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Ti amo e ti “incateno” al lampione: i lucchetti di ponte Milvio

Roma è nota anche come una città dalle tante tradizioni, queste spesso si immaginano lontane nel tempo e appartenenti a generazioni diverse dalla nostra, qualche volta però accade di ritrovarsi  e vivere delle neo-tradizioni senza conoscerne l’origine.lpm_02

È il caso dei lucchetti di ponte Milvio usanza avviata dai giovani (ma anche meno giovani) innamorati che attaccano un lucchetto sul lampione centrale di ponte Milvio e gettano le chiavi nel fiume sottostante a dimostrazione del loro amore.

Il ponte, noto anche come Ponte Mollo, ha una storia antica che nulla ha a che vedere con l’amore o i lucchetti, risale infatti al 207 a.C. e deve la sua costruzione ad un Molvius (appartenente alla gens Molvia).

Nel 110-109 a.C. Marco Emilio Scauro il censore ricostruì il ponte in muratura. Nel 312 vi ebbe luogo la nota battaglia tra Costantino I e Massenzio in cui, secondo la leggenda, Costantino ebbe la visione del simbolo della croce che lo incoraggiò. Del ponte romano restano le tre arcate centrali.

Nel 1429 e nel 1805 si ebbero dei restauri rispettivamente sotto papa Martino V e sotto papa Pio VII che affidò l’opera a Giuseppe Valadier. Il Valadier ricostruì le arcate alle estremità, che erano state sostituite da ponti levatoi in legno ed edificò una torre in stile neoclassico.

Il ponte fu fatto saltare nel 1849 da Garibaldi per ostacolare l’avanzata francese e fu restaurato successivamente da papa Pio IX nel 1850.

Oggi il ponte è pedonale e meta di pellegrinaggi d’innamorati. Il suo attuale utilizzo per la tradizione dei lucchetti ha portato nel tempo qualche problema nell’estate 2007 ad esempio uno dei pali, a causa dell’eccessivo peso dato dall’enorme quantità di lucchetti, si è spezzato. Altri lampioni hanno subito la stessa sorte, il Comune ha pertanto installato in prossimità di ogni lampione dei pilastri sui quali sono state agganciate delle robuste catene per dare spazio agli innamorati. Accedendo a ponte Milvio si possono vedere lucchetti nei luoghi più disparati anche nella catena di ingresso al ponte stesso che sta ad indicare l’impossibilità di accesso per i veicoli.

Ma da dove nasce questa tradizione? In realtà l’origine sembra non essere romana ma fiorentina, gli allievi ufficiali della Scuola di Sanità in Costa San Giorgio, al momento del congedo, erano soliti legare il lucchetto del loro armadietto su una barra metallica del Ponte Vecchio.

Il boom dell’usanza romana, che è una traslazione della fiorentina, si è avuto dai testi di Federico Moccia in cui i protagonisti si giurano amore eterno agganciando il lucchetto al palo centrale del ponte.

I testi di Moccia sono stati seguiti da pellicole cinematografiche che hanno incrementato e pubblicizzato l’affluenza al ponte.

Sempre nel 2007 i lucchetti furono rubati da un gruppo di nomadi, ma le coppie hanno ritrovato presto la serenità grazie al recupero effettuato dalle forze dell’ordine del materiale trafugato.

Ma nell’era di Internet non poteva mancare la “virtualizzazione” dell’usanza, curiosa l’iniziativa del sito http://www.lucchettipontemilvio.com/ che gratuitamente offre ai suoi visitatori la possibilità di agganciare un lucchetto sul loro ponte Milvio elettronico.

Fortunatamente in questo caso non c’è il pericolo di spezzare il lampione…è proprio il caso di dirlo la forza dell’amore può proprio tutto!

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