Piano Bianco: mostra Giuseppe Ponzio HyunnArt Studio

Il bianco segna il bianco e il nero il nero. Con tale disarmante semplicità, Giuseppe Ponzio dà un’indicazione di lettura del proprio pensiero, frutto di lunghe riflessioni, discussioni e meditazioni.

Punto di arrivo di un percorso che, partito in nuce dall’analisi e dalla sintesi visiva di culture e scritture ‘altre’, arriva a un distillato segnico che riassume pensiero, parola e immagini.

Il bianco segna il bianco e il nero il nero. Direzioni e indicazioni che si estroflettono dal quadrilatero dell’opera tracciando piani e spazi aperti e multidirezionali, dove il vuoto riempie e muove l’esplorazione visiva, emotiva ed esperienziale di chi guarda. Anima con anima, Ponzio ci conduce, con accogliente levità, in un empireo del pensiero dove perfino le parole, ancora non nate, si originano. Il cuore si apre, l’anima esplora e si espande. Si arriva a un punto di partenza.
In esposizione a Hyunnart Studio sono presentati circa 15 lavori realizzati in polimaterico tridimensionale cromaticamente calibrati soprattutto sul bianco e nero, che si collocano nell’ultima fase del percorso artistico di Giuseppe Ponzio.
Nella lunga storia creativa dell’artista, il pensiero e la riflessione sono stati sempre indissolubilmente interconnessi con l’espressione artistica. Ma dopo molti anni di continuo esercizio pittorico, il pensiero gli prende la mano, e la realizzazione dell’opera diviene pratica quotidiana, variante mai seriale che si articola nei segni e nei simboli a lui propri, sviluppati nel lungo tempo di elaborazione del suo sentire, dalle opere precedenti agli ultimi ‘bianchi’. Lo accompagna da sempre il filo nero del segno, continuo, sinuoso, ondeggiante, come le intime “capriole di fumo del focolare” di ungarettiana memoria; un filo con cui Ponzio esplora l’intimità del proprio gesto e la sensibilità del racconto della vita, che si affina via via che il filo si dipana dalla mano allo strumento. Un segno fino ad allora impastato nel colore e in forme comunque identificabili, riassuntive di rappresentazioni iconiche sintetiche, modulate nella composizione e rafforzate dalle stratificazioni materiche, dalla corposità delle stesure e da indissolubili connubi con materiali estranei alla pittura e al collage tradizionale.
L’autore si lascia andare, nel procedere del suo percorso artistico, dalla propria storia al pensiero riflessivo e, come un rabdomante cerca, individua, scava e trova l’acqua, così Ponzio scopre nuove forme e perfino volti – descritti e al contempo ironicamente negati dal carattere immateriale del segno e dalla volontà di rimanere nella bidimensionalità del piano bianco (che è anche spazio infinito).
L’autore si abbandona quindi a scritture automatiche quasi intelligibili, risvegliando quell’interesse iniziale per le scritture anche tramite la meditazione Zen e lo studio della filosofia sia orientale che occidentale, e, con un lungo e attento allenamento, arriva alla perfezione degli ideogrammi, che indaga
nei corsi e seminari sullo Shodō. La calligrafia, profondamente legata all’emozionalità e intenzionalità personale nonché al gesto propriamente artistico, diviene riassunto e presupposto dell’espressività sorgiva dell’autore, decantata nella chiarezza del nuovo segno. Solo allora Ponzio può conciliare emozionalità, energia vitale e spazialità geometrica, alleggerendo il portato emotivo della composizione e giocando ogni volta ad ingannare i canoni consueti della visione e le aspettative del nostro pensiero. Cercando la strutturazione del pensiero e del proprio sentimento così come lo ha definito nella professione di architetto del sacro, apre nicchie sghembe in parti asimmetriche e imprevedibili del piano o dei piani di sfondo che articolano l’intero diaframma tra lo spettatore e l’autore. Frammenti spezzati si compongono in vuoti pieni di spazio.

Biografia

Giuseppe Ponzio nasce ad Asmara, in Eritrea, nel 1953, terzo di tre figli, da una famiglia di origine siciliana, trasferitasi alla fine dell’800. Il nonno capostipite aveva fondato la prima fabbrica di mattoni della città e suo padre vi aveva costruito diversi edifici, tra cui una fontana monumentale e la moschea.
Si diploma a 17 anni e si trasferisce in Italia, a Roma, per iscriversi all’Università “La Sapienza”, dove si laurea in Architettura, con il prof. Berarducci. Contestualmente coltiva la sua passione per la pittura.
Consolida l’amicizia culturale con alcuni amici, soprattutto con Doriano Fasoli, con il quale stringe un rapporto intellettuale fraterno più che trentennale.
Importante è la lunga frequentazione con l’architetto Danilo Guerri, in lunghe giornate insieme, a confronto con le opere di architettura a Roma.
Nel 1975 partecipa con due dipinti alla X Quadriennale d’arte nazionale a Roma.
Tra il 1982 e il 2013, lavora come architetto nel suo studio in via Scossacavalli, vicino a S. Pietro, dove la sera, dopo il lavoro, si ferma a dipingere. L’attività professionale si svolge prevalentemente in ambito comunitario e religioso, nella progettazione e realizzazione di cappelle e altari in chiese italiane, includendo mosaici, elementi scultorei e vetrate policrome.
Nei suoi viaggi, destinazioni importanti sono, anche per il suo lavoro di artista, Giappone, Londra, Parigi, Berlino, Spagna, Venezia.
Dal 2013 affitta un locale a Borgo Vittorio, a Roma, che ristruttura completamente, dove finalmente si dedica interamente alla pittura e organizza anche mostre di amici, oltre a una sua personale, nel 2015, che chiuderà tale esperienza organizzativa.
L’interesse per il segno lo porta a praticare lo “Shodō”, calligrafia orientale, per vari anni, intravedendo in questo il “nucleo che unisce il rigore e la disciplina alla libertà d’espressione” (da un suo scritto). Frequenta la scuola Bokushin di Roma, e partecipa a mostre e seminari sul tema, oltre a intervenire come conferenziere, illustrando il rapporto tra arte contemporanea e Zen. Intendendo i propri disegni come riflessioni più che come opere compiute spesso li distrugge, come anche molte calligrafie, sua pratica quotidiana. Importante per lui è il maestro di calligrafia
Nagayama Norio, Claudia Tassoni, Sandro Donadio e il gruppo di amici calligrafi, con i quali si reca in Giappone e, nel 2014, espone due suoi lavori all’Istituto Italiano di a Tokyo.
Nel tempo conosce e frequenta amici come l’artista Salvatore Giunta, che lo introdurrà nel gruppo di artisti dell’Associazione Fuori Centro di Roma, partecipando a numerose mostre da loro organizzate.
La sua personale, presso lo Studio Arte Fuori Centro a Roma, nel gennaio 2017, verrà riproposta, ampliata e rinnovata, nel 2018, alla CSA Farm Gallery di Torino.
La sua produzione comprende anche la scultura, che si declinerà in Land Art nel 2017, all’VIII Edizione Land Art al Furlo “Saxum”.
Tra il 2015 e il 2016 lavora al Residence Terra Felice, a San Felice Circeo, mentre ristruttura un’abitazione-studio a Prime Case, presso Fara in Sabina, dove è conservata buona parte delle sue opere ma dove, tuttavia, non riuscirà a dipingere, ammalandosi fatalmente.
L’ultimo suo lavoro è del 2018, a due mani con Salvatore Giunta, per la mostra Abbazie. Magie di luoghi oltre il tempo, organizzata da Arte Fuori Centro presso la Villa Comunale di Frosinone e il Museo MACS a S. Maria Capua Vetere nel 2019.
Sue opere sono inserite nelle collezioni: Parco delle Sculture, Furlo; MACS – Museo d’Arte Contemporanea, S. Maria Capua Vetere; Gaeta, Pinacoteca Comunale; MAC Guarcino (FR); Archivio Silvana Leonardi, Roma; in diverse collezioni private italiane.
La moglie, Agnese Basili, ha fondato l’Archivio Giuseppe Ponzio, un archivio privato di cui è titolare, e, con l’aiuto del grafico e fotografo Alberto Guerri, di Margherita Ponzio, sorella dell’artista, e della storica e critica dell’arte Laura Turco Liveri, sta raccogliendo dati, documenti, fotografie personali e di opere per realizzare il catalogo generale delle opere dell’artista.

Piano Bianco
Giuseppe Ponzio

a cura di
Laura Turco Liveri

HyunnArt Studio, Roma
Inaugurazione: venerdì 2 dicembre ore 18.00
02 dicembre 2022 – 14 gennaio 2023

 

HyunnArt Studio: viale Manzoni 85/87 00185 Roma
orario settimanale: dal martedì al sabato 16/18,30
per appuntamento 3355477120

 

 

Fonte: Simona Pandolfi

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