Romaeuropa Festival: XXXVI edizione in scena dal 14 settembre al 21 novembre in 16 spazi della Capitale

Abbiamo riscoperto la potenza della comunità umana dopo aver convissuto per mesi con l’idea che un baratro potesse inghiottirci, che lo tsunami della pandemia potesse travolgerci.

Questa partecipazione globale, questo presente extra-ordinario, rappresentano lo spirito-guida di Romaeuropa e del suo Festival che dal 14 settembre al 21 novembre torna ad animare la capitale con un programma internazionale di oltre due mesi costruito come segno di ripartenza del settore artistico e culturale.

Con la Presidenza di Guido Fabiani e la Direzione Generale e Artistica di Fabrizio Grifasi, la trentaseiesima edizione del Romaeuropa Festival si configura, infatti, come una delle più ricche di sempre: 83 le compagnie in scena con 516 artiste e artisti provenienti da 15 differenti paesi, per 86 titoli, 206 repliche in 16 spazi di Roma e 33.000 posti in vendita secondo le attuali misure di distanziamento (89.000 sarebbero i posti secondo i parametri pre-pandemici, un numero che rappresenterebbe un vero record per il festival).
Un gesto di rinnovata presenza e di festa che abbraccia con il tratto colorato della musica, del , della danza, del nuovo circo, delle arti digitali e della creazione per l’infanzia le annualità 2020/2021 e pone al centro del suo operare la forza delle comunità che si ritrovano negli spazi dedicati alle arti e alla , il fascino rituale delle arti performative con la loro visionarietà, le molteplici sonorità che guidano le nostre emozioni, le nuove scritture per la scena, le sperimentazioni linguistiche ed estetiche ma anche l’attenzione alle istanze di un “nuovo presente” con le fragilità, le sensibilità e i temi emersi durante la pandemia ma già al cuore della storia del Festival: il rinnovato e implementato impegno in pratiche eco-sostenibili, l’inclusione e le tematiche identitarie e la critica ai sistemi post-coloniali individuando nella varietà di stimoli, necessità, riflessioni, voci, forme e narrazioni la chiave di lettura per la complessità del nostro tempo.

«Partecipare insieme dal vivo a un evento di danza, di musica, di teatro, di arti digitali, induce a una elaborazione culturale comune, reciprocamente stimolante e compiuta. Il pubblico che ascolta, segue, applaude, critica, respira, è un fattore insostituibile di crescita dello spettacolo» afferma il Presidente Guido Fabiani.

«Questa è la nostra identità, questa è la nostra storia – prosegue il Direttore Fabrizio Grifasi – questo è il nostro sguardo su un presente complesso; un nuovo presente nel quale ci affacciamo con il bagaglio del nostro percorso e che attraverso gli occhi delle artiste e degli artisti proviamo a scoprire. Ma questo presente possiamo affrontarlo grazie alle lavoratrici e ai lavoratori del mondo dello spettacolo. Un mondo reso particolarmente fragile nel corso di questi due anni e che vogliamo ringraziare e sostenere».

Ecco allora un programma che unisce all’impegno nella riprogrammazione degli appuntamenti previsti durante la scorsa edizione del festival e non andati in scena per via dell’emergenza sanitaria un lungo elenco di nuove proposte volte alla rivitalizzazione delle collaborazioni internazionali ma anche ad una nuova generazione di artiste ed artisti italiani e stranieri portatrice di nuovi linguaggi, istanze e pensieri. Contribuiscono alla costruzione di questi percorsi le sezioni del festival sviluppate dal team curatoriale che affianca la direzione artistica costituito da Francesca Manica, Maura Teofili, Stefania Lo Giudice, Federica Patti e Giulia Di Giovanni.

L’OPENING – LA PRIMA SETTIMANA DEL FESTIVAL
Nel segno della leggerezza, della festa e della meraviglia della natura inaugura la trentaseiesima edizione del Romaeuropa Festival con un opening nella Cavea dell’Auditorium Parco della Musica (dal 14 al 16 settembre) affidato alla folta compagnia di acrobati XY insieme al coreografo Rachid Ouramdane: ispirato al volo degli storni il loro Möbius è una coreografia vorticosa, fatta di voli spericolati e torri di corpi costruite dai 19 performer in scena al crocevia tra danza e acrobazia.
La settimana inaugurale del festival procede ancora nella Cavea dell’Auditorium, con alcuni dei più importanti nomi della creazione internazionale: se Israel Galván torna ad infiammare la scena con il suo flamenco surrealista al fianco del musicista Niño de Elche, l’acclamato compositore britannico Max Richter presenta un live dedicato a due dei suoi più grandi successi: The Blue Notebooks (insieme alla Max Richter & Orchestra) e Recomposed by Max Richter – Vivaldi, The Four Seasons inebriante rilettura in chiave minimalista del capolavoro di Vivaldi, eseguita dal vivo insieme alla Finnish Baroque Orchestra. Ancora, in questa settimana il Romaeuropa Festival è partner del nuovo Festival di Film di Villa Medici all’Accademia di Francia diretta da Sam Stourdzé per un dialogo tra creazione cinematografica e arti visive, mentre al Teatro Argentina lo spettacolo Pieces of a Woman firmato dalla sceneggiatrice Kata Wéber e dal regista Kornél Mundruczó per il TR Warszawa (tra le compagnie stabili più importanti d’Europa) dà il via ad una fitta programmazione di teatro internazionale. Apprezzato nella sua recente versione filmica, lo spettacolo intesse, con delicatezza ed empatia, un dramma familiare in cui la centralità dei ruoli femminili diviene metafora del percorso di emancipazione di tutte le .

IL TEATRO INTERNAZIONALE E LA SCENA ITALIANA
Sempre al Teatro Argentina, il Romaeuropa Festival 2021 presenta e co-produce la prima regia teatrale di Gus Van Sant. Il regista Premio Oscar firma uno spettacolo di teatro musicale ispirato alla carriera di Andy Warhol, un percorso immaginario tra fatti, sogni e ricordi abitato da personaggi iconici come l’attrice Edie Sedgwick, lo scrittore nordamericano Truman Capote e il musicista Lou Reed interpretati da adolescenti e giovani attori sullo sfondo della nascita della Pop Art.
Ma il teatro internazionale del Romaeuropa Festival è anche uno sguardo sul presente in cui finzione e realtà, documentazione e immaginazione si mescolano dando vita a narrazioni disincantate del mondo che abitiamo. Così il regista Alexander Zeldin (presentato in corealizzazione con Teatro di Roma) porta in scena con sguardo delicato, ironico e commovente frammenti della natura tragica e miracolosa della vita di famiglie residenti in alloggi di emergenza, il duo Azkona & Toloza, dopo aver presentato al REF nel 2020 Tierras del Sud, completa la trilogia Pacìfico, indagando le conseguenze del neocolonialismo e del capitalismo in Cile, Argentina e Brasile; la compagnia Rimini Protokoll trasforma il teatro in un medium utile alla cooperazione globale allestendo una conferenza i cui relatori sono interpretati dal pubblico eliminando viaggi ed emissioni di CO2, il regista Pedro Penim e il danzatore Filipe Pereira si cimentano in due conferenze – performance multimediali parte di un format creato dalla regista Lola Arias per Teatro Praga, mentre formati sperimentali e performativi sono quelli proposti dal regista tedesco Ersan Mondtag che in De Living trasforma in immagini ipnotiche e potenti le ultime ore di vita di una donna e di Mohamed El Khatib e Valérie Mréjen che – in corealizzazione con il MAXXI – Museo Nazionale delle arti del XXI secolo – ci accompagnano in una visita guidata in cui sono protagoniste le vite dei guardiani dei maggiori musei del mondo. Tra i grandi nomi della scena teatrale italiana Ascanio Celestini anticipa l’inizio delle celebrazioni per il centenario dalla nascita di Pierpaolo Pasolini dedicandogli uno spettacolo – presentato in corealizzazione con la Fondazione Musica per Roma – immaginato come un museo in cui sono raccolte le testimonianze di uno storico, uno psicanalista, uno scrittore, un lettore e un criminologo che l’hanno conosciuto.
Sono presentati in corealizzazione con Teatro di Roma gli spettacoli di Carlotta Corradi e Andrea Collavino che rileggono la vicenda delle baby squillo del quartiere Parioli di Roma, di Daria Deflorian e Antonio Tagliarini in dialogo con un gigante della cinematografia italiana come Federico Fellini e di Elvira Frosini e Daniele Timpano che affrontano con consueto cinismo e ironia l’eredità della Rivoluzione Francese. Dopo i loro debutti nell’ambito della sezione Anni Luce curata da Maura Teofili, tornano in scena Fabiana Iacozzilli con un affondo sulla genitorialità e sulla scelta e il desiderio di essere o non essere madri (in corealizzazione con Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello) e Dante Antonelli con il secondo capitolo di un percorso ispirato all’opera di Yukio Mishima e costruito come un affondo sull’identità e sulla rottura delle convenzioni sociali.
È dedicata interamente all’accompagnamento, alla formazione e al supporto alla scena emergente italiana la nuova edizione di Anni Luce che accresce l’impegno nel format Powered By REf, una call dedicata ad artiste e ad artisti under30 volta alla costruzione di possibilità di studio, residenza retribuita e sperimentazione di progetti in divenire (in partnership con Carrozzerie n.o.t., 369gradi s.r.l, Periferie Artistiche – Centro di Residenza Multidisciplinare della Regione Lazio e in network con Teatro Quarticciolo e ATCL – Circuito Multidisciplinare del Lazio per Spazio Rossellini) e di Situazione Drammatica il format ideato da Tindaro Granata dedicato alla nuova drammaturgia che si concentrerà quest’anno sul Premio Hystrio, il Premio Riccione e il Premio Pier Vittorio Tondelli e a cui si aggiungono le registrazioni e gli incontri curati e realizzati in collaborazione con Rai Radio 3 . In scena, nell’ambito della sezione, anche lo spettacolo Notte Bianca scritto da Tatjana Motta e diretto da Camilla Brison (dopo la lettura dello scorso anno nell’ambito di Situazione Drammatica), il debutto dello spettacolo Ça ne resonne pas, ça resonne trop di Secteur In.verso sviluppato a partire dallo studio presentato durante la prima edizione di Powered By REf e la performance musicale di Francesco Leineri.
Muta Imago, infine invita gli spettatori, in un’anteprima estiva del festival (dall’8 al 20 giugno – in corealizzazione con Teatro di Roma), in un’esperienza immersiva e personale del tempo sulle musiche originali di Alvin Curran.

LA DANZA INTERNAZIONALE E I NUOVI TREND EUROPEI
Si sviluppano nel segno del dialogo con la musica, della contaminazione culturale e della multidisciplinarietà anche gli appuntamenti con la grande danza internazionale del festival: la coreografa sud-africana Dada Masilo presenta un’inusuale rilettura de La Sagra della Primavera di Stravinsky innervata nel minimalismo e nell’energia rituale della danza Tswana e nel recupero delle proprie origini e della propria identità, Dorotheé Munyaneza raduna sul palco le storie di danzatrici e cantanti di diversa nazionalità per costruire uno spazio di rivendicazione e libertà femminile, la coreografa brasiliana Alice Ripoll presenta con la sua compagnia costruita nella Favela di Rio, un rituale sull’esodo, sulla rinascita e la resistenza mentre il coreografo statunitense Trajal Harrell arriva per la prima volta al festival con una nuova coreografia in dialogo con la celebre composizione The Köln Concert di Keith Jarrett (i due appuntamenti sono presentati in corealizzazione con Teatro di Roma). Dialogano con la musica anche Emanuel Gat di nuovo al REf con un “musical” contemporaneo costruito sui successi di una band iconica come i Tears for Fears, Olivier Dubois con il suo ritratto dell’Egitto di oggi (realizzato in stretta collaborazione con il centro artistico B’sarya, situato ad Alessandria) dove 8 danzatori si confrontano con 3 musicisti di Mahraganat, stile musicale creato dai giovani egiziani dei quartieri popolari del Cairo, e Claudia Castellucci (Societas) in un dialogo tra la sua compagnia di ballo Mòra e i Cantori del Coro Bizantino di musicAeterna di San Pietroburgo.
Il ritorno della scrittura coreografica minimalista e percettiva del greco Christos Papadopoulos, dell’eleganza ipnotica del duo composto da Maria Campos e Guy Nader, della chimica vegetale nel Manifesto Cannibale del CollettivO CineticoO guidato da Francesca Pennini o dei dialoghi musicali di Jesús Rubio Gamo, quattro tra le più rilevanti scoperte di Dancing Days, apre le porte alla sezione del festival curata da Francesca Manica e dedicata all’identità di una nuova generazione europea di danzatori e coreografi accumunata da una ricerca formale e tematica tesa all’esplorazione del proprio “io”, ma anche alla riscoperta di una collettività caratterizzata da nuove co-abitazioni e collaborazioni. Sono specchio di queste riflessioni gli spettacoli di Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi (nell’ambito di Aerowaves), di Sofia Nappi e Davide Valrosso (in corealizzazione con Teatro Biblioteca Quarticciolo) di Victor Černický, Stefania Tansini, Iris Karayan e Collettivo Mine oltre a Connor Schumacher tra i più apprezzati coreografi della sua generazione (parte di un focus più ampio dedicato ai Paesi Bassi), la coreografa Simona Bertozzi e Roberto Castello, tra i coreografi più rilevanti della scena coreografica italiana, al debutto con il suo nuovo spettacolo Inferno, un percorso nei gironi dell’ego con la sua stupidità e bellezza attraverso un trittico in cui i livelli si intrecciano in un continuum ritmico.
Alle giovani coreografe e ai giovani coreografi under35 è dedicata infine la nuova edizione del bando DNAppunti Coreografici volto a individuare un coreografo, una coreografa o un collettivo con un progetto da sviluppare a cui offrire un percorso di ricerca, visibilità, sostegno economico e artistico o Vivo d’Arte il bando promosso con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale dedicato ad artiste ed artisti emergenti italiani residenti stabilmente all’estero.

ALTRI MOVIMENTI – KIDS & FAMILY
È una dimensione poetica, fragile, intima e sognante, ancora sospesa tra teatro, acrobazia e danza, quella in cui ci trasporta la compagnia franco-catalana Baro d’evel di ritorno al festival con il sognante Mazùt mentre la coreografa Sue Buckmaster firma per l’Akram Khan Dance Company una versione per le famiglie di Xenos, ultimo spettacolo di Akram Khan, anteprima dell’atteso ritorno della sezione Kids & Family curata da Stefania Lo Giudice che declina i linguaggi contemporanei nella creazione dedicata all’infanzia. In programma la compagnia Finzi Pasca (tra le più acclamate e importanti formazioni di nuovo circo al mondo) oltre a Direzione Quattrox4 – Fabrizio Rosselli, Locomoctavia, Teatro Viola, Transadriatica, Teatro del Carretto con lo storico spettacolo Biancaneve e Oorkaan/Percossa con lo spettacolo di teatro musicale The Box Brothers (parte di un Focus sulla scena dei Paesi Bassi che attraversa tutto il Romaeuropa Festival 2021).

 

MUSICA – DALLA NUOVA SCENA POP ITALIANA ALLA CLASSICA CONTEMPORANEA, PASSANDO PER LE CULTURE DIGITALI
Se la musica funge da collante tra le differenti proposte della programmazione riunendo prospettive d’indagine e pratiche differenti, cospicua è la proposta musicale della trentaseiesima edizione del Romaeuropa Festival a partire da una nuova linea d’indagine sui linguaggi e le nuove tendenze del pop italiano. Curata da Giulia Di Giovanni, Line Up! convoglia all’Auditorium Parco della Musica alcune delle proposte femminili più interessanti di una scena caratterizzata dalla contaminazione e dal respiro internazionale. Un invito alla leggerezza, un ritorno alla festa attraverso la musica di artiste come Rachele Bastreghi, anima femminile dei Baustelle, con la prima data romana del suo nuovo album da solista Psychodonna, Emmanuelle, tra le più interessanti DJ della scena italiana con il suo live eclettico, sensuale e sognante, Ditonellapiaga sul palco con le mille sfaccettature della sua identità fluida come la musica che produce sempre in bilico tra reggaeton, rap, pop e dance; l’inclassificabile e provocatoria Boyrebecca e la contaminazione tra tradizione e avant-pop e de LA NIÑA con la sua fusione di canzone partenopea e pop internazionale e Bluem la cui elettronica minimale incrocia i suoni atavici e ancestrali della Sardegna.
Ancora alle protagoniste e ai protagonisti della musica italiana è dedicato il format Le parole delle canzoni dell’ Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani presentato per la prima volta live al Romaeuropa Festival nell’incantevole scenario di Villa Medici: un ciclo di dialoghi tra musiciste e musicisti, scrittrici e scrittori che sarà inaugurato da Mahmood – con i suoi 15 dischi di platino, 6 dischi d’oro e oltre 400 milioni di streaming tra i più importanti esponenti del cantautorato urban pop – protagonista di un dialogo sui testi e le parole del suo nuovo album in uscita Ghettolimpo con la scrittrice, candidata al Premio Strega, Teresa Ciabatti (Sembrava Bellezza, Mondadori 2021). Seguono gli incontri live e in streaming con il rapper e scrittore Amir Issaa e un’altra scrittrice in corsa per il Premio Strega 2021 come Giulia Caminito (L’acqua del lago non è mai dolce, Bompiani, 2021) la cantante e attrice Margherita Vicario insieme alla scrittrice, femminista e attivista culturale italo-ghanese Djarah Kan (Ladri di denti, People), il cantautore vincitore nel 2019 della Targa Tenco per la categoria opera prima Fulminacci, al suo secondo album dopo la partecipazione al Festival di Sanremo 2021 insieme ad Alice Urciuolo, scrittrice tra le sceneggiatrici di SKAM Italia, anche lei in lizza per il Premio Strega con Adorazione (66thand2nd) e infine, l’acclamata cantautrice torinese ma di base a Milano Ginevra.
Esplorano la tradizione cantautorale italiana anche Donato Dozzy ed Eva Geist insieme in Il Quadro di Troisi, un omaggio tra elettronica minimalista e canzone, agli anni Ottanta, alla Disco di quel decennio e alle canzoni di artiste e artisti come Matia Bazar, Battiato e Alice. Il live è presentato nell’ambito di Digitalive la sezione a cura di Federica Patti che anche quest’anno torna ad indagare le culture digitali e che conduce nelle sonorità sperimentali ed elettroniche di artiste e artisti come Not Waving aka Alessio Natalizia reduce della pubblicazione del suo ultimo album How To Leave Your Body, il musicista e compositore techno olandese Colin Benders e l’italiana Marta De Pascalis live con il suo quarto album di recente pubblicazione. Tra palcoscenico reale e virtuale, Digitalive presenta in collaborazione con il Festival VRE – Virtual Reality Experience anche lo spettacolo Così è (o mi pare) – Pirandello in VR firmato da Elio Germano e Omar Rashid, un’esperienza di visione personale e collettiva, filmica e performativa che apre nuove riflessioni sul tema pirandelliano della realtà, e ancora la performance Object Oriented Choreography (WISIWYG) di Francesco Luzzana – vincitore della seconda edizione di RE:Humanism Art Prize. Online le performance di Mara Oscar Cassiani artista wi-fi based con la sua estetica vaporwave, Fuse* con il terzo episodio di una trilogia immersiva di live media performance e Umanesimo Artificiale con l’esplorazione artistica e digitale dell’antica Via Flaminia.
È un viaggio nel post punk e nella New Wave italiana, invece, quello proposto da Gianni Maroccolo e Antonio Aiazzi con il loro Mephisto Ballad (alla presenza del regista e attore Giancarlo Cauteruccio e con un omaggio a Franco Battiato) che tra minimalismo, elettronica e atmosfere dark trascina verso le sonorità più sperimentali e le composizioni classiche contemporanee del festival: il dj e producer Clark si allontana dalle sue sperimentazioni massimaliste per ri-confrontarsi con la musica classica contemporanea presentando live il suo ultimo album pubblicato dalla Deutsche Grammophon, la compagnia Fanny & Alexander presenta per Muziektheater Transparant e insieme alla soprano Claron McFadden e al compositore Emanuele Wiltsch Barberio una performance musicale costruita come una galleria di lamentazioni contemporanee che richiamano il tema della sofferenza spaziando da Monteverdi a Bach, da Nina Simone a Giovanni Legrenzi passando per Barbaro Strozzi e Arvo Pärt; il ritorno di Fabrizio Ottaviucci con il quarto appuntamento dedicato alle Treatise di Cornelius Cardew accompagnate, questa volta, dall’esecuzione di Concetto Spaziale, Attese del compositore Nicola Sani.
Due gli omaggi dedicati dal PMCE – Parco della Musica Contemporanea Ensemble, grazie alla corealizzazione con la Fondazione Musica per Roma, a due giganti della musica italiana: il compositore fiorentino Sylvano Bussotti (in corrispondenza del compimento dei suoi novant’anni) e il Maestro Ezio Bosso (a poco più di un anno dalla sua scomparsa). Fanno parte del programma del Romaeuropa Festival 2021, infine, due appuntamenti presentati dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia: un Omaggio a Piazzolla con Archi e Coro dell’Accademia (bandonéon Richard Galliano, voce recitante Tommaso Ragno, direttore Piero Monti) in occasione del centenario dalla nascita del compositore e Buddha Passion di Tan Dun, concerto presentato dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che vede il compositore Grammy Award e Premio Oscar per le sue celebri colonne sonore impegnato con Orchestra, Coro e Coro di Voci Bianche dell’Accademia in una monumentale opera corale in cinese e sanscrito, ispirata all’antica città della Cina Dunhuang e alle sue Grotte di Mogao dove ha trascorso due anni immerso a osservare, ricercare, documentare e tradurre alcuni manoscritti della biblioteca.

LA MUSICA DEL GRAN FINALE
Ancora nel segno della musica il Gran Finale del Romaeuropa Festival 2021 che si articola in una due giorni all’Auditorium Parco della Musica presentando il giovane compositore Vittorio Montalti insieme a Blow Up Percussion e Tempo Reale; Edison Studio con l’esecuzione live di una colonna sonora per le immagini del film (in versione restaurata) Inferno da La Divina Commedia di Dante Alighieri di Francesco Bertolini, Adolfo Padovan e Giuseppe De Liguoro; l’esplorazione linguistica firmata dal genio dell’elettronica Alva Noto in dialogo con lo scrittore e performer francese Anne James-Chaton e, in corealizzazione con Fondazione Musica Per Roma, uno speciale live dell’Ensemble Intercontemporain, fondato da Pierre Boulez nel 1976, e di ritorno al REf con un concerto in cui le musiche di Steve Reich dialogano con le immagini video prodotte dal pittore tedesco Gerhard Richter, tra i massimi artisti viventi.

COMMUNTY REF
Con REF Eco Friendly Romaeuropa, consapevole dell’impatto ambientale e sociale direttamente collegato all’organizzazione e gestione degli culturali, ha deciso in partnership con la Fondazione Ecosistemi di sviluppare la propria attività nella direzione della sostenibilità e si impegna attraverso il Progetto Ossigeno promosso dalla Regione Lazio, nella piantumazione di oltre 670 arbusti nell’area del Castello di Santa Severa per compensare le 223 tonnellate di CO2 prodotte dagli spostamenti degli artisti connessi al Romaeuropa Festival 2021. Ma tante altre sono le attività che alimentano la community del REf: in collaborazione con Casa dello spettatore, realtà coordinatrice sul territorio romano, Romaeuropa aderisce ad Affido Culturale progetto per il contrasto della povertà educativa che propone di mobilitare delle “famiglie risorsa”, valorizzando l’esperienza dell’affido familiare, ma declinandola sullo specifico della fruizione di prodotti e servizi culturali; MigrArt Lab Conference è, invece, il titolo della tappa conclusiva del progetto INCROCI ideato da Teatro Magro di Mantova in partenariato con Asinitas Onlus di Roma e Progetto Amunì-Babel di Palermo e il sostegno della Fondazione Alta Mane Italia e in collaborazione con Teatro Biblioteca Quarticciolo con l’intento di attivare linee di inclusione sociale, sensibilizzazione e ricerca attraverso le arti performative: un convegno dedicato al tema della migrazione e al lavoro artistico con i migranti costruito attraverso tre giorni di incontri, tavoli di lavoro e confronto.

L’ideazione dell’intero programma prodotto dalla Fondazione Romaeuropa, presieduta Guido Fabiani e diretta da Fabrizio Grifasi, è stata possibile grazie al sostegno del MiC – Ministero della Cultura, della Regione Lazio e di Roma Capitale.
Il Romaeuropa Festival 2021 è realizzato in corealizzazione con la Fondazione Musica per Roma, Teatro di Roma, Azienda Speciale Palaexpo – Mattatoio, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Villa Medici – Accademia di Francia e MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo e grazie alla rete pubblico/privata che sostiene il festival: il Dutch Performing Arts, Flanders State of the Arts, l’Institut Français – La Francia in scena – Fondazione Nuovi Mecenati, Istituto Polacco di Roma, il British Council, il Goethe-Institut, Oficina Cultural – Embajada de España, Istituto Svizzero, Aerowaves – Creative Europe Programme, . Il festival ha ricevuto per la sua trentaseiesima edizione il patrocinio dell’Ambasciata di Francia a Roma, dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma, dell’Ambasciata del Regno del Belgio a Roma, dell’Ambasciata di Svizzera In Italia, dell’Ambasciata Britannica, dell’Ambasciata dei Paesi Bassi, dell’Ambasciata del Portogallo, dell’Ambasciata di Svezia, dell’Ambasciata di Finlandia a Roma, dell’Ambasciata di Grecia e dell’Ambasciata della Repubblica Ceca.

Il programma è inoltre costruito in network con Carrozzerie | n.o.t , 369 Gradi, Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello, Teatro Vittoria, ATCL per Spazio Rossellini, Periferie Artistiche – Centro di residenza multidisciplinare della Regione Lazio, Teatro Biblioteca Quarticciolo, Re:Humanism, VRE – Virtual Reality Experience, Istituto dell’Enciclopedia Treccani, Situazione Drammatica.
Il premio Vivo d’Arte è promosso dalla Farnesina – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale mentre fanno parte della rete di DNAppunti Coreografici: Cango, Casa della Danza – Bassano del Grappa, L’Arboreto – Teatro dimora di Mondaino, Gender Bender, Triennale Teatro dell’Arte.

Con i suoi canali dedicati alla cultura, all’approfondimento e allo spettacolo RAI è Main Media Partner del Romaeuropa Festival 2021.

 

Tutte le informazioni sul sito romaeuropa.net

 

 

Fonte: Giulia Di Giovanni – GDG Press

 

 

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