Una straordinaria mostra intitolata Cubisti Cubismo presenta al Complesso del Vittoriano oltre duecento opere provenienti da alcuni tra i più importanti musei del mondo.
Un viaggio fra oli, dipinti, disegni, sculture, arredi insieme a filmati, costumi, musiche, documenti e oggetti di design che saranno visibili fino al 23 giugno per una proposta che vuole raccontare la storia, le vicende e la fortuna del Cubismo, i suoi protagonisti principali e la sua diffusione nella cultura europea come movimento artistico più importante del Novecento.
L’esposizione segue un criterio cronologico attraverso sezioni tematiche e sezioni nazionali: oltre ai sommi padri del movimento come Pablo Picasso e Georges Braque, possiamo ammirare opere di firme altrettanto grandi come quelle di: Juan Gris, Fernand Léger, Albert Gleizes, Francis Picabia, Jean Metzinger, Natalia Goncharova, Vanessa Bell, fino agli italiani Gino Severini e Ardengo Soffici. Il Cubismo tradotto in arte è l’aspirazione di modernità e innovazione del primo Novecento che già si era manifestata con le nuove scoperte in campo tecnico e scientifico. Se ne indica la nascita con l’opera di Picasso Les demoiselles d’Avignon, un quadro di nudi femminili in un interno, un harem o una casa di piacere. L’opera rappresenta una sfida alla figurazione tradizionale dell’arte occidentale.
Il processo pittorico non ha inizio dall’osservazione della realtà,ma si creano sulla tela forme geometriche variamente posizionate che sintetizzano la realtà. Al posto della prospettiva centrale subentra la riproduzione dell’oggetto contemporaneamente da più punti di vista; la vecchia geometria compositiva legata alla percezione della realtà viene ampliata da una struttura compositiva autonoma, sviluppata soltanto dal dipinto e anche la suddivisione della luce e delle ombre varia da elemento ad elemento raffigurato.
È un nuovo modo di percepire la realtà, secondo il quale la percezione del mondo reale proviene non solo dall’occhio ma anche dalla mente dell’osservatore, un nuovo metodo per inventare la verità: L’arte è una menzogna diceva lo stesso Picasso e nella menzogna, realtà e finzione si mescolano. Il celeberrimo quadro vuole anche essere un forte segno di rottura con gli schemi e le convenzioni del passato, quello scomporre le figure è un grido di libertà, di furore creativo e insieme cerebrale di Picasso.
Il cubismo influenzò tutte le arti, dal teatro alla poesia, dall’architettura alla musica e alla moda. Per la curatrice della mostra Charlotte N. Eyerman il cubismo evoca una idea di mutamento, di dinamismo e pragmatismo, diventa l’immagine di un mondo complesso sconvolto da rapidi cambiamenti politici e sociali; in mostra quindi, oltre ai capolavori di artisti noti, anche le manifestazioni del cubismo nelle sue varie sfaccettature.
Tra le principali opere esposte: Ritratto di Jacques Nayral di Albert Gleizes; Francis Picabia, La processione, Siviglia; Georges Braque con Parco a Carrières-Saint-Denis; La ballerina spagnola di Natalia Goncharova; Schizzo per costume di figura umana dal balletto “La création du monde”di Fernand Léger e infine il Nudo di Pablo Picasso dall’Ermitage di San Pietroburgo.
L’evento patrocinato da Roma Capitale, dall’Assessorato alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani, grazie all’accordo tra Vittoriano e Roma Capitale, si rivolge a tutti gli studenti delle scuole romane che potranno visitare gratuitamente la mostra oltre a partecipare ad attività di laboratorio per arricchire l’offerta formativa delle scuole e avvicinare all’arte un numero sempre maggiore di giovani.
La pittura di Picasso e altri maestri del cubismo non è sicuramente di facile interpretazione e coinvolgimento, può non appassionarci ma di certo non lasciarci indifferenti.