Infinito. L’Universo di Luigi Ghirri alla Festa del Cinema di Roma

«Lo spazio tra infinitamente grande e infinitamente piccolo è riempito da qualcosa di infinitamente complesso: l’uomo e la sua vita, la natura. L’esigenza di conoscenza nasce dunque tra questi due estremi (…) per poter tradurre e interpretare il reale, il pensiero, la memoria, l’immaginazione.

Da qui nasce il mio lavoro» Così affermava Luigi Ghirri, uno dei maggiori e più influenti fotografi italiani del Novecento.

Infinito. L’universo di Luigi Ghirri
Regia di Matteo Parisini
Voce di Stefano Accorsi
Sabato 15 ottobre ore 20.30
Museo Maxxi, via Guido Reni 5

Proiezione stampa | sabato 15 ottobre ore 10.00 | Cinema Giulio Cesare sala 7
Proiezioni successive | lunedì 17 alle ore 10.00 e giovedì 20 alle ore 12.30 | Cinema Giulio Cesare sala 7

Alla presenza del regista, di Ilaria e Adele Ghirri e dell’artista Franco Guerzoni

 

A trent’anni dalla scomparsa, a lui è dedicato il documentario Infinito. L’universo di Luigi Ghirri del regista Matteo Parisini (Il nostro Paese, La mia virgola) e con la voce di Stefano Accorsi.

Sarà presentato in anteprima assoluta alla Festa del Cinema di Roma 2022 nella sezione Freestyle sabato 15 ottobre ore 20.30 presso il museo MAXXI alla presenza del regista, delle figlie Ilaria e Adele Ghirri, e l’artista e amico intimo Franco Guerzoni.

Uno dei maggiori fotografi italiani del Novecento, Ghirri scardina la da qualsiasi definizione, rompe i codici che la definivano fino a quel momento, e crea un’estetica dell’immagine destinata a innovare radicalmente la fotografica dell’epoca.

I suoi ritratti color pastello della provincia, considerata «il luogo per antonomasia» e punto privilegiato da cui osservare il mondo, diventano parte dell’immaginario collettivo mentre la sua capacità di catturare il paesaggio, che sia un dettaglio banale, un’architettura o una spiaggia romagnola, ha influenzato lo sguardo di generazioni presenti e future.

In contrapposizione con le tendenze dell’epoca, Ghirri porta avanti un suo percorso personale e continua a interrogarsi sul senso dell’immagine per tutta la vita attraverso la parola scritta. Una scrittura prolifica, ben sessantanove testi in diciannove anni, che è insieme affermazione poetica, argomentazione esistenziale, diario che interroga il presente.

«L’aspetto riflessivo è un elemento fondamentale del lavoro di Luigi Ghirri» afferma il regista Parisini «e come il suo pensiero si interseca strettamente con le sue fotografie, allo stesso modo io volevo far luce su Ghirri sia uomo sia artista»

In un intenso lavoro di sintesi, il regista Parisini cesella il suo pensiero a cui l’attore bolognese Stefano Accorsi regala la sua voce. La parola di Ghirri struttura tutto il documentario, che ripercorre i nuclei fondanti della sua carriera in un viaggio attraverso la provincia italiana anni ’70, ancora in bilico tra un passato rurale e il boom economico, e nei paesaggi della Pianura Padana.

 

«Di Luigi Ghirri, oltre alle sue bellissime foto, mi ha colpito la sua capacità di analisi e sintesi anche con le parole» commenta Accorsi «È come se riuscisse a immortalare esattamente quello che vedeva e raccontava. Riusciva a raccontare il mistero che si cela dietro l’immagine»

In una vera e propria immersione nel mondo di Luigi Ghirri, il documentario affianca alle parole del fotografo le testimonianze delle figure fondamentali che hanno lo accompagnato nelle tappe fondamentali del suo percorso. Come gli artisti concettuali Davide Benati e Franco Guerzoni, con cui, su una vecchia macchina, si aggiravano per la provincia, il suo primo stampatore Arrigo Ghi e lo storico dell’arte Arturo Carlo Quintavalle. Non meno importanti sono i racconti intimi, come quelli della famiglia, la sua àncora «per rimanere attaccato al mondo», e del musicista Massimo Zamboni (CCCP, CSI), con cui il fotografo ha collaborato.

Il film è impreziosito da numerose immagini e video inediti provenienti dall’archivio Eredi Ghirri che ha lasciato libero accesso per la realizzazione del documentario.

Il pensiero di Ghirri si riflette continuamente nelle immagini, che a loro volta creano un dialogo fitto di rimandi con le voci degli altri protagonisti del film, continuando a porre allo spettatore la stessa domanda che il fotografo si è posto per tutta la vita: cosa vediamo quando guardiamo una fotografia?

Infinito. L’universo di Luigi Ghirri è prodotto da Lorenzo Cioffi per Ladoc con la collaborazione di Adele Ghirri, Eredi Luigi Ghirri, con il sostegno del Comune di Modena e della Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission, con il contributo di Marazzi e Bper Banca, in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e con Film Commission Regione Campania e Regione Campania, Sky Arte e Rai Cultura.

La distribuzione internazionale è di Rai Com.

 

Fonte: Giulia Ghigi

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