Quasi un mese di concerti al Palalottomatica. Non è certo un insignificante aspetto, questo, specialmente in tempi di crisi. Eppure, Renato Zero ha deciso di essere, per un bel po’, il padrone di casa dell’ex PalaEur, per presentare i brani del suo ultimo progetto discografico, “Amo – Capitolo I”. Tuttavia, non è la prima volta che decide di privilegiare la Capitale per una serie continua di concerti, basti pensare soltanto al grande evento che si è svolto nel 2010, a Piazza di Siena, per festeggiare il suo 60° compleanno. Del resto, fortissimo è il legame che unisce Renato a Roma, la sua città. Sarebbe forse impensabile concepire tale artista in un contesto diverso da quello della Città Eterna. La romanità, infatti, è da sempre un tratto distintivo di Renato Fiacchini, in arte Renato Zero.
Cara vecchia città,
fumo disagio immobilità,
cadente e moribonda città, Addio. Addio!
Culla della civiltà,
comprata e venduta nel nome di Dio.
Sconfitta in ginocchio sei lì, muta, sei lì.
Si tratta dell’inizio di “Roma malata”, un brano contenuto nell’album del 1994, intitolato “L’imperfetto”. Non è, però, la sola canzone che Renato ha dedicato alla sua amatissima città, ad esempio nella raccolta “Segreto amore” (2010) c’è un brano inedito denominato proprio “Roma”.
E’ bello respirarti.
Difenderti, servirti.
E ringraziamo il cielo che ci sei…
Che ancora sai stupirci.
Sei fragile ed eterna.
sei umile e superba.
con tutti i figli generosa sei.
Identica passione.
Giuro non ti lascerò sola.
Renato conosce molto bene la città, ad esempio ha trascorso la sua adolescenza nel quartiere della Montagnola, mentre è nato in via di Ripetta, in pieno centro storico, a due passi da Piazza del Popolo. E poi le serate nel diversi locali di culto della Capitale, innanzitutto il celebre Piper che, si può dire, ha lanciato tanti artisti, ad esempio Patty Pravo, Caterina Caselli e Rocky Roberts.
Assieme a Mia Martini e Loredana Bertè, girerà i locali romani ed è proprio al Piper che incontrerà il coreografo Don Lurio che deciderà di prenderlo per alcuni spettacoli di Rita Pavone.
“Sei proprio uno zero!” Questa è la frase che Renato spesso si sentirà dire, anche per via del suo modo eccentrico e provocatorio di proporsi. Nonostante ciò, decide di adottare lo pseudonimo “Zero” e di continuare con trucchi, vestiti che di certo non passano inosservati.
Per alcuni versi, almeno dal punto di vista del modo di apparire, lo si può definire il David Bowie italiano. Ciò comporterà critiche, perplessità, da parte della critica ma, allo stesso tempo, sarà la sua vera fortuna. Il suo personaggio, piano piano, conquisterà il pubblico, che ben presto comprenderà ciò che si cela dietro ad abitini aderenti, trucco pesante, ecc. Non c’è, perciò, solo blanda apparenza, ma anche un vero artista. Ecco allora i famosi “sorcini”, i suoi fans più scatenati che lo seguiranno sempre nei tour, che fedelmente acquisteranno i suoi album. Renato Zero è, infatti, artista che trova la sua reale dimensione sul palco, dove riesce a conferire alle canzoni quel tocco di magia in più. In concerto si scatena, balla, comunica in modo intenso col suo pubblico. Il doppio album live “Icaro” (1981) ne è l’ottima testimonianza, senza contare che risulterà essere il primo disco italiano dal vivo a raggiungere la vetta della classifica. Gli anni ’70 e primi anni ’80 sono importantissimi per la sua carriera. “Zerofobia” (1977), “Zerolandia” (1978) e “Tregua” (1980) corrispondono agli apici di questo periodo, pensiamo solo ad alcune famosissime canzoni contenute in tali album: “Il cielo”, “Mi vendo”, “La favola mia”, “Triangolo”, “Amico”, “Niente trucco stasera”.
Con “Leoni si nasce” del 1984 inizia, però, il periodo più duro per Renato, che dovrà fare i conti con le mode musicali del momento, con la chiusura del suo tendone itinerante “Zerolandia” e con l’inevitabile, vista l’età che comunque avanza, dei suoi costumi variopinti. “Soggetti smarriti” (1986) e “Zero” (1987) saranno veri e proprio flop a livello di vendite e bisognerà attendere fino alla sua fortunata partecipazione al Festival di Sanremo del 1991, dove si presenterà con la canzone scritta da Mariella Nava, “Spalle al muro”. Due anni dopo c’è l’annuncio di un nuovo ed ambizioso progetto, Fonopoli, che avrebbe dovuto portare all’edificazione, a Roma, di una grande struttura capace di ospitare concerti, eventi culturali, corsi di formazione, attività artistiche pensate specialmente per i giovani. Vi è parecchia confusione riguardo al destino di Fonopoli. Si farà mai e quanto tempo bisognerà attendere ancora? Renato ha puntato molto su questo progetto e, forse, è l’unica battaglia che ancora non è riuscito a vincere. Tuttavia, ci si scontra con la burocrazia, le promesse non mantenute, Istituzioni che hanno la testa altrove. Artisticamente parlando, la sua carriera è esemplare, i risultati ottenuti sono qualcosa di straordinario. I concerti fanno il pienone di pubblico, gli album continuano a vendere, il suo nome non è certo dimenticato da giornali e riviste varie. I “sorcini” ci sono ed ancora si fanno sentire, pure perché appartengono a più di una generazione. Ai concerti di Renato si vedono ragazzini, quarantenni ancora scatenati e persone anziane. Questo è il risultato di una carriera iniziata praticamente nei locali romani, per poi esordire nel 1973 con “No! Mamma, no!”. E poi tantissimi tour, apparizioni in alcuni film, addirittura presentatore tv, svariate collaborazioni con altri artisti. C’è da dire, tuttavia, che la costante della sua lunga carriera è stata, e resta, una sola: Roma. La romanità di Renato è indiscutibile ed emerge sempre, come pure l’amore incondizionato per la sua città.
Ti ho spiata ti ho imitata
ti ho persa e ritrovata
nel dolore, ti ho amata anche di più, gente.
Renato così canta in “Ancora gente” (brano tratto da “Sulle tracce dell’imperfetto” del 1995) e, diciamolo, non poteva che ribadirlo questo suo amore nei riguardi della sua gente, quelle persone che ancora vivono con semplicità, che dialogano tra loro e che adorano la propria città, in questo caso Roma. C’è ancora spazio, oggi, per questa “gente”? Magari non saranno i milioni che popolano la Capitale, ma almeno coloro che riempiranno il Palalottomatica dal 27 aprile fino al 22 maggio 2013. Sul palco ci sarà Renato Zero coi suoi successi ma, lo possiamo affermare senza troppe perplessità, anche l’anima migliore di Roma.