Esistono luoghi a Roma, forse meno conosciuti ai più, dove si possono passare momenti piacevoli a contatto con l’arte e dialogando con curiosi e appassionati. Sono questi i luoghi dai quali prendono il via i nuovi movimenti artistici, dove fermentano nuove idee, e i giovani artisti possono farsi conoscere. Sono i luoghi che prendono linfa vitale dalla città, dalle strade, dalle nuove tendenze che si diffondo tra la gente.
Piccole, grandi, più o meno conosciute, sono le numerose gallerie d’arte che, dal centro alla periferia, offrono una vastissima offerta artistica da osservare, ammirare, ed eventualmente comprare. Una successione continua di mostre, incontri ed eventi, tra i quali bisogna muoversi con scaltrezza per cogliere il meglio del momento. Qui l’arte è viva, di passaggio, non resta congelata per una apparente eternità come nei musei istituzionali.
La Dorothy Circus Gallery, ad esempio, da New York arriva a Roma, in zona Pigneto, nel 2007 e porta per la prima volta nella scena contemporanea italiana l’arte Pop Surrealista. Una corrente nata ai margini dei movimenti ufficiali nella Los Angeles degli anni Sessanta, attingendo dal mondo dei fumetti, dei graffiti, dell’arte pop, del rock. Atmosfere tra il surrealismo e un mondo infantile, però ambiguo e trasgressivo, emergono nelle opere di Mark Ryden, Joe Sorren, Marion Peck Camille, Ray Caesar, Nicoletta Ceccoli, e molti altri.
“Privet Collection Carnival”, a cura di Alexandra Mazzanti, inaugurata lo scorso 12 febbraio nella nuova sede della galleria in via dei Pettinari 76 – a due passi da Campo dei Fiori – riporta sulla scena romana la mostra dedicata al Surrealismo Pop che già ha avuto luogo con successo da giugno a ottobre 2010 al Museo d’Arte Contemporanea Carandente di Spoleto. In mostra le opere dei più importanti artisti ormai divenuti capiscuola della corrente stessa.
Attraverso gli oltre cinquanta pezzi esposti, ci si inoltra nei flussi surreali di una pittura narrativa dalle meticolose inquadrature prospettiche, che riattinge alla tecnica pittorica classica, ma rivolta le matrici paesaggistiche, domestiche e individuali. In perfetta sintonia con le radici surrealiste degli anni Trenta, le basi figurative del pop si rigenerano in un costante movimento tra registrazione del reale e immediata rielaborazione onirica. Ne emerge quindi un nuovo mondo, a metà tra realtà e sogno, dove fanciulle dai grandi occhi e dagli esili corpi nascondono arcani segreti; demoni disarmati e tristi giocano in atmosfere sospese con mostri ancora cuccioli; ogni cosa assomiglia al reale, ma lo trascende, narrando una mitologia nuova e antica.
Velluti bianchi e rossi, maschere, luci soffuse, atmosfera noir, un arredamento retrò, le note di un’arpa: la Dorothy Circus Gallery si conferma location ideale per ospitare l’animo surreale di questa seducente corrente artistica, a metà strada tra la realtà e un Mondo delle Meraviglie insidioso e misterioso che ricorda quello cinematografico di Tim Burton.
Lo spostamento strategico dal Pigneto a via dei Pettinari, che collega Campo dei Fiori a Trastevere, pone le premesse per un sicuro successo culturale e commerciale della galleria che conserva anche una collezione di Art Toys d’autore e una selezione di stampe ad edizione limitata.