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I Grandi Veneti al Chiostro del Bramante

i_grandi_venetiSotto le festività natalizie siete riusciti a dedicarvi un po’ alla ?
Se ancora non lo avete fatto vi consigliamo una mostra. Sino al 30 Gennaio 2011 è allestita al Chiostro del Bramante un’esposizione dal titolo: “I Grandi Veneti: da Pisanello a Tiziano da Tintoretto a Tiepolo”
.

Ora che si avvicina il giorno della Befana molti di voi si recheranno a Piazza Navona. Ecco tra una bancarella e l’altra andate a visitare questa mostra che è allestita al Chiostro del Bramante, uno spazio espositivo alle spalle della celebre piazza romana, a fianco al piccolo gioiello barocco di Santa Maria della Pace di Pietro da Cortona.

i_grandi_veneti_2Da anni il Chiostro del Bramante ospita a Roma delle esposizioni che oltre a colpire per le loro tematiche lasciano senza fiato per il loro allestimento.
Questo perché il chiostro è uno di quegli spazi espositivi che ben si plasmano e si trasformano in base all’evento che ospitano.
Questa volta se le opere sono di tutto rispetto e anche l’occasione della mostra è del tutto nuova, in quanto sono esposti un nucleo di dipinti provenienti dall’Accademia Carrara chiusa per lavori di ristrutturazione, quello che lascia un po’ perplessi è l’allestimento.
Troppo scuro, troppo cupo, tanto che dopo un po’ si fa fatica a gustare a pieno le opere. Ovvio questo è un gusto personale e nulla toglie che questa mostra ha il valore di aver dato avvio allo studio del patrimonio di questo Accademia e di far vedere tutti insieme degli autentici maestri della pittura italiana.

E’ il caso di dire che forse però l’intento è più apprezzato dagli addetti ai lavori che non dal grande pubblico, tanto che quando noi di Ez Rome l’abbiamo visitata non c’era quasi nessuno. Questo perché la mostra romana ha come obbiettivo quello di mostrare la pittura veneta così come è rappresentata all’Accademia Carrara, che possiede opere che vanno dal Quattrocento al Settecento provenienti dalla Serenissima. Il punto è proprio qui; non tutti conoscono l’Accademia Carrara e dai nomi che vengono citati dal cartellone ci si aspetta di vedere altre opere.

Questo ovviamente dal punto di vista del grande pubblico, se però dobbiamo fare un altro tipo di analisi, dal punto di vista di chi è del settore (studenti di Storia dell’Arte, docenti, critici d’arte, o tutti coloro che sono degli amanti dell’arte in modo più approfondito) allora questa mostra è una vera e propria “chicca”.
Appena si entra il primo dipinto che si nota è il Ritratto di Lionello d’Este di Pisanello, uno degli artisti che insieme a Gentile da Fabriano conducono la pittura veneta all’alveo del Rinascimento.
Da questi due artisti discendono le due grandi scuole della pittura: quella muranenese dei Vivarini e quella veneziana dei Bellini.

i_grandi_veneti_3Allievo di Gentile da Fabriano a Firenze fu Jacopo Bellini colui che con i figli Gentile e Giovanni segnò il corso della pittura veneziana. Il figlio Giovanni fu nella famiglia colui, che più di tutti diede un senso rinascimentale alla pittura veneta, con figure più vive, più corpose, rispetto alla pittura arcaica dei Vivarini.
Antonio, Alvise e Bartolomeo Vivarini furono invece debitori dell’influenza padovana, in particolar modo dell’operato di Francesco Squarcione, dal carattere più cortese e meno rinascimentale.
Sono gli anni in cui Venezia è aperta a diverse influenze che vede quella decisiva dal punto di vista artistico di Antonello da Messina, che modificò il modo di fare i ritratti. Grazie a lui i ritratti diventano degli specchi dell’anima del personaggio rappresentato, e furono molti i pittori che presero questa maniera rivoluzionando la ritrattistica ufficiale.
Da qui in mostra vi saranno opere che mostrano questo nuovo credo. Nella sezione il genio del ritratto vi sono i ritratti di Lorenzo Lotto uno dei primi pittori che realizzarono quelli che poi la critica d’arte ha “ribattezzato” come i ritratti di ordine psicologico.
Si sale al primo piano del Chiostro e la mostra cambia tono, il colore veneto fa da padrone grazie alle opere di Tiziano, Pordenone, Palma il Vecchio. Senza accorgersene si arriva alla fine del Cinquecento con Tintoretto, Veronese, Jacopo Bassano per giungere senza fatica al Seicento e al Settecento.
Eccoli Tiepolo e Canaletto posti a concludere l’esposizione romana. Dopo aver visto l’opera di Canaletto, una bellissima visione sul Canal Grande, la voglia di andare a Venezia ad ammirare dal vivo quello che questo grande artista raffigurò è inarrestabile.

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