TAZ 0.13 mq, è l’inedito programma di appuntamenti a cura di Officina, nel contesto della mostra istituzionale di Materia Nova, alla Galleria d’Arte Moderna in Via Francesco Crispi 24, Roma.
La macro esposizione di Materia Nova illustra la scena emergente romana, dislocando nelle sale del museo alcuni tra i molteplici artist run spaces che animano i quartieri della Capitale.
Al terzo piano della Galleria d’Arte Moderna si stanno alternando nuovi appuntamenti inediti, Officina ha sfidato curatori e artisti a confrontarsi con un micro spazio: quello del modellino in scala 1:10 della sede storica di SPAZIO Y, luogo espositivo poliedrico vivo fino al 2021 e gestito dagli artisti di Officina.
Nel 1991 con il saggio TAZ lo scrittore e anarchico Hakim Bey introduce il concetto di Temporary Autonomous Zone, descrivendo la tattica socio-politica del creare temporaneamente degli spazi autogestiti al fine di eludere le logiche vigenti nelle istituzioni formali. Prendendo spunto da questo concetto, e sfruttando le potenzialità del piccolo formato, TAZ/ 0,13 MQ è concepito come un organismo che si modifica; uno spazio minimo che si trasforma attraverso lo sviluppo consecutivo di quattro appuntamenti inevitabilmente site-specific.
Il calendario di appuntamenti è il seguente:
22-26 Febbraio: Marco Emmanuele a cura di Riccardo Paris
27 Febbraio-4 Marzo: Andrea Frosolin e Chiara Fantaccione a cura di Ilaria Goglia
5-9 Marzo: Bea Bonafini a cura di Benedetta Monti
10-13 Marzo: Giulio Bensasson a cura di Davide Silvioli
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Embryo
testo critico a cura di Benedetta Monti
Se il lavoro di Bea Bonafini fosse una serie tv sarebbe The Midnight Gospel; se fosse una situazione sarebbe quella del 15 Aprile 2019 alle 19:00 davanti ad HIGHER di Michele Rizzo alla Fondazione Sandretto; se fosse una melodia sarebbe la playlist su spotify Londra con moderazione di Cristiana Rivellino Santella.
Arazzi, installazioni, pittura, porcellana, sonoro, performance, inutile cercare di etichettare o porre canonici limiti artistici alla fluidità del linguaggio di Bea, che scivola nei meandri dell’eclettismo espansivo. Espansivo proprio perché solitamente i suoi interventi respirano anche al di fuori dell’oggetto-arte: il dipinto che esce e continua in astratto nelle pareti del luogo espositivo ad esempio, o nella cornice, andando a modificarne forma e colore.
“L’alba vinceva l’ora mattutina
che fuggia innanzi, sì che di lontano
conobbi il tremolar della marina”.
Come il Concetto spaziale, Natura di Fontana o l’Étant donnés di Duchamp, la conformazione del modellino di Spazio Y inevitabilmente suggerisce all’osservatore di avvicinare il viso per sbirciare più attentamente l’interno, inglobato da un ulteriore spazio di contemplazione visiva, ovvero la mostra Materia Nova. La protezione che cinge l’opera esposta condiziona lo sguardo, per un istante, a percepirla come un’installazione imponente all’interno di una galleria senza coordinate di riconoscimento esplicite. Una realtà protetta nata dentro un’altra, embrionale, cela la documentazione di una fase metamorfica nel corso del suo avanzamento, del suo lasciarsi fare. Nerikomi è il nome della rara tecnica utilizzata nel processo creativo di questa porcellana, dove la sovrapposizione stratificata di materia e colore regola l’evoluzione della trasformazione in atto – guidata dalle mani dell’artista – fino ad arrivare a sfumature e movimenti che richiamano forme organiche, o conchiglie. Il suono che accompagna l’installazione presente sembra rievocare un antico ricordo, proiettando chi rimane in ascolto su una dimensione altra, e la sensazione che ne deriva si presenta così come un ulteriore indizio – completando il lavoro esposto.
Bea Bonafini (1990, Bonn) vive e lavora tra Roma e Londra. La sua poliedrica ricerca combina iconografia storica e tradizioni attuali, spaziando dalla scultura all’installazione. Tra le ultime mostre: A Monstrous Fruit, SETAREH, Berlino (2022); Sfiorare fantasmi, Eduardo Secci contemporary, Firenze (2021); Luna Piena (Stomaco Vuoto), Renata Fabbri, Milano (2020); Twin Waves, Operativa, Roma (2019); Chloe Salgado, Parigi (2019); Bosse & Baum, Londra (2019); Ogni Pensiero Vola, Galleria Renata Fabbri, Milano (2019).
Benedetta Monti (1994, Forlì) ha conseguito il diploma all’Accademia di Belle Arti di Urbino e il Master of Art, Luiss, a Roma. Dal 2021 cura Vacunalia, festival di arte contemporanea nel borgo sabino di Vacone, Rieti. Attualmente è assistente presso Palazzo delle Esposizioni, Roma.
INFO
Titolo: Untitled, (Embryo)
Artista: Bea Bonafini
A cura di: Benedetta Monti
Opening: 05 Marzo 2022 ore 16:00 – 18:30
Durata: 05-09/03/22
Location: GAM, Galleria d’Arte Moderna
Indirizzo: Via Francesco Crispi 24, 00187 Roma
Orari GAM: 10:00-18:30 chiuso il Lunedì