Un gesto romantico che assume un valore simbolico, tenero e drammatico, per ribadire l’amore come libera scelta.
Quest’anno il Consiglio Nazionale Arcigay per festeggiare l’amore nel giorno di San Valentino ha lanciato un’iniziativa particolarmente romantica dal nome Crossing Kisses – Baci al Semaforo. Infatti il gesto clou sarà appunto un bacio collettivo la sera del 14 febbraio in Gay Street, ovvero via di San Giovanni in Laterano a Roma, e, quasi in contemporanea, in varie città italiane, con diverse scalette.
Da sempre l’associazione Arcigay è impegnata nella lotta per il riconoscimento delle coppie omosessuali e dei loro diritti, della loro effettiva presenza nella società e della libertà di manifestare il proprio amore.
Abbiamo fatto alcune domande a questo proposito al Presidente dell’Arcigay di Roma, Fabrizio Marrazzo.
Da cosa nasce questa iniziativa del Crossing kisses per San Valentino?
La mobilitazione su questo tema, ovvero il tema del riconoscimento delle coppie, c’è da circa 10 anni in varie forme, dalla presentazione dei vari disegni di legge da parte dell’Ulivo in poi.
A sostegno di quella presentazione nel 2003 vennero fatte alcune importanti manifestazioni, tra cui una più significativa a piazza Farnese: fu quella la prima volta in cui le coppie si baciavano insieme in piazza. L’intento era quello di lanciare un messaggio internazionale. Si cercava infatti di raggiungere il guinness dei primati di quantità di coppie che si baciavano in contemporanea. Quella stessa iniziativa venne ripetuta negli anni successivi fino al 2007.
Quella di sabato è la prima vera edizione del Crossing Kisses. Abbiamo deciso di tornare con un’iniziativa simile alle precedenti, ma relativa ad un’istituzione diversa. Infatti, pur nell’intento di rilanciare il dibattito sociale e culturale, ha un significato principale diverso, ovvero festeggiare il giorno degli innamorati. Non è un caso comunque la scelta, visto che la prima manifestazione in piazza Farnese si tenne proprio il 14 febbraio.
Perché proprio in un momento così difficile nasce un’iniziativa così significativa?
In un momento come questo di crisi economica e, secondo molti, anche etica, rilanciare questi temi diventa importante. In particolare ci interessa il tema del riconoscimento dei diritti che sono alla base dello sviluppo di un Paese. Siamo convinti che laddove c’è il riconoscimento dei diritti, c’è anche lo sviluppo. Si può partire da questa spinta positiva per combattere ogni tipo di crisi.
Oltre ai baci ai semafori sono previste altre iniziative per sabato sera?
Sarà montato un palco proprio in Gay Street, dove le coppie saranno chiamate a testimoniare e raccontare le proprie vicende. Non è una questione simbolica su come vogliamo intervenire, è invece fondamentale per la vita di milioni di persone. E’ un modo per chiedere una uguaglianza giuridica di riconoscimento delle coppie omosessuali. In particolare ribadiremo l’importanza di questi riconoscimenti quando queste coppie si trovano in situazioni già spiacevoli, che diventano poi facilmente orrende senza opportune leggi. Per esempio, non possono assistere il loro partner in ospedale, non hanno diritti riguardanti la comunione dei beni o il subentro del contratto d’affitto, e altro ancora. Perciò questioni di natura puramente pratica vedono le persone omosessuali escluse completamente. Con le nostre testimonianze di sabato, chiederemo che ci sia un intervento concreto.
Quante coppie manifesteranno pubblicamente il loro amore quest’anno a San Giovanni?
Solo a Roma saremo qualche migliaio. Poi ci sono tutte le altre città. Abbiamo scelto di trovarci in piazza e di cominciare dalle 22 una festa dei diritti civili che porterà ad un bacio collettivo. Questa festa è volta a chiedere alle persone di mostrare il proprio amore e mettersi in gioco in prima persona, con la drammaticità che questo gesto racchiude. Quando sei costretto a ribadire la tua esistenza e l’esistenza del tuo amore è palese che qualcosa non va e il momento che vivi è delicato.
Perché avete scelto via di San Giovanni in Laterano, per l’iniziativa di Roma?
Perché ha un significato simbolico per la comunità gay romana, viene infatti chiamata Gay Street. La Gay Street è un luogo importante di aggregazione e socialità. Negli ultimi anni ha assunto un ruolo determinante per molte persone. Ogni volta che si vuole dialogare con la città, è il luogo visibile in cui occuparsi di ciò che succede. Abbiamo lavorato molto su questo concetto di visibilità, che è poi il senso primario della manifestazione di sabato. Essere visibili e mostrare il proprio amore ci rende più capaci di agire e di cambiare. Un posto così, ai piedi del Colosseo e pieno di storia, dove tutti i romani passano fa parte di una profonda operazione culturale. Vogliamo ribadire che noi gay e lesbiche siamo qui, non siamo delle entità astratte e vogliamo dialogare con il resto dei cittadini.
Roma è più difficile di altre città italiane?
Roma è talvolta più difficile perché vive le problematiche delle grandi metropoli, con le complessità che si trovano ad affrontare associazioni ed istituzioni. Certo che il clima che la nostra città vive ora è più spiacevole. Roma è sempre stata una città molto accogliente, ora sembra quasi che stia perdendo questo suo pregio. Si vede dai fatti di cronaca giornaliera. E quando manca l’accoglienza, il problema riguarda direttamente anche noi. E’ un momento molto difficile e noi lo percepiamo. Questo è comunque valido in tutta la nazione, al di là delle amministrazioni locali.
Le questioni che si leggono sui giornali, quelle più serie, per esempio sulle depenalizzazioni, o quelle più di costume, come quella del festival di San Remo, non sono poi così differenti tra loro. C’è una sorta di trait d’union che lega questi atteggiamenti, che sono espressione di un attacco ripetuto e violento nei confronti della diversità, che ci vede combattere in prima linea. Per questo usiamo i nostri corpi quasi come scudi umani in una lotta folle che sta avvenendo.
Oltre a queste iniziative, per ribadire i vostri diritti di parità, ogni anno preparate il Roma Pride. State già organizzando?
Stiamo iniziando ad organizzare il Roma Pride proprio in questi giorni. La macchina del Pride è abbastanza oliata ed è diventata una tradizione. Ci saranno comunque iniziative originali, come al solito, ma non ti so dire sin da adesso cosa faremo.
La manifestazione sarà in Gay Street
sabato 14 febbario alle 22.00
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