Il racconto di un percorso artistico e di una ricerca in continua evoluzione, la centralità della memoria e della famiglia nella costruzione della propria identità, donne straordinarie conosciute e non, in un grande mandala
composto da più di trenta opere prodotte tra il 2009 e il 2022: tutto questo e molto altro è Las Mujeres Que Me Habitan mostra personale di María Ángeles Vila Tortosa a cura di Annalisa Inzana, che il 27 ottobre 2022 inaugura gli spazi del nuovo studio dell’artista a Via di San Martino ai Monti a Roma.
Las Mujeres Que Me Habitan nasce per celebrare i vent’anni dalla prima mostra romana di María Ángeles Vila Tortosa e l’apertura del suo nuovo studio. Due decenni di attività, in cui la poetica dell’artista si è evoluta da una ricerca astratta di forte influenza novecentesca, con cui ha esplorato le infinite possibilità della materia, a una ricerca che si interroga sul femminile, sugli stereotipi di genere, sul ruolo delle donne nella società contemporanea. Le opere, esposte in forma di un grande mandala, fanno parte di cinque produzioni diverse: Paesaggi della memoria (2010-2014), Cultura Domestica (2015 – in corso), Hysteria (2018), Atrium Vestae (2020-2021) e Botánica Domestica (2021-2022), insieme ad alcuni lavori recenti e un ritratto di Carmen Amaya figura leggendaria del flamenco spagnolo.
Tra le opere esposte Paciencia Sonriente [Pazienza Sorridente] e La princesa y su castillo [La principessa e il suo castello] parte di una produzione in cui il racconto personale si mescola a quello collettivo e le immagini della madre, delle figlie e di donne sconosciute in bicicletta si mescolano; Sobrevuela [Sorvolare] opera composta da alcuni versi della poetessa galiziana Yolanda Castaño, sei ovali dal titolo Retrato domestico, in cui i dettagli della vita di un perfetto esempio di signora borghese, diventano simbolo dei vincoli sociali che costringono le donne a scegliere tra vita professionale e privata.
E ancora lavori su tela che ritraggono “uteri” come denuncia di quella etimologia discriminatoria e svalutativa che lega la parola isteria, e la relativa patologia, al genere femminile, due vestali parte di un corpus di opere nato dallo studio delle sacerdotesse di Vesta, donne sacre e prigioniere – un’altra riflessione sulla “prigionia sociale” femminile – e alcune opere legate a una “ricerca botanica”, come Mimulus che ritrae il fiore di una pianta usata per contrastare “la paura delle cose del mondo”, che racconta di quella saggezza popolare tramandata dalle donne, che le ha condannate come “streghe” colpevoli solo di essere sapienti.
Las Mujeres Que Me Habitan di María Ángeles Vila Tortosa parla di quello che per motivi consapevoli o no, è rimasto fondante della persona che siamo diventati. L’artista ha raccolto per anni le fotografie delle donne della sua famiglia che sono state conservate accanto a immagini di donne mai conosciute, lontane nel tempo e nello spazio, trovate per caso: persone che la abitano perché parte del suo patrimonio genetico e del suo patrimonio sentimentale, psicologico, emotivo e che hanno negli anni abitato le sue opere su tela, su carta, su metallo.
La ricerca di senso del ruolo sempre diverso, ma in fondo drammaticamente sempre uguale, cui il genere femminile è stato destinato per secoli, fatta da María Ángeles Vila Tortosa, passa attraverso l’analisi di gesti minimi, gli stessi che rendono il suo lavoro immediato e universale.
Se gli anni e le battaglie di chi ci ha preceduto, rendono oggi le donne più consapevoli dei propri diritti e dei propri desideri, non bisogna dimenticare anche quelle nonne, madri, zie, amiche, insegnanti, scrittrici, artiste o semplici sconosciute che, attraversandoci, ci hanno reso quello che siamo.
María Ángeles Vila Tortosa
LAS MUJERES QUE ME HABITAN
Una mostra, parte de programma della Roma Art Week 2022,
che celebra vent’anni di produzione dell’artista e l’apertura della nuova sede del suo studio
27 ottobre – 22 dicembre 2022
Inaugurazione giovedì 27 ottobre dalle 17.00
Studio Maria Angeles Vila Tortosa
Via di San Martino al Monti 9, Roma
Fonte: Ufficio Stampa Lara Facco P&C