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A Christmas Carol

christmas_carol_1Tra i film di Natale più attesi, l’opera del regista Zemeckis, tratta da un classico dell’800, porta sul grande schermo una tecnica d’animazione mai vista prima, con effetti 3D davvero sorprendenti.
Il regista visionario sposa tradizione e futuro, in un film dove i buoni sentimenti nascono da una riflessione sociale, e scenari antichi vengono illustrati con tecniche super-moderne.
Un grande successo per grandi e piccoli firmato Disney, che ad appena una settimana dall’uscita è già al primo posto della classifica dei film più visti.

christmas_carol_2Allievo di Spielberg e noto al grande pubblico grazie a film come Ritorno al futuro e Forrest Gump, il regista Robert Zemeckis è un grande fan della tecnica digitale detta performance capture, con la quale il computer traduce l’interpretazione degli attori in disegno tridimensionale.
Il regista ha già applicato questa tecnologia ad altri due suoi successi, Polar Express e Beowulf, ma Christmas Carol è un vero e proprio trionfo del 3D, affiancato, però, va detto, da una sapiente regia e dal talento di attori come Gary Oldman, Bob Hoskins e Jim Carrey, che in quanto a mimica facciale e versatilità non ha rivali.

A Christmas Carol, è un racconto ottocentesco di Charles Dickens, ambientato a Natale nella Londra vittoriana.
Il protagonista, Ebenezer Scrooge, è un uomo duro e cinico, che si rifiuta di fare l’elemosina ai poveri e di dare un giorno libero al proprio dipendente persino a Natale. Una sera, però, appena tornato a casa, si trova faccia a faccia niente di meno che con uno spirito, e avrà di che pensare sul proprio egoismo e sulla propria avarizia.
La riflessione cui sarà costretto Scrooge, ha fatto sì che A Christmas Carol sia stato spesso interpretato come una novella sullo spirito natalizio, ma non bisogna dimenticare che quella di Dickens fu anche una denuncia sociale contro la povertà, l’analfabetismo e lo sfruttamento.

Ed è proprio a quest’ultimo aspetto che si rifà Zemeckis, ambientando il film nella Londra della rivoluzione industriale, quando la città, in nome della produzione e del profitto, sembra quasi divorare parte dei suoi abitanti nel proprio ventre.
Scenari gotici accompagnano il travaglio sociale, non mancando di sottolineare il dissidio psicologico dei protagonisti.
Indubbiamente, la prospettiva è più dickensiana che fiabesca, d’altra parte, ammette il regista:’A Christmas Carol è una delle mie storie preferite, soprattutto in tema di viaggi temporali.’

Certo siamo lontani dallo spirito buffo e leggero di Shrek o dell’ Era Glaciale, ma il film ha il merito di aver tradotto un grande classico nel linguaggio del futuro, rischiarando l’ambientazione gotica con una dose incredibile di inventiva e innovazione.
Cimentarsi in una produzione che conta già decine di versioni non era comunque un’impresa facile, in cui poteva riuscire solo un visionario con un progetto ambizioso: portare l’animazione ancora un passo più in là in quanto a tecnica ed effetti speciali.

Scommessa vinta, si può dire, stando ai commenti all’uscita del cinema.
I più piccoli, sognano di volare sui tetti di Londra come nella scena iniziale, i più grandi, sono stupefatti da una tecnica visiva davvero incredibile.
Tutti, hanno negli occhi i bambini che giocano tra le strade innevate, gli spazzacamini e i focolai domestici, e nel cuore l’immancabile lieto fine di questo film di Natale, dove i buoni sentimenti si scontrano con le ingiustizie che esistono da sempre, e dove tradizione fa rima con innovazione.

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