“Quel che conta è il pensiero” proiezione a Roma

Il film “Quel che conta è il pensiero” di Luca Zambianchi arriverà a Roma da mercoledì 8 a domenica 12 giugno al Cinema Delle Province (Viale delle Province, 41).

Il giorno venerdì 9 giugno alle ore 20.30 la proiezione del film si svolgerà alla presenza del regista Luca Zambianchi.

Distribuito da Trent Film e presentato fuori concorso al XIX Festival del Cinema di Porretta Terme, il film ha vinto il Premio “Passo lungo” per esordienti al 71° Italia Film FEDIC, il riconoscimento “Registi del futuro” attribuito da Sedicicorto International Film Festival e ha ricevuto una Menzione Speciale attribuita da CineOff-Festival di Cinema Indipendente.

“Quel che conta è il pensiero” segna l’esordio nel lungometraggio del regista bolognese Luca Zambianchi, che firma una commedia indipendente a basso budget ambientata nel mondo universitario di Bologna immergendoci nell’intimità dell’appartamento di Giovanni e Michele, due studenti alla ricerca di un terzo coinquilino: tra esami rimandati, discussioni ambiziose, incurabili malinconie e troppi caffè, i protagonisti incedono verso un futuro incerto nelle file di una generazione perennemente in crisi, in attesa di uno slancio che sembra sfociare regolarmente nell'(auto)ironia. Sullo sfondo, il sogno di portare a uno spettacolo che sembra la summa di uno stile di pensiero e di vita, popolato di un gruppo di filosofi che frequentano una fantomatica “Lavanderia da Sigmund”.

Prodotto da Henry Whites Film, girato con pochissimi mezzi, un grande ingegno e tante idee sulla vita, l’amicizia e il cinema, “Quel che conta è il pensiero” è una commedia semplice che arriva dritta al cuore, con uno sguardo personale rivolto verso il primissimo Nanni Moretti girato in 8mm e che spinge all’identificazione con personaggi empatici, con cui si entra subito in sintonia. “Quel che conta è il pensiero” è un film che, senza grandi budget e volti noti, invita con immediatezza all’identificazione, alla scoperta delle incertezze di una generazione.

“Mi sento figlio – anzi, nipote – di quel cinema a basso costo fatto a tutti i costi” – ha dichiarato il regista Luca Zambianchi – “di quegli autori che si rimboccavano le maniche e che realizzavano film con pochi, buoni collaboratori facendo buon viso alla mancanza di mezzi e fondi e all’abbondanza di ostacoli e limitazioni tecniche. ‘Quel che conta è il pensiero’ è un film artigianale, realizzato con una inaudita povertà di mezzi e di fondi, e forse proprio per questo estremamente libero. Essendo il mio film d’esordio, un po’ come tutte le “prime volte” contiene tutto il vissuto e il pensato venuto prima. Nel mio caso, si parla di un’età che ho lasciato alle mie spalle da qualche anno: l’età universitaria, un’età confusa in cui più che mai sentivo e vedevo attorno a me la voglia di frenare, di ritardare l’avvento ufficiale dell’età adulta e il desiderio più o meno inconsapevole di prolungare una fase della vita in cui tutto (quasi tutto) è ancora possibile.”

 

FESTIVAL & RICONOSCIMENTI

XIX Festival del Cinema di Porretta Terme: anteprima Fuori Concorso
71° Italia Film FEDIC: vincitore Premio “Passo lungo” per esordienti
Premio “Registi del futuro” attribuito da Ass. Sedicicorto Int. Film Festival
Menzione Speciale attribuita da CineOff-Festival di Cinema Indipendente

SINOSSI

Giovanni e Michele sono alla ricerca del terzo coinquilino per il proprio appartamento da studenti. Giovanni, anziché preparare gli esami di Medicina, lavora alla messa in scena del proprio spettacolo amatoriale “La Lavanderia di Sigmund”; mentre Michele, fuoricorso ottimista, rimbalza di festa in festa e di ragazza in ragazza. Complice la diffidenza di Giovanni, la ricerca del nuovo coinquilino sembra aver poco successo – finché un giorno, senza preavviso, Asia si presenta alla porta.
Tra esami rimandati, discussioni ambiziose, incurabili malinconie e troppi caffè, Giovanni, Asia e Michele incedono verso un futuro incerto nelle file di una generazione perennemente in crisi, in attesa di uno slancio che sembra sfociare regolarmente nell'(auto)ironia.

APPUNTI DI REGIA

La scrittura di “Quel che conta è il pensiero” è iniziata durante gli anni dell’università in un pomeriggio di settembre. Avevo ventidue anni e, tra una lezione e un esame, passavo il tempo libero a scrivere nella mia stanza e ai tavolini dei bar.
Cinque anni e cinque cortometraggi dopo, mi sono reso conto che, alla fine, non ero cambiato più di tanto rispetto a quando avevo scritto le prime parole della sceneggiatura. E non era cambiato tanto nemmeno il personaggio di Giovanni: era solo invecchiato di qualche anno, si era sentito inadeguato e aveva pensato insieme a me, pagina dopo pagina, respirando qualche grammo di quella polvere sottile che, per evitare di parlare di età, comunemente chiamiamo “maturità” e che io misuro, come il tronco di un albero, contando gli anelli della malinconia.

In questo film ho messo tutto: le idee, le domande senza risposta, i caffè, il cinema, gli amori persi e mancati, le nostalgie, le delusioni e tanta autoironia.
LUCA ZAMBIANCHI

 

 

Fonte: Di Milla & Macchiavelli

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