Dopo la prima mostra dedicata al periodo figurativo e sacro presso la Camera dei Deputati, ancora in corso fino al 14 gennaio, due importanti iniziative consentiranno al pubblico di scoprire
anche il periodo astratto di Camilian Demetrescu (Bușteni, 18 novembre 1924 – Gallese, 6 maggio 2012) pittore, scultore, scrittore e studioso di storia dell’arte romeno naturalizzato italiano. I diversi appuntamenti mettono dunque in luce i due momenti salienti dell’espressività artistica di questo interprete profondo dell’arte del XX secolo. La retrospettiva è a cura di Cornelia Bujin, promossa da ICAS Intergruppo Parlamentare Cultura Arte e Sport, dall’Accademia di Romania in Roma e dall’Associazione culturale e spirituale Camilian Demetrescu, in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma, con il patrocinio di Pontificio Consiglio della Cultura, organizzata da Civita Mostre e Musei con il supporto allestitivo della Fondazione Ludovico degli Uberti e il supporto logistico di Montenovi. L’Accademia di Romania presenta circa 40 lavori tra serigrafie, disegni e sculture del periodo astratto realizzati negli anni settanta e ottanta del XX secolo. La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea esporrà in una sala dedicata, La Maschera di Zalmoxis, una grande scultura lignea presente con un’altra opera dell’artista, nella propria collezione ed eccezionalmente restaurata per l’occasione. L’opera, realizzata ed esposta alla Quadriennale d’Arte di Roma del 1977, da allora non è più stata presentata al pubblico costituendo per questo, importante e significativo momento della dimensione aperta, dinamica e accessibile in cui si pone la Galleria Nazionale nella fruizione e valorizzazione delle opere custodite.
Questi lavori testimoniano il tentativo di liberarsi dall’incubo del “realismo socialista”, come afferma l’artista stesso: Per guarire dall’incubo del cosiddetto realismo socialista, imposto dal regime comunista, che avevo subito per ventisei anni prima del mio esilio in Italia nel 1969, sono passato all’astrattismo. Ad un’arte però che non voleva girare le spalle alla Grande Tradizione, ma riscoprire, in termini moderni, gli archetipi e i miti della mia terra e delle mitologie mediterranee e d’oriente, la spiritualità e la visione del mondo monoteista e orfica dei Daci, miei antenati (C. Demetrescu, Diario). Attraverso un astrattismo “simbolico”, Demetrescu riparte dagli archetipi della realtà “vera”, dalle forme primordiali della vita come le conchiglie e le geometrie della natura dove, l’ispirazione alla mitologia mediterranea e alle leggende della sua terra, si materializzano in grandi sculture in legno, modellate e plasmate secondo forme di una geometria non euclidea.
“L’uomo inizia a vivere mano a mano che smette di illudere se stesso”: questa espressione racchiude l’essenza dello spirito artistico e non solo di Camilian Demetrescu. Nelle sue opere, da quelle degli esordi negli anni ’60, alle più recenti, troviamo che l’ispirazione muove non solo dagli eventi e dalle visioni personali, ma anche da un insieme di rimandi e assonanze frutto di una lunga stratificazione esperienziale e culturale che risale all’infanzia. La dimensione del tempo è elemento fondamentale per la comprensione del suo lavoro. Il suo tempo, non è infatti un tempo lineare, non è un tempo cronologico, bensì è un tempo “Cosmico”, “Mitico”: è “Genesi” dove la percezione di qualsiasi contenuto risulta essere la chiave simbolica con cui esprimere e dichiarare le diverse interpretazioni generate da un preciso mutamento dell’anima.
Fino al 14 gennaio è ancora possibile ammirare circa 30 opere tra dipinti e arazzi presso la sede della Camera dei Deputati di Vicolo Valdina che mostrano invece la svolta artistica verso la pittura figurativa. Per la comprensione del passaggio dall’astratto al figurativo sacro è importante e fondamentale la lettura critica che Giulio Carlo Argan fa al lavoro e all’opera di Demetrescu. Lettura filologicamente riferita alla fluidità plastica delle sculture, in realtà questa stessa fluidità la ritroviamo nella trasposizione figurativa. Ecco, quindi, quel filo conduttore non poi così sottile che unisce e rende importante l’opera di Demetrescu: “il lavoro manuale” che libera la mente e l’anima, che ricerca e indaga l’animo umano aspirando ad un’armonia cosmica.
Le forme plastiche di Camilian Demetrescu sono fatte di materiali leggeri: fogli di compensato, tela, lamine metalliche, plastica. Sono modulate, nella curvatura delle superfici e dei profili, per vincere la gravità e muoversi liberamente nello spazio. Evocano cose fragili e tese, concave e convesse: valve di conchiglie, ossi di seppia, certe foglie e fiori d’acqua, vele, petali portati dal vento…Come ogni tecnica, ha un suo automatismo: le mani lavorano mentre la mente pensa, ricorda, immagina, come se la concentrazione del lavoro manuale liberasse il moto della mente; e ciò che passa nell’opera non è cosa pensata, ricordata, immaginata, ma il flusso, il ritmo del pensare, ricordare, immaginare… (Giulio Carlo Argan)
L’arte attuale di Camilian Demetrescu sembra offrirsi ad un uomo contemporaneo minacciato di perdere gradualmente tutte le libertà, che appena avrà imparato a conoscere, essendo, forse, questo il prezzo che la nostra civiltà dovrà pagare per evitare una catastrofe termonucleare. Demetrescu ha scelto come tema del suo operato i simboli della cristianità originaria e della tradizione ebraica, perché, come egli confessa “La civiltà occidentale regge ancora su questi miti”. Egli propone una rilettura dei simboli biblici attraverso un linguaggio gestuale della mano, ispirato all’iconografia romanica e soprattutto a quella bizantina che richiama il fascino delle icone greco-ortodosse della sua infanzia. Ma, al di là del riferimento diretto a certo significati biblici, questo linguaggio gestuale delle sue “Mani” vorrebbe alludere alla vastità di campo delle possibilità dell’uomo, che, pari al Cosmo, ha molte più dimensioni di quanto possiamo immaginare e di quanto abbiamo imparato nelle scuole, in Occidente, da tremila anni a questa parte. L’artista sa, e vuol dirlo con la sua arte, che ogni evento quotidiano, in apparenza insignificante, comporta invece un significato simbolico, illustra un simbolismo primordiale, transistorico, universale; e che l’atto di decrittare questi significati simbolici, quindi religiosi, degli eventi di ogni natura, può diventare uno strumento di illuminazione, di redenzione. (Mircea Eliade)
Scheda informativa
Titolo
Camilian Demetrescu – Genesi 1969-2012
Sedi e date
Accademia di Romania in Roma Piazza José de San Martin, 1
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Viale delle Belle Arti, 131
12 – 31 gennaio 2022
Roma, Camera dei Deputati, Palazzo Valdina
Piazza in Campo Marzio, 42
Fino al 14 gennaio 2022
A cura di Cornelia Bujin
Promossa da
ICAS Intergruppo Parlamentare Cultura Arte e Sport Accademia di Romania in Roma Associazione culturale e spirituale CamilianDemetrescu in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma
Con il patrocinio di
Pontificio Consiglio della Cultura
Organizzazione Civita Mostre e Musei
Ingresso libero
Orari
Accademia di Romania
La mostra rimarrà aperta al pubblico nel periodo 13 – 31 gennaio 2022,
dal lunedì al venerdì dalle ore 14:00 alle 18:00
sabato e domenica dalle ore 10:00 alle 13:00
web accadromania it
Palazzo Valdina (fino al 14 gennaio)
Dal lunedì al venerdì dalle 11 alle 19:30
Ultimo ingresso ore 19
Chiuso sabato e domenica
Obbligo di Super green pass, mascherina, documento di riconoscimento
Informazioni 06 67601 – web camera it
Sponsor tecnici
Fondazione Ludovico degli Uberti
Montenovi
Booktique
Uffici stampa Camera Carlo Prosperi
Civita Mostre e Musei Ombretta Roverselli
Fonte: Civita Mostre & Musei