Oltre trenta opere del Maestro dell’Arte Povera intrecciano un nuovo dialogo tra Natura e Storia, a dimostrazione dell’immutata vitalità della scultura.
14 marzo – 28 maggio 2023
Oltre trenta opere realizzate tra gli anni Settanta e i primi Duemila in un percorso che attraversa il Salone di Mariano Rossi, la Sala di Apollo e Dafne, la Sala degli Imperatori e quella di Enea e Anchise per espandersi nel Giardino dell’Uccelliera ed eccezionalmente nel Giardino della Meridiana: con Giuseppe Penone. Gesti Universali, a cura di Francesco Stocchi, dal 14 marzo al 28 maggio 2023 la Galleria Borghese torna ad aprirsi al contemporaneo, una mostra che è un omaggio all’immutata vitalità della scultura e a un Maestro dell’Arte Povera
L’esposizione parte dalla ricerca di qualcosa che non è presente negli splendidi spazi della Galleria, offrendo una nuova lettura di quel rapporto tra paesaggio e scultura che la statuaria antica presente nella collezione del museo ci racconta secondo canoni classici. Un percorso che si pone in perfetta continuità con le ricerche sul rapporto tra Arte e Natura che caratte rizzano la direzione di Francesca Cappelletti
Giuseppe Penone. Gesti Universali non propone alcun confronto ma presenta opere scelte come “riflesso” rispetto all’ambiente, offrendo un “completamento” di elementi: nelle sale caratterizzate da un tripudio di marmi, sculture e decorazioni – magnifiche rappresentazioni del mondo minerale – Penone aggiunge un innesto organico di foglie, cuoio, legno che col lega e definisce i due universi. Nei Giardini invece, l’integrazione guarda al mondo dei metalli, con sculture in bronzo che dialogano con la ricca vegetazione circostante, arricchita da circa quaranta nuove piante in vaso chiamate a sorreggere alcune opere. Il percorso espositivo comprende nuclei di opere meno note o iconograficamente poco asso ciate al lavoro di Penone, come Sguardo vegetale, e altre esposte per la prima volta in gruppi tematici – Soffio di foglie e Respirare l’ombra – inserite nello spazio come presenze autono me e originali. Nell’assenza di mitologia dei lavori di Penone, la narrazione sposta il suo asse, e il rapporto tra tempo naturale e passato storico dà vita a un nuovo presente incerto.
Distanziandosi da ogni possibile confronto formale o simbolico con la Galleria, il lavoro di Penone osserva la materia rivelando le forme che nasconde, con l’intento di riattivare quel naturale scambio osmotico tra il museo e il parco circostante, che ha ispirato tante delle opere parte della sua collezione. Gli interventi dell’artista non scardinano quell’equilibro unico tra forme e architettura che caratterizza la Galleria, ma rinnova quel gioco tutto Barocco che intrecciava paesaggio, na tura e scultura, attivando un nuovo dialogo, presentando un’interrogazione sulla scultura, rivelando la sua evoluzione storica e contemporanea La ricerca di Penone indaga la prossimità tra la natura umana e vegetale, elemento centrale del suo lavoro, e fa nascere una riflessione sul suo linguaggio e sul rapporto con il Tempo e la Storia, magistralmente custoditi in Galleria. In questo rispecchiamento, la componente vitale dei materiali utilizzati dall’artista si alterna al tempo storico di quelli della statuaria classica, andando alla ricerca dello stretto necessario. Uno sguardo trasversale e soggettivo che mira a un equilibrio rinnovato, guidato da pura ammirazione.
“Questa mostra è un dialogo tra oggetti che esprimono dei pensieri di epoche diverse ma che hanno come filo conduttore comune il rapporto tra l’uomo e la materia che lo circon da. Questo avviene nell’azione che produce l’opera e che accomuna le opere della Galleria Borghese con la realtà di oggi. Solo attraverso una riflessione con i materiali e con lo spirito che ha sviluppato quelle forme d’arte, si può creare un dialogo che non è un confronto ma un tentativo di porre l’attenzione su dei valori che si possono ritenere condivisi.” afferma Giuseppe Penone. “La mostra Gesti Universali presenta un dialogo che assume la forma di un innesto tra la dimensione minerale, ampiamente presente nella Galleria Borghese, e quella organica che caratterizza l’opera di Penone. Un’interrogazione sulla scultura libera da ogni sensazionali smo, volta a indagare la rappresentazione della natura in relazione al tempo di un passato storico. Un dialogo di idee e materiali, rispetto a un confronto di forme e simboli, che esprime tutta la vitalità della natura umana e di quella vegetale.” dichiara il curatore della mostra, Francesco Stocchi.
“Con la mostra di Giuseppe Penone concludiamo la serie di mostre che da due anni cercano di comunicare al pubblico della Galleria Borghese la ricerca su arte e natura, su creatività dell’artista e elementi naturali. Il percorso si svolge in maniera significativa da alcune sale del museo allo spazio esterno, consentendo al visitatore di mettere a fuoco relazioni fra la materia e il gesto dell’artista e riscoprire la potenziale alleanza fra l’essere umano e la natura nel ciclo del tempo.” afferma la direttrice della Galleria Borghese, Francesca Cappelletti. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Electa con un’intervista all’artista di Francesco Stocchi e un saggio di Andrea Cortellessa. Il volume propone immagini delle ope re allestite nelle quattro sale del museo e nei giardini, descrivendo un osmotico flusso fra la materia organica e le sale interne nonché fra le opere di bronzo e la ricchezza botanica degli esterni.
L’esposizione è stata realizzata grazie al supporto di FENDI, sponsor ufficiale della mostra
Giuseppe Penone
Biografia
Giuseppe Penone nasce a Garessio, vicino a Cuneo, nel 1947; vive e lavora a Torino. Dopo la formazione artistica presso l’Accademia di Belle Arti della stessa città, nel 1968 inizia l’at tività espositiva ed entra a far parte del gruppo di artisti dell’Arte Povera, con una ricerca incentrata sulla natura e i suoi processi di trasformazione. Per la sua formazione Penone è in quegli anni a Torino, la città della FIAT, che esprime allora la sua più forte identità industriale e dove, non a caso, prendono avvio il movimento studentesco e le proteste dei lavoratori. Pur studiando all’Accademia, è l’ambiente delle gallerie d’arte che lo stimola maggiormente, mentre sviluppa per reazione al contesto politico e sociale un rifiuto delle tecniche artistiche tradizionali e dei luoghi a esse deputati. Sceglie così di tornare a lavorare nella natura, ed è proprio lo scenario delle Alpi Marittime quello in cui riconosce il suo vero luogo di forma zione e di ispirazione, dove è possibile stabilire uno scambio artistico con l’ambiente, un ambiente a cui il soggetto creativo sente di appartenere.
Penone ha presentato azioni, documentate fotograficamente, tese a visualizzare e modificare i processi di crescita naturali (Alpi Marittime, 1968; ciclo degli Alberi, dal 1969; serie dei Gesti vegetali, dal 1984). Anche il corpo umano e le sue relazioni con l’ambiente esterno sono og getto della ricerca dell’artista, che lavora con fotografie, proiezioni, impronte e calchi di parti anatomiche in vari materiali (Svolgere la propria pelle, dal 1970; Pressione, dal 1974; Palpebre, dal 1978). In opere successive Penone approfondisce il tema del contatto tra corpo e materia (con la serie dei Soffi, dal 1978), presentando, modificate, ingigantite o elaborate graficamente, parti o impronte del corpo umano (come nelle serie Propagazioni, Terre d’ombra, Anatomie, dalla metà degli anni novanta). L’albero, che Penone considera “l’idea prima e più semplice di vitali tà, di cultura, di scultura”, è un elemento centrale nel suo lavoro. Degli Alberi Penone realizza negli anni un cospicuo numero di varianti che trovano la loro logica nell’idea di Ripetere il bosco. Con questo titolo, in alcune mostre, ha accostato Alberi diversi, dallo Stedelijk Mu seum di Amsterdam nel 1980, al Castello di Rivoli (Torino) nel 1991, o nel 2008 all’Art Gallery of Ontario (AGO) di Toronto.
Le opere di Penone sono state esposte in numerose mostre nazionali e internazionali, ac compagnate anche da testi poetici dell’autore. Nel 2007 l’artista rappresenta l’Italia alla 52° Biennale di Venezia; nel 2013 espone nei Giardini della Reggia di Versailles; gli sono state dedicate mostre personali al Centre Pompidou di Parigi (2004-05, 2022-23), al Rijksmuseum di Amsterdam (2016), alla BNF di Parigi (2021), presso la Frick Collection di New York (Propaga zioni: Giuseppe Penone at Sèvres, 2022) e al Philadelphia Museum of Art (2022-23).
Francesco Stocchi
Biografia
Francesco Stocchi (Roma, 1975) senior curator di Arte moderna e Contemporanea presso il Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam e direttore de Il Foglio Arte, supplemento ar tistico del quotidiano Il Foglio.
Ha curato un ampio numero di mostre e progetti istituzionali, tra cui Le Songe d’Ulysses, Fondation Carmignac, Francia (2022), Giuseppe Penone – Idee di Pietra, Terme di Caracalla, Roma (2022), The Concert, Padiglione Svizzero alla 59ª Biennale di Venezia (2022), Faz escuro mas eu canto, 34ª Biennale di San Paolo, Brasile (co-curatore, 2021), Oscar Murillo – Spirits and Gestures, Fondazione Memmo, Roma (2021), Drive-Through, Museum Boijmans van Beuningen, Paesi Bassi (2020), Medardo Rosso e l’Antico, Palazzo Al temps, Roma (2019), Lygia Pape, Fondazione Carriero, Milano (2019), Latifa Echakhch – Roman ce, Fondazione Memmo, Roma (2019), Giulio Paolini – Del Bello Ideale, Fondazione Carriero, Milano (2018), Sol Lewitt – Between Lines, Fondazione Carriero, Milano (2017), Richard Serra: Drawings 2015–2017, Museum Boijmans van Beuningen, Paesi Bassi (2017), Pascali Sciamano, Fondazione Carriero, Milano (2017), The Death of James Lee Byars, Museum Boijmans van Beuningen, Paesi Bassi (2016), Leoncillo – Fontana, La forma della materia, Fondazione Carriero, Milano (2016), Hammershøi – The Balcony Rooms, Museum Boijmans van Beuningen, Paesi Bassi (2015), Framing Sculpture – Costanti Brancusi, Medardo Rosso, Man Ray, Museum Boijmans van Beuningen, Paesi Bassi (2015).
Ha pubblicato numerosi cataloghi e monografie d’artista, insegna sporadicamente alla NABA, scrive e tiene regolarmente conferenze sull’arte e la cultura visiva.
INFORMAZIONI
Anteprima stampa Lunedì 13 marzo 2023 Ore 10.00 – 13.00
Inaugurazione Lunedì 13 marzo 2023 Ore 18.00 – 21.00
Aperto al pubblico 14 marzo – 28 maggio 2023
Biglietti Intero
€ 13,00 Ridotto 18-25 anni
€ 2,00 Gratuito Prenotazione obbligatoria, per tutte le tipologie di biglietto
€ 2,00 Biglietteria e modalità di prenotazione
La prenotazione è obbligatoria e la biglietteria chiude 30 minuti prima del museo
Biglietteria e modalità di prenotazione
La prenotazione è obbligatoria e la biglietteria chiude 30 minuti prima del museo
Prenotazione +39 06 32810
Prenotazione gruppi e scuole +39 06 32810
Call center attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 18.00
Attività educative
Visite guidate: in italiano dal martedì al sabato alle ore 11.00, 15.00 e 17.00;
domenica alle ore 9.00, 11.00, 15.00 e 17.00
in inglese dal martedì al giovedì alle ore 9.00;
dal venerdì alla domenica alle ore 9.00, 11.00, 15.00 e 17.00.
Il costo è di 8 €, oltre il prezzo del biglietto e i diritti di prenotazione
Prenotazione obbligatoria +39 06 32810
GALLERIA BORGHESE
Piazzale Scipione Borghese, 5 00197 Roma, Italia
Giorni e orari di apertura del museo
Dal martedì alla domenica, dalle 9.00 alle 19.00 (ultimo ingresso alle ore 17.45)
Chiuso tutti i lunedì
La visita dura due ore e i turni di ingresso sono ogni ora
Fonte: Lara Facco P&C