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Ancora in corso la battaglia contro la chiusura della Città dell’Altra Economia a Testaccio

Rome_rione_XX_testaccio_logoE' ancora on line la petizione contro la chiusura della Città dell'Altra Economia di Testaccio, che ha già raccolto 14 mila adesioni.

Nata da un piano di riabilitiazione del Campo Boario nel quartiere Testaccio, grazie all'azione congiunta del Comune di Roma e di circa quaranta organizzazioni no profit, oggi, dopo tre anni di attività, la Città dell'Altra Economia sta lottando contro la sua chiusura voluta da recenti disposizioni comunali.

La vasta area di oltre 3000 metri quadri è una delle poche strutture sul territorio nazionale, che realmente lavora per diffondere una reale di un'economia alternativa, equosolidale ed ecosostenibile. Nasce come vero e proprio laboratorio volto ad adulti e bambini, che raccoglie uffici, ristorante, bar, biblioteca specializzata, alimentari, bottega, sala esposizioni e sala conferenze; diventato in breve tempo luogo d'incontro e relax da una parte, e dall'altra luogo di studio, approfondimento e ricerca, attraverso corsi, seminari, laboratori, espositivi e teatrali. Comunicante con gli spazi della Città dell'Altra Economia si trova tra l'altro la nuova struttura del Macro Future, il museo d'arte contemporanea del Comune di Roma che ha recentemente ampliato le sue sale con l'apertura della Pelanda che ospita festival ed eventi volti a promuovere la giovane arte contemporanea italiana e internazionale. Una zona enorme, dunque, nel cuore di uno dei quartieri storici della città eterna, dedicata alla cultura, alla creatività e alle nuove iniziative.
La grave crisi delle amministrazioni e la mancanza di fondi per gestire spazi pubblici, che sta penalizzando molti settori nella capitale come in tutta Italia, sta per attaccare anche quest'area che rischia di essere privatizzata e affidata a nuove imprese che lavorano nel settore agricolo o delle nuove tecnologie alternative, limitando notevolmtente l'ampio progetto culturale di partenza che aveva movimentato nel 2007 il Comune e le associazioni facenti parte del Tavolo dell'Altra Economia.
In questo modo il Comune declina ogni responsabilità di gestione dell'area, lasciando le risorse umane attualmente attive all'interno dello spazio senza occupazione, e non rispettando pienamente la Legge Regionale sull'Altra Economia che prevede un'azione su un ampio campo d'intervento, e non solamente su due aree tematiche.
Diverse sono state le iniziative organizzate per diffondere la notizia su tutto il territorio cittadino e per far conoscere la petizione “Non fermate il Progetto della Città dell'Altra Economia”, diffusa dal 16 settembre, alla quale si può aderire sia online dal sito internet, sia recandosi direttamente alla Città dell'Altra Economia. Incontri, serate, dibattiti, fino all'intervento, lo scorso 26 settembre, dell'attore Acanio Celestini, che fece gran pienone nel grande cortile della Città.
Le ragioni che animano i responsabili della mobilitazione e le associazioni aderenti, sono la ferma fiducia nell'utilizzo pubblico degli spazi per diffondere principi e proposte utili alla cittadinanza intera e all'umanità. Ruolo questo che dovrebbe essere svolto proprio dalle strutture cittadine, pubbliche, aperte a tutte le classi sociali e a tutte le età. Luoghi aperti soprattutto alle scuole dove si presuppone si formino e imparino a pensare le generazioni future. Viceversa, lo spazio gestito privatamente da singole aziende non consentirebbe quest'apertura totale alla popolazione per cui, i progessi nel settore agroalimentare e dell'ecosostenibilità non sarebbero fruibili a tutti.
Attendiamo quindi le ultime novità dalla Città dell'Altra Economia, credendo sempre nella coscienza sociale di ogni cittadino.

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