Ci sono, senza dubbio, dei punti fermi, innanzitutto c’è la netta sensazione che qualcosa stia cambiando e non soltanto in negativo. Come in tutte le cose ci sono i lati positivi e negativi. A questa regola non sfugge l’editoria italiana. Sono circa 400 le case editrici che partecipano a questa edizione di “Più libri più liberi” e, perciò, il numero degli stand è veramente considerevole ed è facile, addirittura, perdersi all’interno della struttura, già vasta di sua. 400 vuol dire che l’editoria, anche quella definita “piccola” e “media”, resiste e continua a sfornare tanti titoli tutti gli anni, a lanciare nuovi scrittori ed a proporre proposte alternative ed interessanti. Ciò, tuttavia, non esclude le difficoltà, in particolare quelle di natura economica, di distribuzione e di promozione. Il vecchio ruolo dello scrittore sembra stia tramontando inesorabilmente. Oggi i giovani preferiscono i videogiochi, i contenuti multimediali e dedicano parecchio del loro tempo a social network, forum, chat, ecc… Con le nuove forme di comunicazione, cambia anche l’editoria e la figura stessa dello scrittore. C’è, ad esempio, il fenomeno del self-publishing. Distribuire un libro mediante internet costa, infatti, meno rispetto ai tradizionali canali. Quindi, c’è un numero elevato di scrittori pronti ad utilizzare internet e promuove così il proprio lavoro. Ci saranno più titoli ed occorre, perciò, una buona distribuzione. Il lettore però vuole essere informato, orientato; nasce allora la figura del libraio “digitale”. I libri digitali necessitano di lettura veloce e meno attenta. Negli Stati Uniti, infatti, l’eBook ricopre circa il 20% del mercato. L’Italia è ancora indietro ma, come spesso accade da noi, le cose potrebbero cambiare in fretta.
I dati sulla lettura in Italia? I dati ISTAT affermano che i lettori “forti” (coloro che leggono 12 libri all’anno) sono 4 milioni, mentre quelli “deboli” (quelli che leggono al massimo 3 libri all’anno) sono 12 milioni. A leggere maggiormente sono le donne, gli uomini preferiscono i quotidiani. Enormi, purtroppo le distanze tra Nord e Sud. Male la Sicilia, Basilicata e Puglia. Si legge moltissimo, invece, nel Trentino-Alto Adige e buoni i risultati anche in Sardegna. In Italia, insomma, c’è stata la crescita della lettura, ma non il “progresso” della lettura, la “qualità” della lettura. Le distanze territoriali sono terrificanti e ciò è determinato anche dalla presenza effettiva di biblioteche statali e dall’istruzione dei genitori, che ha grossa influenza sulle “abitudini” culturali dei figli. Tanto da fare ancora per alimentare la voglia di libri nei lettori “deboli” e una Fiera così non può che avere grande importanza, perché sono giornate dedicate interamente alle problematiche e prospettive future dell’editoria. Piccole e medie case editrici che combattono, dunque, contro la crisi economica, la disattenzione delle Istituzioni ed il clima di sfiducia. Un paese che non valorizza la cultura è un Paese senza prospettive di nessun tipo. In bocca al lupo, perciò, a questi valorosi 400 combattenti!