L’Ambasciata Slovena a Roma presenta la nuova traduzione del capolavoro di Cancar “Il servo Jernej e la sua giustizia”. Giovedì 25 novembre alla Biblioteca Europea di via Savoia incontro sul libro pubblicato da Marietti 1820
con la curatrice Maria Bidovec, Jadranka Cergol Gabrovec e il Ministro plenipotenziario Tina Kokalj.
Il servo Jernej ha lavorato quarant’anni nella fattoria dei Sitar, ma alla morte del vecchio padrone, il figlio eredita la proprietà e lo caccia in malo modo.
A chi appartiene la terra? A chi ha ereditato senza aver fatto nulla o a chi se ne è preso lungamente cura? Nessuno dà ragione a Jernej, che con la sua domanda raggiunge, in un lungo pellegrinaggio, prima Lubiana e poi Vienna, pensando ingenuamente di poter esporre il suo caso all’imperatore.
Considerato il capolavoro dello scrittore sloverno Ivan Cankar (1876-1918), Il servo Jernej e la sua giustizia viene ora riproposto in italiano dall’editore Marietti 1820 nella nuova traduzione di Maria Bidovec, docente di Lingua slovena all’Università di Napoli L’Orientale, insignita nel 2018 del riconoscimento dell’Associazione degli Slavisti sloveni.
Il libro sarà presentato giovedì 25 novembre alle 17 alla Biblioteca Europea di Roma (via Savoia 13/15) per iniziativa dell’Ambasciata della Repubblica di Slovenia. Parteciperanno Maria Bidovec, che ha curato oltre alla traduzione anche l’introduzione critica al testo, Jadranka Cergol Gabrovec dell’Università del Litorale di Capodistria e Tina Kokalj, Ministro plenipotenziario e Consigliere culturale dell’Ambasciata.
Scritta di getto, in poche settimane, nel maggio 1907, la storia del servo Jernej ha suscitato in Italia un notevole interesse soprattutto in momenti politicamente nevralgici; il suo fascino senza tempo risiede nel grido di dolore universale e nella peculiarità di uno stile che riassume l’esempio più brillante della prosa di uno dei più grandi scrittori europei, che subì il carcere per la sua propaganda antiaustriaca e vide bruciare dalle autorità ecclesiastiche una sua raccolta poetica.
Fonte: 1A Comunicazione – Raffaella Soldani