illumina ed ispira il mio lavoro. La mia tecnica pittorica attuale ha iniziato a prendere forma negli anni
novanta, quando, immerso nella città, mi guardavo intorno ammirando l’architettura antica e
rinascimentale. A Roma vige un ordine e un ritmo antico che voglio nei miei dipinti.
—Stanley Whitney
La vivace astrazione di Whitney interrompe la struttura lineare della griglia, riempiendola di nuove e inaspettate cadenze di colore, ritmo e spazio. Traendo ispirazione da fonti diverse come le opere di Piet Mondrian, il free jazz, e le trapunte americane, Whitney compone le sue tele con blocchi e barre in un dinamico gioco cromatico di “botta e risposta”.
Whitney ha trascorso molti anni sperimentando il potenziale apparentemente illimitato di una singola tecnica compositiva, dividendo liberamente tele quadrate in registri multipli. L’olio applicato sottilmente conserva il suo tocco vivace pur permettendo un certo grado di trasparenza e di tensione ai bordi di ognuno dei brillanti riquadri. Utilizzando tele di varie dimensioni, l’artista esplora gli effetti variabili delle sue geometrie disegnate a mano libera, sia in grande scala che in formato più intimo, mentre applica abilmente successivi blocchi di pittura rispondendo al richiamo di ogni colore.
Sebbene Whitney si sia profondamente dedicato alla sperimentazione cromatica nel corso di tutta la sua carriera, ha consolidato il suo originale approccio durante un viaggio formativo in Italia nel 1992, trasformando le sue composizioni da slegati insiemi di forme amorfe alle più solide e sovrapposte disposizioni che caratterizzano il suo stile maturo. Sono state l’arte romana e l’architettura – incluse le imponenti facciate del Colosseo e di Palazzo Farnese e i ripiani delle urne funerarie esposte al Museo Nazionale Etrusco – ad aver ispirato in Whitney la relazione tra colore e geometria.
L’Italia rimane una fonte di ispirazione fondamentale e duratura per Whitney, che trascorre le sue estati dipingendo in uno studio vicino a Parma. Lavorando in Italia, egli adatta la tavolozza alla storia che lo circonda, permettendo alle tonalità tenui – il beige, i marroni e i rossi Pompeiani – di assumere un ruolo importante nelle sue ricche e varie composizioni.
Questi toni caldi ci appaiono in tutta la loro potenza in Bertacca 2 (2019), una delle tre grandi tele incluse in mostra, che Whitney ha dipinto in Italia. In quest’opera l’artista riproduce la tonalità del vermiglio, presente negli affreschi di Boscoreale al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ricreando la stessa tonalità luminosa in strisce dense e in losanghe di pittura, contrapponendola poi direttamente al rosso cardinale, colore che ha invece sviluppato negli Stati Uniti. I contrasti cromatici interculturali creano così un’interazione dinamica tra spazio e massa, permettendo ai ritmi del passato classico di dialogare con il presente.
In occasione dell’inaugurazione, gli spazi della Fondazione Nicola Del Roscio, via Francesco Crispi 18, ospiteranno tra le 17.00 e le 20.00 una performance di poesia e jazz con Elisa Biagini e Go-Dex Quartet.
#StanleyWhitney
per accredito scrivere a federica@paolamanfredi.com
Inaugurazione: giovedì 10 settembre, 12:00 – 20:00
In occasione dell’inaugurazione, gli spazi della Fondazione Nicola Del Roscio, via Francesco Crispi 18 , ospiteranno tra le 17.00 e le 20.00 una performance di poesia e jazz con Elisa Biagini e Go-Dex Quartet.
Mostra: 10 settembre – 17 ottobre 2020
Via Francesco Crispi 16, Roma