Autore: Donata Zocche

Certe vittorie hanno un valore particolare. Specialmente se arrivano dopo aver combattuto a lungo e duramente. Specialmente se il nemico incute paura già dal nome: linfoma di Hodgkin. Le battaglie sono sfiancanti: chemioterapia, radioterapia, trapianto di midollo osseo. Solitamente durano anni, e lasciano il segno nel corpo, ma anche nell’anima. Solo chi ci è passato può capire davvero.

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Le giornate d’estate scorrono silenziose e tranquille a Villa Magnolia, residence esclusivo nel cuore di Roma per persone esclusive. E’ lì che Luigi Carletti nel suo ultimo romanzo Prigione con piscina (Edizioni Mondadori), invita il lettore, in un’oasi dove quasi tutti vorrebbero vivere. Si rivelerà un posto da cui scappare, anche per il protagonista. Dopo essere uscito dalla gabbia dorata, Filippo Ermini, professore universitario esperto di new media, è però costretto a ritornarvi. E per quella serie di eventi incredibili e beffardi che vanno sotto il nome di vita, costretto su una sedia a rotelle.

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Perché Viale del Policlinico di Claudio Coletta (Sellerio editore), sia diventato a pieno merito un caso letterario si capisce fin dalle prime pagine. Quando il professor Mori, luminare di ematologia, viene trovato in una pozza di sangue, il noir che ci si aspetterebbe si colora di altre sorprendenti tinte. Lo shock che segue al ritrovamento del corpo, legato a una poltrona e dissanguato, scuote l’Istituto di I Clinica Medica del Policlinico di Roma durante la travagliata occupazione studentesca del 1974.Lorenzo, lo studente di medicina che ha scoperto l’omicidio, si ritrova coinvolto nelle indagini. Altri incredibili delitti seguiranno, messi in atto…

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Delineare la mappa del proprio percorso puntando l’ago del compasso sulla pedana dei vigili a piazza Venezia, come Romolo tracciò il solco con cui venne fondata la città eterna. Comincia così L’O di Roma di Tommaso Giartosio, pubblicato da Laterza. E’ il sogno di percorrere la propria città lungo una forma perfetta, attraverso le realtà erette dal tempo: le mura di cinta, i ministeri, le case, il Vaticano.

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“Non era ancora invernoForse solo appena un poco autunno.Non era ancora invernoQuando ti ho incontrato.”Parole traboccanti di vita come forse può essere solo a vent’anni. Poi la sentenza: linfoma di Hodgkin, e da allora le parole cambiano. Diventano ospedale, terapie, paura, dolore.Anche la vita cambia, e Roma, la tua città, si trasforma in una carta geografica dell’orrore, i cui punti di riferimento sono il policlinico Tor Vergata e l’ospedale Sant’Eugenio.“Sì, voglio combattere ancora. Sì, rivoglio la mia vita e me la prenderò a tutti i costi.”A spiegare come, può essere solo lei, Elena Carlini, che nel romanzo autobiografico Le mie…

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Non è mai facile definire un libro, soprattutto, se come Tutto torna di Giulia Carcasi, edizioni Feltrinelli, affronta l’indefinito. Parla con grazia e misura, l’autrice, di due vite che si ritrovano sul treno Roma-Pisa, vicine ma con dello spazio tra loro, come i binari su cui viaggiano. Lui è Diego Rocci, e sta lavorando a un vocabolario: “ Vorrei aprire i barattoli di parole, vorrei che la realtà si riversasse nelle strade, randagia, e non si facesse prendere.” Lei è Antonia, solo Antonia: “Si chiama fiducia, tenerezza, irriverenza, abracadabra, orgoglio, vino rosso, fascino, sogno, disarmo, pioggia, sete, rifugio, canzone, ti…

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E’ attraverso l’indagine che Gianrico Carofiglio si addentra nel territorio della propria produzione letteraria. Dalle vicende avvincenti e sofferte de “I casi dell’avvocato Guerrieri” all’analisi acuta e preziosa sul linguaggio del saggio “La manutenzione delle parole”, lo sguardo dell’autore ha sempre saputo cogliere situazioni e personaggi da angolazioni inaspettate e inconsuete. Nel suo ultimo romanzo, Il silenzio dell’onda, edito da Rizzoli, Gianrico Carofiglio tesse temi a lui cari come il vissuto e il dettaglio investigativo, delineando la complessa trama dell’esistenza. E’ così che Roberto Marias, dopo una vita di attività segrete come agente sotto copertura, si ritrova due volte a…

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‘Sono alcolico e velenoso, e non trovo riposo e non conosco più gioia. Sono una sigaretta che non si spegne mai, e un calice che non s’esaurisce. Sono un caffè troppo amaro, così ti stomaco’. Sono pietre di cui sembra di sentire il tonfo le parole di Guido Orsini. A lanciarle è il letterato romano Gianfranco Franchi nel romanzo Monteverde, edito da Castelvecchi. Attraverso la vita di Guido, trentenne precario, l’autore fotografa un’intera generazione per cui i contratti a termine non finiscono mai, giovani stabilmente precari, che in virtù del loro curriculum ‘troppo generico’ o ‘troppo qualificato’, lavorano spesso ‘gratis…

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‘Devo ammettere che faccio fatica a rendermi conto d’essere davvero a Roma. Non mi sarei mai aspettato di trovare questa baraccopoli dentro la mia città: buia, fredda, piena di pozzanghere’. A parlare è Pietro, uno dei protagonisti di Oggi mi sa che muoio, di Jole Severi Silvestrini, pubblicato da Mondadori. Ma sono in molti a non aspettarselo, specialmente quando la visione della realtà viene offuscata dalla non-conoscenza, dal pregiudizio. Specialmente quando la realtà si chiama campo nomadi, un posto dove pochi vorrebbero andare, e ancora meno ci sono stati. Jole Severi Silvestrini, invece, quella realtà la conosce bene, perché ha…

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