Per inaugurare la stagione estiva in galleria, Gagosian Roma è lieta di annunciare Pat Steir: Paintings, Part II.
Con un focus su una suite di maestosi dipinti verticali, gli spazi sono stati interamente riallestiti in collaborazione con l’artista creando nuovi dialoghi tra opere recenti di diverse serie.
Nel 1969, mentre completava la sua ultima storica serie di dipinti, Barnett Newman scriveva: “Perché cedere a questi puristi e formalisti che hanno messo un’ipoteca sul rosso, sul giallo e sul blu, trasformando questi colori in un’idea che li distrugge come colori? Avevo, quindi, il doppio stimolo di usare questi colori per esprimere ciò che volevo fare, di rendere questi colori espressivi piuttosto che didattici e di liberarli dall’ipoteca. Perché qualcuno dovrebbe avere paura del rosso, del giallo e del blu?”
La provocazione di Newman – un riferimento alla controversa opera teatrale di Edward Albee Chi ha paura di Virginia Woolf?, in cui si criticavano il falso ottimismo e la fiducia miope della società moderna – ha sollevato interrogativi profondi sul passato e sul futuro della pittura; una risposta ai gesti iconoclasti di Aleksandr Rodchenko e Piet Mondrian e al clima di sobrio minimalismo instauratosi in America, che include le ultime opere funeree di Mark Rothko e Ad Reinhardt e i dipinti neri di Frank Stella. Successivamente, nel corso del tempo, pittori come Brice Marden, Philip Taaffe, Kerry James Marshall e altri, sono stati spinti a rispondere a Newman in modi fortemente personali con opere che riaffermano la vitalità del loro linguaggio.
Steir aggiunge il proprio audace contributo a questo discorso sulla pittura con la suite di tre dipinti dalle stesse dimensioni esposta a Roma Red Pour, Yellow Pour e Blue Pour (tutti del 2022). Liberando un flusso di vividi colori primari in un unico Pat Steir: Paintings, Part II da Gagosian Roma Pat Steir, Winter Daylight, 2021–22, olio su tela, 274.3 × 274.3 cm © Pat Steir. Photo: Elisabeth Bernstein gesto dal bordo superiore verso il centro della tela scura, l’artista esegue un’operazione compositiva casuale che unisce moderazione ascetica ed espressività spudorata. Questa tensione produttiva crea una risposta pittorica che, sebbene elegiaca, è carica di vita e delle sue contingenze. Pat Steir non ha paura.
Pat Steir è nata nel 1940 a Newark, nel New Jersey e vive e lavora a New York. Le sue opere sono incluse, tra le altre, nelle seguenti collezioni: Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi; Museé du Louvre, Parigi; Kunstmuseum Berna, Svizzera; Tate Modern, Londra; Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Metropolitan Museum of Art, New York; Museum of Modern Art, New York; Whitney Museum of American Art, New York; Philadelphia Museum of Art; National Gallery of Art, Washington, DC; e Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington, DC. Tra le mostre personali nei musei si annoverano: Whitney Museum of American Art, New York (1997; 2010–11); D’acqua e d’aria: Pat Steir, opere dal 1986 al 2003, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma (2003); Silent Secret Waterfalls: The Barnes Series, Barnes Foundation, Philadelphia (2019); Color Wheel, Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington, DC (2019–21); e Long Museum West Bund, Shanghai (2021–22).
PAT STEIR Paintings, Part II
21 giugno – 31 agosto 2022
Via Francesco Crispi 16, Roma
Fonte: Paola C. Manfredi | PCM Studio