in modo sufficientemente che gli uomini non avessero sete.” (Svetonio, “Augustus” 42.)
Probabilmente tanti avvenimenti dei nostri tempi non sarebbero accaduti, se chi ricopre incarichi di responsabilità istituzionale avesse letto e fatte sue un po’ di queste opere storiche. Lì c’è tutto, dalle guerre sanguinose alla corruzione, dalle riforme messe in atto per il bene comune, fino alle lotte intestine per la presa del potere… Il contesto è ovviamente diversissimo, ma i punti in comune ci sono, eccome. La storia, anche quella dei tempi più remoti, sta lì negli studi, nelle testimonianze, nelle fonti, nelle opere artistiche e cinematografiche. Basterebbe andarle a leggere, studiarle, vederle e, perché no, cogliere l’occasione di visitare una simile mostra.