Al Museo delle Mura “Non farmi Muro!”

In mostra fotografie di Livio Senigalliesi, Daniel Pilar e VisitBerlin. Dal 13 ottobre al 10 novembre 2019 un viaggio nel tempo attraverso Berlino dal 1989 a oggi con fotografie scattate da fotografi italiani e tedeschi

Roma, 12 ottobre 2019 – Il Museo delle Mura ospita dal 13 ottobre al 10 novembre 2019 la mostra “Non farmi Muro!”, una selezione di oltre 40 fotografie che evidenziano come è cambiata la città di Berlino dal 1989 a oggi. Sarà il gran finale della Settimana tedesca (6-12 ottobre), un progetto dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma.

La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata dall’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania con i servizi museali di Zètema Progetto , è a cura di Clara Labus e Julian Rössler e sarà inaugurata sabato 12 ottobre, alle ore 11.00.

Una riflessione sullo sviluppo di una città nel cuore dell’Europa attraverso quattro diverse proposte fotografiche: le immagini di Livio Senigalliesi della Berlino del 1989, quelle di Daniel Pilar e VisitBerlin della Berlino di oggi e, infine, una sezione intitolata “Il cammino verso l’unità tedesca” realizzata dall’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania in collaborazione con la Bundesstiftung Aufarbeitung.

Berlino 1989: “Da Mosca soffiava il vento della Perestrojka, portando voglia di democrazia e libertà. È un passato che non dobbiamo dimenticare” scrive Livio Senigalliesi, che si trovava a Berlino in quel periodo così importante per la Germania e per l’Europa. Dopo proteste pacifiche in diverse città della Repubblica Democratica Tedesca (RDT), il 9 novembre 1989 cadde il Muro che aveva separato il Paese e la città di Berlino per quasi 30 anni creando, di fatto, due città diverse: Berlino ovest e Berlino est, la capitale della RDT.

Durante la divisione del Paese non ci si poteva muovere liberamente tra le due parti della città: era obbligatorio possedere un permesso, che peraltro per i cittadini della RDT era molto difficile ottenere. Una ferita aperta che ha separato famiglie e amici per tanti anni.

Berlino negli ultimi 30 anni si è trasformata da “città murata” a città libera, con più di tre milioni di abitanti. La caduta del Muro ha lasciato nel panorama urbano spazi inutilizzati che i berlinesi e i nuovi abitanti hanno reso spazi creativi: dall’arte della Brunnenstraße alle start-up del Moritzplatz, che ora godono finalmente dell’accesso libero al fiume Spree.

Berlino è oggi una città moderna e una metropoli vitale: nota per la sua architettura, i festival e la vita notturna (soprattutto la scena tecno) è visitata ogni giorno da innumerevoli turisti ed è una delle capitali europee preferite dai viaggiatori.

Livio Senigalliesi, 63 anni, milanese, inizia la carriera di fotoreporter alla fine degli anni ’70 dedicandosi ai grandi temi della realtà italiana usando la fotocamera come uno strumento di analisi sociale. La passione per la intesa come testimonianza e l’attenzione ai fatti storici di questi ultimi decenni l’hanno portato su fronti caldi come il Medio-Oriente e il Kurdistan durante la guerra del Golfo, nella Berlino della divisione e della riunificazione, a Mosca durante i giorni del golpe che sancirono la fine dell’Unione Sovietica, a Sarajevo ha vissuto tra la gente l’assedio più lungo della Storia. Negli ultimi anni ha focalizzato le sue energie su due progetti: quello dedicato alle vittime civili dei conflitti e quello sulla condizione umana degli immigrati in Italia. Oltre alle mostre e ai , realizza progetti didattici per gli studenti di scuole e Università affinché la sua testimonianza diretta avvicini i giovani ai temi della pace e della guerra e alla comprensione delle migrazioni forzate.

 

Daniel Pilar si è laureato in fotogiornalismo a Hannover e lavora per alcuni dei giornali e riviste più importanti della Germania. Ha vinto diversi premi per i suoi lavori. Numerosi le sue mostre, sia singole che collettive, anche all’estero, per esempio in Messico e Afghanistan. Sull’Afghanistan ha scritto due libri.

 Fonte Ufficio Stampa Zetema

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