Rigoletto” di Giuseppe Verdi nella versione irriverente e satirica de “I Tre Barba

Dopo il successo della scorsa stagione con “Così fan tutte” e “Il Barbiere di Siviglia” tornano al Studio Uno “I Tre Barba” ovvero Lorenzo De Liberato, Alessio Esposito e Lorenzo Garufo, con una delle opere più amate e conosciute di Giuseppe Vedi: “Rigoletto”.

Per questa terzo (e ultimo?) spettacolo, il trio de “I Tre Barba” ha deciso di completare il proprio, personalissimo viaggio attraverso la lirica, con uno dei drammi più celebri della tradizione italiana, perseguendo l’intento di far conoscere e riscoprirel’operagiocando in modo satirico e irriverente con la musica e i libretti dei grandi capolavori operistici.

Rigoletto è un vero e proprio melodramma, realizzato nel 1851, e apre la trilogia popolare verdiana composta inoltre da “Il Trovatore” e “La Traviata”. Reduci dalle due opere comiche “Così fan tutte” di Mozart e “Il barbiere di Siviglia” di Rossini (quest’ultimo verrà riproposto la settimana successiva dal 13 al 16 febbraio 2020 sempre al Teatro Studio Uno),  i Tre Barba non potevano esimersi dal cimentarsi con un titolo del celebre Giuseppe Verdi.

Considerata la comprovata e risaputa incapacità da parte del trio di mantenere serietà e rigore durante la messa in scena, la scelta di un dramma così intenso, come Rigoletto, aumenta notevolmente l’aspetto satirico, che colpisce, oltre al semplice impianto lirico, anche la natura drammatica stessa del libretto del Piave:  l’opera si trasforma così in una grottesca rappresentazione piena di enfasi tragica che sfocia, volenti o no, in quello che probabilmente risulterà lo spettacolo più comico della trilogia.

In un clima di festa sfrenato, su un palcoscenico pieno di palloncini e luci stroboscopiche, gli attori e cantanti (dilettanti) costruiscono una vera e propria farsa del dramma, alternando ai versi del libretto alcuni testi in prosa e misurandosi, ancora una volta, con le arie più famose dell’opera tra le quali spiccano “Cortigiani, vil razza dannata”, “Bella figlia dell’amore”, “Questa o quella per me pari sono” e l’immancabile “La è mobile”.

Non mancheranno le incursioni musicali moderne, da Elvis Presley a Johnny Cash… Tanto da Frank Sinatra a Benny Benassi il passo è breve.

Sinossi

La vicenda è ambientata a Mantova, nel XVI secolo. Rigoletto, gobbo buffone di corte, ha una figlia, Gilda, la cui esistenza tenta di mantenere segreta ai cortigiani, molti dei quali intendono vendicarsi di lui per le sue beffe feroci. Gilda si è invaghita, credendolo un povero studente, del frivolo e incostante duca di Mantova, introdottosi furtivamente nella sua casa per farle una corte appassionata.

In un secondo tempo i cortigiani del duca, che intendono vendicarsi di Rigoletto, rapiscono Gilda e la conducono al palazzo, credendola però l’amante e non la figlia del buffone. Quando Rigoletto vi incontra la figlia, che, sedotta dal duca, si dispera per la sua sorte, giura di vendicarne l’onta e, ingaggiato un sicario, Sparafucile, ordisce la vendetta. Ma all’ultimo momento Gilda, ancora innamorata del duca, si sostituisce a lui e cade pugnalata in sua vece.

“Rigoletto” 6-9 febbraio 2020

Teatro Studio Uno, Via Carlo della Rocca, 6 (Torpignattara).

Ingresso 12 euro. Tessera associativa gratuita

Giov – Sab ore 21,00 e Dom ore 18.00

Fonte Ufficio Stampa Teatro Studio Uno

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