Alessandro D’Alessandro apre la stagione estiva dell’Angelo Mai

Alessandro D’Alessandro con il suo cd Canzoni apre la stagione estiva dell’Angelo Mai Roma, 17 giugno, ore 21

A inaugurare la stagione estiva dell’Angelo Mai a Roma, il 17 giugno, alle ore 21, sarà Alessandro D’Alessandro, organettista di straordinario talento che ha portato uno strumento della tradizione popolare a dialogare con altri stili, ritmi ed armonie, ampliandone notevolmente le capacità espressive. Musicista particolarmente apprezzato per quanto riesce ad esprimere con uno strumento altrimenti relegato a determinati generi ed ambiti espressivi, per il suo esordio da solista, CANZONI – per organetto preparato & elettronica, edito da Squilibri, ha deciso di misurarsi, in solo¸ con classici della canzone nazionale e internazionale, spaziando tra Fabrizio De André e Paolo Conte, Pino Daniele e Lucio Battisti, Bob Marley e Gianmaria Testa, Piero Ciampi e Fausto Mesolella, in trasposizioni di grande fascino e impatto emotivo. Volgendo il soffio di quel mantice verso una sorprendente pluralità di mondi artistici, D’Alessandro ha potuto così avvalersi per questo suo disco d’esordio di voci di grande prestigio che accrescono notevolmente il valore e l’originalità delle sue rivisitazioni, da Sergio Cammariere e Joan Manuel Serrat a Neri Marcorè e Sonia Bergamasco, da Musica Nuda a Peppe Voltarelli. Con interventi di musicisti di rilievo come Daniele Sepe, Roberto Angelini, Daniele Di Bonaventura, Arnaldo Vacca, oltre che dell’Orchestra Bottoni da lui stesso guidata, un battesimo d’eccezione che si snoda per 16 brani di cui uno solo inedito, il prologo Tiritera delle canzoni che volano, cantato a due voci da Elio e David Riondino.

Nelle sue continue escursioni per disparati mondi sonori D’Alessandro si muove con uno strumento che lui stesso ha ribattezzato “organetto preparato” e che, nelle sue mani assume il “respiro di un’orchestra” grazie al sapiente uso dell’elettronica e all’utilizzo molto personale dell’effettistica e dei loops, con sovrapposizioni armoniche e ritmiche dettate anche dalla percussione dello strumento. L’assetto elettronico, costruito con processi digitali multiformi, gli consente in effetti un’estrema versatilità, mettendolo in condizione di praticare qualsiasi musica. Nella ri-scrittura solo strumentale delle diverse canzoni, le immagini e le emozioni veicolate dai versi originari sono disposti in un processo di recuperi multiformi per cui ci si ritrova di fronte a un “racconto” nuovo, che alimenta altre reazioni emozionali, in aggiunta a quelle delle versioni originali sedimentate nella memoria collettiva. Nella ri-scrittura solo strumentale delle diverse canzoni, le immagini e le emozioni veicolate dai versi originari sono disposti in un processo di recuperi multiformi per cui ci si ritrova di fronte a un “racconto” nuovo, che alimenta altre reazioni emozionali, in aggiunta a quelle delle versioni originali sedimentate nella memoria collettiva. Nella sua interpretazione de I giardini di marzo, ad esempio, i versi di Mogol restano ancorati alla memora di chi ascolta, ma la sensazione di piccolo “flusso di coscienza” che quel testo poetico alimenta, con le sue modeste tristezze e solitudini quotidiane, consegnata alla musica di Battisti, risulta amplificata dalla condotta di Alessandro D’Alessandro, con una forma frammentaria e sfrangiata che ottimamente rappresenta le sensazioni presenti nei versi e così aggiunge senso all’originale, senza aggiungere una sola parola.

Biglietto unico: 5 euro, ingresso con tessera Arci
info e prenotazioni prenotazioni (at) angelomai.org
prevendite su marteticket e oooh events

 

 

Fonte: Ufficio Stampa Squi[] Editore

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