Gli opposti, spesso e volentieri, si attraggono. In letteratura tutto è possibile, perché infinite sono le capacità dell’uomo di ideare storie, dove gli aspetti divergenti possono trovare punti di incontro o, addirittura, fondersi. Ciò può accadere con due concetti come “semplicità” e “complessità” e l’attuale edizione di “Letterature. Festival Internazionale di Roma”, intende proprio dimostrarlo.
Il tema delle serate che, come consuetudine, si svolgono presso la Basilica di Massenzio, è “Semplice/Complesso”. Gli autori e i loro testi dovranno vedersela con questo tema, che sottintende pure il confronto e la vicinanza fra differenti linguaggi culturali. Gli scrittori invitati al Festival leggeranno in lingua madre alcuni testi inediti, che ruotano proprio attorno al tema scelto. Oltre a questo, l’edizione 2012 vuole rendere un particolare omaggio ad uno dei più grandi scrittori italiani contemporanei, Italo Calvino.
Perché proprio l’autore di “Marcovaldo”? Anche qui, si può ricondurre il tutto al “motto” delle dieci serate. Calvino, infatti, è riuscito ad esplorare la complessità dell’esistenza utilizzando, allo stesso tempo, un linguaggio (apparentemente) semplice. A lui sono dedicate le dieci “Canzoni Invisibili” realizzate da compositori e film maker italiani e stranieri, che avranno modo di fare da prologo ad ogni serata del Festival.
Mercoledì 16 maggio 2012 è il giorno dell’inaugurazione, tuttavia sembra un tardo pomeriggio autunnale. Chi scrive maledice il fatto di non essersi portato dietro qualcosa di più pesante, ma è comunque confortato da una presenza considerevole di pubblico. Del resto, si tratta dell’XI edizione ed i romani sono abituati al Festival e lo considerano appuntamento ormai classico e, per gli amanti della letteratura, un’ottima occasione. Qui, infatti, la letteratura diviene spettacolo, un po’ come ad un concerto rock. Gli addetti alla sicurezza ci sono, i tecnici sono indaffarati a controllare ogni cosa sul palco ed inizia a formarsi una lunga fila di persone tutte un po’ infreddolite, ma con il piacere di esserci. Nessun gruppo rock del momento, bensì due scrittori certamente non sconosciuti: Alessandro Piperno e Silvia Avallone. Il primo viene considerato un po’ da tutti il vincitore del prossimo Premio Strega e questo per motivi evidenti. Piperno appartiene alla scuderia del colosso Mondadori (un nome che significa vittoria assicurata, o quasi) ed è molto considerato dai critici e, ovviamente, dai suoi numerosi lettori.
Il secondo ospite della serata, sembrerà strano, ma è meno conosciuto del suo fortunatissimo romanzo, “Acciaio” (Rizzoli, 2010). Silvia Avallone si è portata a casa, proprio grazie a quel libro, numerosi premi e ottimi piazzamenti, come il secondo posto allo Strega 2010.
Dopo l’omaggio iniziale a Calvino con la prima delle dieci “Canzoni Invisibili” (interprete musicale Lullatone, visual Lucia e Davide Pepe), tocca a Piperno leggere il suo testo inedito intitolato “Il segreto”. Qual’è questo segreto? E’ quello dell’Anonimo Triestino, l’autore di un testo che suo padre quasi gli ordinò di leggere quando era ragazzino. Un libro, questo, che è stato un po’ il vero apprendistato del giovane Piperno e, parallelamente, un modo per riflettere sul rapporto fra letteratura e vita. “Il segreto”, il titolo appunto di questo romanzo di formazione dell’Anonimo Triestino, racconta di una delusione d’amore, la stessa che stava attraversando Piperno al momento della lettura. Da qui prende il via una ricerca assurda e bizzarra, che porterà (forse) alla soluzione dell’enigma attorno all’identità di questo autore misterioso. Il tutto è, però, un ragionamento sulla semplicità e complessità della letteratura, che riesce a trionfare sempre grazie a tre qualità ben precise, “l’ironia, il mistero e un po’ di melodramma.”
Sarà l’attrice Ambra Angiolini, che avrà modo di leggere una parte di “Acciaio”, ad introdurre proprio l’autrice di quel fortunato romanzo.
Tutt’altra atmosfera si respira durante la lettura dello scritto inedito dal titolo “451 anime”. Avallone si mette quasi a recitare, a differenza dalla lettura quasi distaccata di Piperno. La sua storia, infatti, è tutto tranne che leggera, perché i protagonisti sono due giovani che vivono in un paese di appena 450 anime, senza prospettive future e con rapporti conflittuali coi genitori. Eppure, a venire incontro a questi ragazzi sarà una nuova ed inaspettata “anima”, il risultato di un rapporto sessuale maldestro tra i due. Una nuova vita può costituire in questo caso, e con tutto quello che essa comporta, motivo di forte stimolo per riprendere in mano la propria esistenza, intravedendo un futuro che sembrava, fino ad allora, inesistente.
Storie diverse quelle di Piperno e di Avallone, ma non poteva che essere così, dato lo stile, ed il modo di proporsi, molto dissimile tra loro. Tuttavia, è proprio questo il bello di una simile manifestazione. Stili differenti che, malgrado ciò, riescono a convergere su un tema comune; in questo caso “Semplice/Complesso”.
A chiudere la serata ci penserà la musica del compositore e pianista inglese, Michael Nyman, autore pure di parecchie colonne sonore (una su tutte quella del film di Jane Campion, “Lezioni di piano”).
Il festival è iniziato, perciò, nel segno della divergenza di stili e di linguaggio e così si andrà avanti nelle successive serate, che vedranno protagonisti nomi certamente importanti come, ad esempio, Peter Cameron, Amos Oz, Erri De Luca, Michael Connelly, Massimo Gramellini e Ascanio Celestini.
Lo scenario di Massenzio è, senza dubbio, suggestivo, tuttavia non si poteva prevedere la “complessità”, tanto per rimanere in tema, delle condizioni meteorologiche. Qui la forza della letteratura e della musica, possono veramente fare ben poco. La temperatura è rimasta la stessa, eppure la sensazione era quella di trovarsi nei pressi di un bel camino. Il tepore era quello emanato dalle parole e dalle note…