Roma celebra il quarto centenario dalla morte di Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, con una maestosa mostra monografica alle Scuderie del Quirinale. Dal 30 febbraio al 13 giugno si potranno ammirare trenta delle quaranta opere dipinte dal celeberrimo artista lombardo, considerato il più grande esponente della scuola barocca, provenienti dai più importanti musei del mondo.
In esposizione ci sono le opere più rappresentative della sua arte, senza aggiunte improprie, come: la Canestra di frutta (fiscella) proveniente dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano, Davide con la testa di Golia direttamente dalla Galleria Borghese di Roma, L’Amore vittorioso dallo Staaliche di Berlino, il Bacco dalla Gallerie Uffizi di Firenze, il Suonatore di Liuto dal Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, Concerto di giovani conservato nel Metropolitan Museum di New York.
Nasce a Milano nel 1571 e, dopo un periodo di formazione in Lombardia, ha girovagato per l’Italia, sostando prima a Roma poi Napoli, Malta, Genova e Sicilia. La vita del genio della luce e delle ombre s’identifica in un’arte grandiosa e a tratti drammatica, ma sempre ispirata alla realtà. Ha conosciuto gli agi dei palazzi principeschi e il terrore delle prigioni, la sua vita è stata un romanzo ed è terminata drammaticamente, in un ospedale di Porto Ercole, nel 1610 a soli trentanove anni.
Tra il 1600 e il 1620 ha dipinto alcuni capolavori che hanno modificato radicalmente la storia della pittura imponendo allo spettatore il ruolo di testimone oculare di un’azione che si svolge proprio li, davanti ai suoi occhi, e lo coinvolge intimamente. Con i suoi pennelli riesce a sovrapporre perfettamente l’arte e la vita comunicando sempre il concetto del “qui e adesso”. Capace di stringere il sipario intorno a figure davvero essenziali, attira la nostra attenzione sulle passioni più profonde e immutabili: tenerezza, angoscia, peccato, sacrificio, bellezza e orrore. I suoi chiaroscuri parlano della nostra vita e agisce nel presente proprio come accade nelle terzine dantesche.
Nel pieno della sua apoteosi artistica realizza molte opere dedicate all’universo musicale. Eminenti critici attribuiscono la passione dell’artista per la musica alle frequentazioni dei concerti nel palazzo del Cardinale Francesco Maria Del Monte, suo protettore ed anche committente, ma anche al clima culturale vissuto dall’artista stando a contatto con i “poeti marinisti” e con i musicisti “madrigalisti”.
Pensiamo, ad esempio, al Concerto di giovani (dipinto ad olio su tela di cm 87,9 x 115,9 realizzato nel 1595) che ritrae tre giovani, in abiti antichi, intenti nell’esercizio dell’arte musicale, e un cupido con dell’uva in mano.
Sempre dedicato al tema musicale, è il dipinto Amor Vittorioso (dipinto ad olio su tela di cm 156 x 113 realizzato tra il 1602 ed il 1603) che rappresenta la vittoria dell’amore sulle arti infatti, chitarra e violino collocati insieme a squadre e armature, sono lì in bella mostra ai piedi del Dio Fanciullo.
Nel Riposo durante la fuga in Egitto (dipinto ad olio su tela di cm 135,5 x 166,5 realizzato tra il 1595 ed il 1596, l’importanza conferita al tema musicale fa pensare che la committenza provenga dagli Oratoriani di San Filippo Neri. Nel dipinto si scorge, dappertutto, serenità e pace. L’angelo musicista, spinto in avanti attraverso l’uso della luce, è di una bellezza unica e il dipinto trasmette due distinti messaggi: da sinistra, la vita attiva con Giuseppe che sostiene lo spartito, e, da destra, la vita meditativa, con il sonno della Vergine con il Bambino. Altra peculiarità stilistica del Caravaggio è la totale leggibilità della notazione musicale presente negli spartiti presenti in questo ed altri dipinti.
Il dipinto che ho ammirato con maggiore interesse, in occasione della mia visita alla mostra, è il Suonatore di Liuto (dipinto ad olio su tela di cm 100 x 126,5 realizzato tra il 1595 ed il 1596). Osservando il quadro si vive un vero e proprio invito a “entrare nella scena”, il suonatore, un giovane in camicia aperta sul petto e con i capelli raccolti da una fascia bianca, è assorto nel canto e estasiato dalle note emesse dalle corde del liuto che pizzica con estrema delicatezza.
Insomma, si tratta di una mostra davvero emozionante, unica e di grande poesia.