ROMAISON 2020 Roma, una Maison straordinaria: archivi e produzioni dei laboratori di Costume. Dal 23 ottobre al 29 novembre 2020 in mostra al Museo dell’Ara Pacis l’incredibile patrimonio creativo delle Sartorie di Costume romane.
Un percorso che intreccia tradizione, artigianalità, ricerca e sperimentazione, aprendo idealmente le porte degli atelier e svelando per la prima volta le collezioni di pezzi autentici conservate negli archivi
Apre al pubblico dal 23 ottobre ROMAISON 2020 – Roma, una Maison straordinaria: archivi e produzioni dei laboratori di Costume, prima edizione del progetto fortemente voluto dalla Sindaca Virginia Raggi, per valorizzare e sistematizzare quel prezioso unicum creativo che caratterizza la città, come uno straordinario laboratorio progettuale diffuso.
L’iniziativa è promossa da Roma Capitale. Organizzazione Zètema Progetto Cultura. Contributo tecnico di Rinascente. Si ringraziano Fondazione Cineteca di Bologna, Istituto Luce – Cinecittà e Fondazione Cinema per Roma.
“Roma capitale della creatività. ROMAISON 2020 racconta una città unica dove moda e cinema generano da sempre un sistema creativo apprezzato in tutto il mondo. Grandi registi e produzioni internazionali scelgono Roma per i loro capolavori. Anche in questo momento storico la nostra città rappresenta uno scenario perfetto per realizzare opere cinematografiche, un laboratorio dove poter fare ricerca continua e realizzare costumi. Il cinema ispira la moda e la moda ispira il cinema in un continuum temporale unico. ROMAISON 2020, innovativo progetto curato con garbo e tenacia da Clara Tosi Pamphili, è un omaggio alla storia e alla capacità delle sartorie romane, eccellenze del made in Italy.
Questa mostra è un evento che esalta la produzione stilistica capitolina e le grandi firme che da sempre vestono le icone del cinema. Questa grande industria è un esempio di eccellenza e di economia circolare concreta: un patrimonio di cultura grazie al quale i costumi si riadattano, coniugando innovazione, sostenibilità e conservazione. Una cura di patrimoni, anche di terza generazione: è così che migliaia di abiti divengono oggetto di studio e ricerca per molte realtà, soprattutto per le “case” e le scuole internazionali di moda.
Un ringraziamento va alla straordinaria Tilda Swinton, artista poliedrica che ha scelto Roma per una performance unica: “Embodying Pasolini”. Segno della centralità e della continua attenzione che cinema e moda hanno per Roma e l’Italia” afferma la Sindaca Virginia Raggi.
Allestita negli spazi del Museo dell’Ara Pacis e curata dalla storica e critica della moda Clara Tosi Pamphili, la mostra riunisce le più importanti sartorie di Costume romane: Annamode, Costumi d’Arte – Peruzzi, Sartoria Farani, Laboratorio Pieroni, Tirelli Costumi, con la presenza di bozzetti dall’archivio personale di Gabriele Mayer – un fondo di riconosciuta importanza storica, che sarà donato alla Galleria Nazionale – e con una sezione dedicata a Mensura, storico produttore di manichini.
Il percorso si apre con una mappa che permette di visualizzare la presenza degli atelier sul territorio, disegnando un ipotetico museo d’impresa in itinere. Successivamente il visitatore si trova immerso nell’ambiente di un grande atelier, ricreato per l’occasione: qui la dimensione del lavoro, della tecnica, dell’artigianalità e dell’ispirazione – tipiche dell’ambito laboratoriale – dialoga con l’aspetto della ricerca e della conservazione, sviluppato dagli archivi delle singole maison.
Tavoli, strutture metalliche a muro, pedane, tracciano le direttrici per i continui rimandi tra la produzione e le straordinarie raccolte di pezzi storici originali delle collezioni delle sartorie: un corpus alimentato con cura e passione, in quasi un secolo di attività.
Veri e propri tesori compongono una raccolta di capi spesso inediti, arricchita dalle continue donazioni effettuate da privati, che contribuiscono a rendere vive e a rinnovare queste straordinarie collezioni. In un gioco di rimandi tra pezzi d’epoca e costumi, abiti eccezionali che vanno da Charles Frederick Worth, il sarto inglese a cui dobbiamo la nostra concezione di moda, fino a Paul Poiret; dalla romana Maria Monaci Gallenga di cui sono esposti anche i blocchi per la speciale tecnica di stampo a oro e argento su velluto, fino a Madame Gres e agli atelier di alta moda romani come Schubert e Zecca. E, ancora, i grandi dell’alta moda francese come Christian Dior e Balenciaga dialogano tra loro con i costumi straordinari de “Il Conformista” e “L’Ultimo Imperatore” di Bernardo Bertolucci, ma anche con la famosa “Cleopatra” interpretata da Elizabeth Taylor, con gli abiti di “Salò” di Pasolini, o con quelli di “Miss Marx”, presentato con successo all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, fino alle serie tv di grido, come “Penny Dreadful”.
I Costumi dei grandi nomi come Pescucci, Canonero, Atwood, Squarciapino, Donati, Tosi, fino ai più giovani Catini Parrini e Torella, per citarne alcuni, sono messi a confronto diretto con i magici archivi di questi luoghi, per loro fonte di ispirazione.
Il rapporto tra Moda e Costume “meravigliosamente ambiguo, in una dimensione parallela di ispirazione reciproca soprattutto a Roma” – come scrive la curatrice nel testo che introduce alla mostra – è il filo sotteso a questo insieme eterogeneo di storie affascinanti, che si snodano per oltre un secolo, dalla nascita di Cinecittà nel 1937 alle prime produzioni internazionali girate negli studi romani, come il “Principe delle Volpi” del 1949, dalla stagione dorata del cinema italiano ad oggi.
Un corto circuito che irrompe nella rappresentazione di alcune icone cinematografiche, di bellezza e fascino atemporale: Florinda Bolkan che indossa un vero abito di Gallenga come costume nel film “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, Donyale Luna – la prima modella di colore che compare sulla copertina di Vogue nel 1966 – in “Satyricon”, Silvana Mangano, icasticamente glamour mentre indossa le sue parure Bulgari con ametiste, quarzi e diamanti in “Gruppo di Famiglia in un Interno”, Jane Fonda nel celebre “Barbarella”.
Con l’obiettivo di evidenziare una continuità tra il passato e il futuro di questo genius loci, ROMAISON dedica una sezione alle scuole e accademie di moda che, attraverso una didattica che unisce lo studio della tradizione alla sperimentazione, formano i nuovi talenti: con cadenza settimanale, a rotazione, saranno esposti i migliori progetti realizzati dagli studenti di: Accademia di Alta Moda Koefia, Accademia di Belle Arti di Roma, Accademia di Costume e Moda, IED Istituto Europeo di Design, NABA Nuova Accademia di Belle Arti.
In occasione dell’apertura della mostra, ROMAISON lancia il suo prossimo progetto, in programma per il 2021: “Embodying Pasolini” performance ideata e curata da Olivier Saillard, fashion curator ed ex direttore del Museo Galliera di Parigi, intorno ai costumi realizzati dalle sartorie romane per i film di Pasolini, con un’icona del cinema internazionale attuale, Tilda Swinton. L’attrice scozzese, Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia, sarà protagonista di un’azione che rifletterà sul potere evocativo dell’abito, che di volta in volta diventa alter ego, partner, opposto.
Grazie alla preziosa collaborazione con Fondazione Cinema per Roma, la mostra ROMAISON 2020 sbarca all’Auditorium Parco della Musica in occasione della Festa del Cinema di Roma, con un percorso fotografico promozionale creato ad hoc. Fino al 25 ottobre un’esclusiva selezione di immagini fotografiche provenienti dalle prestigiose sartorie di Costume romane sono esposte nella Galleria tra Foyer Petrassi e Teatro Studio.
A seguire, grazie al contributo tecnico di Rinascente, il percorso fotografico sarà esposto nel Cavedio Interno del Flagship Store di Via del Tritone. Anche le vetrine degli Store romani di Rinascente saranno un piccolo palcoscenico promozionale.
Fonte Ufficio stampa Zètema Progetto Cultura