Ateliers_fotografie di Roberto Pellegrini_vernissage 25 settembre

Quindici ritratti di artisti fotografati nei loro Ateliers. 

Il fotografo svizzero Roberto Pellegrini prosegue la sua ricerca sullo spazio – iniziata nel 2009, con l’indagine sulle coppie oppositive ‘pieno e vuoto’, ‘sopra e sotto’, ‘dentro e fuori’ – presentando a Roma, presso Hyunnart Studio, la mostra Ateliers, nella quale le fotografie (cm. 100 x 70) di quindici artisti sono proiezioni luminose intorno alle quali lo spazio del loro laboratorio artistico si raggruma come fosse una concrezione fisica.

L’atelier è il cuore cavo avvolto dalla penombra, è il luogo generato dalla personalità creativa tramite utensili, ingombri, opere. In quell’area non esplorata, piena zeppa di tranelli, a volte caotica, si delineano quelle caratteristiche spaziali che attraggono Pellegrini in modo ossessivo e lungimirante.
Rendere palpabile lo spazio è azione che mira a scrollarlo dalla nicchia dove lo colloca l’idealizzazione al fine di coglierlo nelle sue occorrenze contingenti e irripetibili. Lo spazio per un artista è sempre concreto, tuttavia, il suo luogo di lavoro è la risorsa meno esplorata quando si studia la sua personalità.
Illuminato fino ad apparire ritagliato dalla luce, l’artista vi torreggia, ma il peso dello spazio in penombra riequilibra quello della sua figura, in quanto emerge come parte oscura dell’individualità artistica.
Non si tratta del semplice rapporto conscio/inconscio, ma del lato faber dell’essere umano, il quale nel proprio antro ha ammassato e ricostruito il mondo a sua immagine e somiglianza.
Pellegrini sceglie la posizione in cui l’artista deve collocarsi, dopo aver deciso la sezione del cono prospettico, che assicura la visibilità dell’intero ambiente. Con esso, Pellegrini crea una specie di prolungamento, di deformazione, di falsa prospettiva; ed è grazie ad esso, pura invenzione del fotografo svizzero, che lo sguardo del fruitore sembra convergere su due fuochi. Se lo spazio è sempre una costruzione, si assiste in codeste fotografie a una costruzione al quadrato: lo spazio è prodotto dal fotografo che guarda lo spazio prodotto dall’artista.
La mostra presenta undici dei trentaquattro scatti già presentati presso il Museo e Centro Culturale Elisarion di Minusio nel 2018: Pascal Murer, Gianfredo Camesi, Guido Strazza, Giulia Napoleone, Loredana Müller, Paolo Di Capua Fabiola Quezada, Klaus Prior, Simona Bellini, Fiorenza Bassetti, Paul Wiedmer.
La mostra si arricchisce in oltre degli ultimi quattro scatti, effettuati, fra il 2020 e il 2021, presso gli atelier di Paola Fonticoli, Marina Bindella, Ettore Consolazione e Ernesto Porcari.
Può dirsi, al fine, che Roberto Pellegrini getti una luce sullo spazio costruito e sul suo costruttore per meglio deviare. Geniale stratagemma per far emergere quell’io che ogni giorno cerca di attingere al mondo delle forme. Il buio in cui Pellegrini affonda lo studio è solo un modo per ricreare il luogo dell’interiorità, mostrando la tenzone mai risolta tra stato interno e forma prodotta.
La voluta oscurità in cui è immerso l’ambiente, con le ombre liquide, semoventi, rispetto alle quali la fissità dell’artista ritratto risulta ancora più radicale. L’ombra appare come oggetto fra altri oggetti, non un effetto della luce: un’addizione che è funzione dello spazio: sua diretta emanazione. Così, mentre lo spazio diviene via via più penetra¬bile, il fruitore si sfila dalle maglie della realtà e aggancia quelle dell’interiorità. Un’interiorità, e a questo punto è chiaro, soltanto immaginata.
Non è un caso che l’opera non sia in bella mostra: in alcune fotografie non è facilmente individuabile, in altre non c’è affatto. Forse l’opera è la cosa meno importante in un atelier. È quest’ultimo a costituire la fucina delle meraviglie, l’antro dell’improbabi¬le, il luogo costipato da cui un’opera d’arte nasce.
Tutte le fotografie sono stampate con inchiostri a pigmenti UltraChrome
K3 su carta Hahnemühle PhotoRag® Ultra Smooth, 305g
Copyright © ProLitteris Zürich / Roberto Pellegrini

 

At e l i e r s
fotografie di
Roberto Pellegrini
testo di
Rosa Pierno

 

Hyunnart Studio viale Manzoni 85/87 – Roma
Opening: sabato 25 settembre ore 18.00
25/09/2021 – 25/010/2021

È gradita la comunicazione dell’orario di visita nel rispetto rigoroso di tutte le nor¬mative di sicurezza anticovid che verranno osservate nel ricevere il pubblico.

 

 

HyunnArt Studio: viale Manzoni 85/87 00185 Roma
orario settimanale: dal martedì al sabato 16/18,30
per appuntamento 3355477120

 

 

 

 

 

 

Roberto Pellegrini (1962)

Fotografo indipendente vive e lavora a Bellinzona in Svizzera. È specializzato in foto¬grafia di dipinti, sculture e installazioni, oltre che di architettura, interni, ambienti e persone. Collabora con artisti, architetti, gallerie d’arte, musei e fondazioni.
Il suo lavoro artistico è soprattutto basato sull’analisi estetica e sociale del compor¬tamento umano.
Dal 1985 è membro dell’Associazione fotografi professionisti Svizzeri FpS e dal 2017 è mem¬bro di Visarte (associazione professionale svizzera delle arti visive). Ha al suo attivo mostre personali e partecipazione a numerose mostre collettive. Si contano inoltre varie monografie e pubblicazioni in , riviste e cataloghi d’arte.
Pubblicazioni (selezione)

2020 «La Fidanzata del vero». Biblioteca Cantonale, Lugano
2019 «Doppio Istante». Fondazione Archivio Roberto Donetta, Corzoneso
2018 «Ateliers». Salvioni Editore, Bellinzona
2015 «Ticino in luce». Banca Stato, Salvioni Editore, Bellinzona
2015 «Dentro e Fuori». Salvioni Editore, Bellinzona
2014 «Maggia, Paesaggi di vita quotidiana». Armando Dadò Editore, Locarno
2013 «Gemelli». Edito dalla RSI, Lugano
2012 «Sopra e Sotto». Salvioni Editore. Bellinzona
2012 «Tracce» Il divenire di Villa Pia. Edito da Museo Villa Pia,
Fondazione Lindenberg, Porza
2009 «Pieni e Vuoti». Armando Dadò Editore, Locarno
2007 «Fermo Immagine». Edito da Galleria Matasci, Tenero
2004 «Una casa per l’Arte». Edito da Tipografia Pedrazzini, Locarno,
Fondazione Patrizio Patelli.
1998 «Dalla Breggia al Lago Tchad… sulle tracce del dottor Maggi».
Edito dal Museo etnografico della valle di Muggio.
Esposizioni personali
2020 Lugano (CH), Biblioteca Cantonale, «La fidanzata del Vero».
2019 Corzoneso (CH), Fondazione Archivio Roberto Donetta, «Doppio Istante».
2018 Minusio (CH), Centro culturale Elisarion, «Ateliers»
2016 Locarno (CH), Centro d’arte contemporanea La Rada,
«Gli spazi, lo sbaglio, il tempo», installazione fotografica.
2015 Ascona (CH), Museo Epper. «Dentro e Fuori».
2014 Ronchini Aurigeno (CH), «Il proprio paesaggio», nell’ambito di «Maggia,
Paesaggi di vita quotidiana».
2013 Lugano (CH), Centro RSI, «Gemelli».
2012 Bellinzona (CH), Biblioteca cantonale, «Sopra e Sotto», installazione fotografica.
2012 Porza (CH), Museo Villa Pia, «Tracce» fotografie d’interni.
2011 Magliaso (CH), Officina Arte, «Intervista fotografica»,
incontro con Gianfredo Camesi a Colonia.
2010 Dol de Bretagne (F), Mois lnternational de la Photo, «Pieni e Vuoti».
2009 Taormina (I), «Pieni e Vuoti», nell’ambito di Taormina immagine.
2009 Rancate (CH), Pinacoteca Giovanni Zust, «Pieni e Vuoti».
2000 Zurigo (CH), Galleria Ziegler, «10 portraits de la ville de Zurich»,
nell’ambito della mostra «Gianfredo Camesi – Espace Mesure du Temps».
1998 Caneggio (CH), Sala Banca Raiffeisen,
«Dalla Breggia al Lago Tchad… sulle tracce del dottor Maggi».
1998 Milano (I), Piccolo , «Casa Camuzzi, Montagnola,
il luogo segreto dove Hermann Hesse scrisse il Siddharta».
1995 Montagnola (CH), American School, Villa dei Nobili,
«Architettura di Casa Camuzzi in immagini».

 

 

Fonte: P&G Ufficio Stampa e Comunicazione

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