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La fontana del Babuino, irriverente simbolo dell’ironia dei romani

Babuino_1Tra le innumerevoli fontane della capitale quella del Babuino, situata nella via omonima del centro storico, non spicca certo per la spontanea simpatia che ispira nel passante. La denominazione deriva, infatti, dalle proverbiali virtù ironiche dei romani, che le attribuirono questo appellativo dispregiativo (oltre a quello di macaco) in virtù delle orribili fattezze della statua che la sovrasta; è davvero impressionante la somiglianza con una scimmia, che ricorda e probabilmente riproduce la divinità pagana sabina detta “Sanco Fidio”, metà uomo e metà capra.

La storia della fontana risale all’incirca al 1571, quando il commerciante ferrarese Alessandro Grandi addossò un’antica vasca di granito africano a base rettangolare risalente all’epoca romana al suo palazzo, situato in quella che allora si chiamava Strada Paolina. Sembra che il Grandi avesse fatto realizzare la fontana come atto di ringraziamento nei confronti di Papa Pio IV, che aveva concesso l’erogazione dell’acqua direttamente nel suo immobile. La fontana fu destinata, secondo prassi in uso a Roma nel XVI secolo, alla “pubblica utilità“. Infatti, a tale funzione venivano dedicate le opere che i privati realizzavano per il popolo per ricambiare atti e benefici in loro favore.

Babuino_3La fontana assunse le sembianze visibili tutt’oggi quando sopra di essa fu posta la statua marmorea di un satiro sdraiato a grandezza naturale. Venne collocata per la prima volta nell’attuale posizione per volere della famiglia Boncompagni Ludovisi nel 1738, quando palazzo Grandi divenne di loro proprietà. La vasca è alimentata dall’acqua che sgorga da una cannella ed inizialmente serviva anche come abbeveratoio per i cavalli.
Per volere di Gregorio XIII Boncompagni la statua fu inquadrata all’interno di una nicchia, sui cui bordi superiori erano presenti due delfini, emblema del casato. Negli ultimi decenni del XIX secolo fu temporaneamente scomposta al fine di favorire la viabilità ed i lavori per la rete fognaria. Il Babuino fu posizionato all’interno del cortile del Palazzo Boncompagni, la vasca fu posta ad ornamento della fontana situata su Via Flaminia.

La collocazione definitiva nel sito attuale, adiacente alla chiesa di S. Atanasio dei Greci, risale al 1957 e fu fortemente voluta dai cittadini romani, che avevano manifestato con insistenza il loro volere alla municipalità cittadina. Allo stesso anno risale anche la denominazione odierna della strada, proprio in virtù della presenza dell’inconfondibile statua.

Babuino_2Dopo l’intervento del 1988, risalgono a qualche mese fa i lavori di manutenzione e restauro della fontana promossi dall’Amministrazione comunale, con interventi “di pulitura delle superfici, rimozione delle patine biologiche e revisione delle stuccature”. È stata inoltre realizzata “una nuova impermeabilizzazione della vasca ed una verifica dell’impianto idrico”.

La statua del Babuino, insieme a quelle del Facchino, di Pasquino, Madama Lucrezia, Marforio ed abate Luigi, fa parte del cosiddetto “Congresso degli arguti” (http://www.ezrome.it/pillole-di-storia/pasquino-marforio-e-le-altre-statue-parlanti-il-congresso-degli-arguti-0909.html), un consesso di statue “parlanti” che nella Roma dei secoli XIV e XV veicolavano la voce dei romani mediante irriverenti ed anonime satire in dialetto o latino indirizzate verso governanti e personaggi pubblici. In tal modo, alle celeberrime e più famose pasquinate, si affiancavano le babuinate.

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